Patto educativo di comunità a Monza: a 500 bambini il “Passaporto del volontariato”
A Monza è stato attivato un patto educativo di comunità tra le scuole primarie “Munari” e “Puecher” dell’Istituto comprensivo “Anna Frank” e diverse realtà del territorio.
Protagonisti di questa prima sperimentazione 23 classi, circa 500 bambini dai 6 ai 10 anni, e le loro insegnanti, coordinate dalla referente Valeria Cenerini.
Il gruppo di lavoro, coordinato dal Centro di Servizio per il Volontariato Monza Lecco Sondrio (CSV MLS), ha preso avvio grazie alla rete del progetto “Una via per la città” e si è poi ampliato. Ad oggi è costituito da: Caritas Monza zona pastorale V, Socialtime Onlus, Polisportiva Freemoving, ASD Silvia Tremolada, Ascot Triante, Cooperativa Novo millennio, Coop Lombardia, Cooperativa Pandora, Società Italiana d’Arboricoltura, Parrocchie S. Giuseppe – Sacro cuore triante – S. Carlo, Associazione Elianto, Assessorato all’Istruzione del Comune di Monza e Istituto comprensivo Anna Frank.
Il gruppo è aperto alla collaborazione di nuovi soggetti.
PATTO EDUCATIVO DI COMUNITA’
Il patto educativo di comunità è uno strumento previsto dal Piano scuola 2020-21 del Ministero dell’Istruzione ed è stato recepito anche dalla rete nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato CSVnet come strumento valido per diffondere il tema dell’educazione civica attraverso le associazioni, gli enti e le aziende del territorio. CSV net nazionale ha firmato inoltre il 5 giugno 2020 un protocollo d’intesa con il MIUR per la promozione del volontariato nell’istituzione scolastica italiana.
“La riapertura della scuola è avvenuta in un contesto di estrema incertezza, oggi più che mai è di fondamentale importanza che nel mondo adulto si creino alleanze finalizzate al benessere dei giovani studenti e che si affrontino le inevitabili situazioni critiche mediante la co-progettazione di risposte efficaci – spiega Cristina Bernardi di CSV MLS – lo strumento dei patti educativi di comunità può essere un possibile dispositivo per formalizzare e rendere efficaci queste alleanze. I giorni della pandemia infatti, insieme alla nostra vulnerabilità, ci hanno fatto riscoprire l’importanza del welfare. Le organizzazioni possono giocare un ruolo importante mettendo a disposizione la propria esperienza e la propria natura solidaristica affinché sia possibile, insieme, rispondere ai nuovi bisogni educativi”.
Per costruire un patto educativo di comunità è necessario che la scuola e la comunità locale condividano un’idea di scuola aperta, disposta ad accogliere iniziative educative nate dal territorio e di educazione diffusa, che sappia valorizzare e riconoscere come parte del processo educativo anche attività che si svolgono fuori dalle aule scolastiche con contenuti educativi.
“Educazione significa accompagnare le persone a sviluppare i propri talenti. Questo approccio chiama in causa tutta la comunità educante, richiamando ciascuno alle proprie responsabilità educative, personale e sociali – sottolinea Cristina Bernardi – per queste ragioni CSV MLS ha promosso la realizzazione di un patto educativo di comunità che, con i soggetti coinvolti, potesse: mettere a disposizione spazi e strutture per lo svolgimento di attività didattiche complementari volte a finalità educative; arricchire l’offerta formativa con il coinvolgimento di diversi attori territoriali; fornire una cornice comune ad un progetto organizzativo, pedagogico e didattico legato anche alle specificità e alle opportunità territoriali”.
LABORATORI E PASSAPORTO
I bambini coinvolti nel progetto e le loro insegnanti dal mese di marzo stanno partecipando con entusiasmo a laboratori espressivi e manuali inerenti l’educazione civica, nelle sedi delle organizzazioni e in spazi aperti del loro quartiere. Con l’attenzione costante e nel rispetto delle norme di sicurezza anti Covid, le attività proposte trattano tematiche sociali molto importanti come la tutela dell’ambiente, la disabilità, l’inclusione e attività di scoperta del territorio che, in questo periodo di chiusure forzate, assume tutta la valenza e la magia di una vera riscoperta.
A tutti i bambini sarà distribuito un “Passaporto del volontariato” realizzato con il sostegno di Coop Lombardia, da sempre impegnata in azioni di educazione civica nelle scuole, nel quale avranno la possibilità di fare una piccola rielaborazione personale delle esperienze, di quei momenti che non solo rimandano al sapore della normalità ma che soprattutto restituiscono alla scuola la vitalità e il valore della sua dimensione più sociale.
“Ad Expo 2015 famiglie e bambini hanno timbrato il passaporto dei Paesi visitati. Come CSV ci è venuta l’idea di fare un passaporto che potesse ricordare ai bambini l’esperienza di cittadinanza attiva fatta. Abbiamo previsto uno spazio per ogni associazione di volontariato incontrata: i bambini lo potranno riempire con disegni e riflessioni su quello che hanno vissuto e imparato. In tempo di pandemia, ci è sembrato un bel modo per intraprendere un viaggio speciale all’insegna della crescita e della scoperta”.