Capital posto giusto: a settembre un campo di volontariato a Bergamo
Una settimana di volontariato, scoperta e formazione aperta ai giovani provenienti da tutta Italia per aprire lo sguardo su una cultura che cura e che sa prendersi cura: è questa la proposta di Caritas Diocesana Bergamasca, ACLI Bergamo APS, Libera Bergamo e CSV Bergamo ETS che in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 hanno scelto di organizzare proprio nei territori delle due città un campo di volontariato.
«Dopo le esperienze di campi estivi, dell'anno scorso a Palermo in occasione del 30° anniversario delle stragi palermitane di Capaci e via D'Amelio e quest'anno a Roma, nel mese di settembre come soggetti associativi proponiamo un campo in terra bergamasca. In questo modo, insieme, vogliamo portare un contributo all'anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 - spiega il referente provinciale Libera Bergamo, Francesco Breviario-. La Cultura, se tale è, deve inzupparsi di giustizia, servizio, attenzione e soluzioni concrete alla marginalità, far proprie le resistenze di ieri e di oggi, la lotta alle mafie, anche in terra bergamasca, per riaffermare legalità e promozione sociale. Infine, come Libera, dopo le esperienze del 2018 e 2019 è una soddisfazione riproporre, seppur con altre realtà associative e non da soli, un campo estivo per giovani a Bergamo».
I campi di volontariato sono progetti di volontariato di breve termine, incentrati non solamente sulla solidarietà ma anche sulla formazione e sulla relazione tra i volontari e la comunità ospitante. I campi di volontariato hanno una storia lunga, collegata con l’idea che il lavoro pratico possa agire da collante fra diverse culture e persone: tradizionalmente, il primo campo internazionale di volontariato, è considerato quello organizzato nel 1920 a Esnes-en-Argonne nei pressi della città francese di Verdun, in una zona della Francia che era stata distrutta durante la prima guerra mondiale; a quel primo campo, promosso dall’obiettore di coscienza svizzero Pierre Ceresole, parteciparono cittadini (e anche ex soldati) provenienti dai paesi che fino a pochi mesi prima erano stati in guerra fra loro. Oggi questi campi si svolgono di norma nel corso dell’estate e sono organizzati da enti non profit, sia a livello nazionale che internazionale.
«Come Centro di Servizio per il Volontariato crediamo che queste esperienze, seppur brevi ed episodiche, possano essere un tassello importante nel percorso formativo e di crescita dei più giovani che oltre ad entrare in contatto con le tematiche sociali e con i bisogni dei territori che incontrano, possono portarsi a casa competenze ed esperienze – spiega Oscar Bianchi, Presidente di CSV Bergamo -. Quale occasione migliore di Capitale della Cultura, quindi, per invitare tanti giovani nella nostra città per scoprire Bergamo e le sue bellezze, ma anche aprire con loro riflessioni su temi importanti che riguardano il loro e il nostro futuro». Dello stesso avviso anche Daniele Rocchetti, Presidente delle ACLI di Bergamo: «Questa iniziativa è una grande occasione di collaborazione, in un anno significativo come questo, tra realtà bergamasche che condividono obiettivi e visioni comuni sull’importanza dei giovani per il futuro del Terzo Settore e per la cura dei nostri territori. È un’opportunità speciale per condurre i giovani di tutt’Italia alla scoperta non solo dei tesori della città ma di esperienze di vita buona e di volontariato di cui la nostra provincia è ricca. Come Acli di Bergamo riteniamo sia fondamentale promuovere questo tipo di esperienze di scambio e reciprocità che connettono la provincia di Bergamo al resto del nostro paese».
In un’occasione speciale come quella di Capitale della Cultura le organizzazioni promotrici hanno quindi scelto di portare una di queste esperienze estive anche a Bergamo, aprendola ai giovani dai diciotto anni in su provenienti da tutta Italia. L’esperienza è in programma dall’11 al 17 settembre e farà tappa sia a Bergamo che a Brescia toccando i temi della giustizia, della marginalità, della resistenza, della lotta alle mafie, del lavoro precario, della solidarietà e della cittadinanza attiva grazie all’incontro con le diverse realtà attive sul territorio all’interno delle quali i partecipanti potranno anche sperimentarsi concretamente e mettersi alla prova.
«Un'ottima occasione di incontro tra i giovani e le realtà del territorio, per coltivare un rinnovato sguardo di attenzione e cura, proprio nell'anno della Capitale della Cultura. - sottolinea don Roberto Trussardi, direttore di Caritas Diocesana Bergamasca -. Un progetto che nasce da un'importante collaborazione. Esempio di come, ancora una volta, è il lavoro di squadra a fare la differenza. E proprio questo è il messaggio che vuole mandare: che insieme siamo capaci di una cultura che cura e che sa prendersi cura».
Per partecipare è necessario iscriversi compilando il modulo disponibile cliccando qui entro il 30 giugno. Quota di partecipazione euro 150, comprensivi di vitto e alloggio. Per maggiori informazioni scrivere a youngcaritas@caritasbergamo.it.