5XMille: 14 milioni di italiani scelgono il non profit
Il settore non profit italiano continua a guadagnare fiducia tra i contribuenti che in numero sempre maggiore scelgono di destinare il 5XMille della propria dichiarazione dei redditi a favore di organizzazioni senza scopo di lucro. Sono dati che emergono dallo studio presentato il 25 giugno 2019 da Banca Etica, che ha analizzato i dati relativi all’anno fiscale 2017 (gli ultimi disponibili) per fare il punto su tendenze generali e dinamiche territoriali.
I dati più significativi
Dallo studio emerge, infatti, che 1 contribuente su 3 sceglie di destinare il proprio 5XMille ad un’organizzazione non profit, dato in crescita del 38% rispetto al 2006. Nel 2017 sono stati 14 milioni (su un totale di 41,2 milioni) gli italiani che hanno destinato il beneficio al Terzo Settore: numeri significativi, che evidenziano però la necessità di far conoscere ancora molto questo strumento tra i contribuenti.
Le Regioni in cui si registra la percentuale più alta di contribuenti che destinano il 5XMille al non profit sono Lazio (76%), Lombardia (63%) e Liguria (41%). Quelle in cui si registrano le percentuali più basse sono, invece, Abruzzo (13%), Sardegna e Campania (14%). Risulta evidente che nei territori dove ci sono più laureati e persone con titolo di educazione secondaria aumenta anche la quota di persone che sceglie di destinare il 5XMille. Interessante anche la correlazione con il livello di fiducia generalizzata (“percentuale di persone di 14 anni e più che ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia sul totale delle persone di 14 anni e più”) contenuto nel rapporto BES 2018 di Istat: nelle Regioni caratterizzate da bassi tassi di fiducia si tende a utilizzare molto meno l’istituto del 5XMille.
Gli importi erogati
Nel 2019 verranno erogati 495,8 milioni di euro di contributi relativi all’anno fiscale 2017 veicolati attraverso il 5XMille; questi finanziamenti verranno destinati a 60.705 enti scelti dai contribuenti, un dato cresciuto del +6,6% rispetto al 2016. Anche nel caso degli importi raccolti ci sono significative differenze tra le Regioni: nel 2017 il 55,7% dell’importo totale è stato raccolto in Lombardia e nel Lazio (Regioni in cui il non profit è più sviluppato e che ospitano alcune delle organizzazioni più grandi e note), mentre Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Toscana raccolgono, insieme, il 23,2% delle risorse; il restante 21% si distribuisce tra le altre 15 Regioni italiane, in alcune regioni con percentuali davvero basse.
Il valore medio degli importi erogati continua a diminuire progressivamente, ma in modo meno che proporzionale rispetto all’aumento degli enti beneficiari che accedono al contributo. Questo riflette la crescente attenzione che gli italiani danno al 5XMille. La platea delle organizzazioni beneficiarie è più che raddoppiata (+103,4%) tra il 2006 e il 2017 passando da 29.840 enti beneficiari a 60.705. Tale aumento ha comportato una diminuzione dell’importo medio percepito dalle organizzazioni: da 11.325€ (nel 2006) a 8.168€ (nel 2017), con una riduzione del 27,8%.
A chi va il 5 per mille
Le prime 5 categorie per raccolta di contributi tra il 2006 e il 2017 sono:
- volontariato e associazionismo, che ricevono il 53% delle risorse e rappresentano il 57% degli enti beneficiari;
- fondazioni, a cui viene destinato il 36% delle risorse ma sono solo il 4,5% degli enti beneficiari;
- cooperative sociali, che percepiscono il 3,3% delle risorse e rappresentano il 12% degli enti beneficiari
- comuni e pro loco, a cui va il 3,2 % delle risorse e che sono l’11% degli enti beneficiari;
- associazioni sportive dilettantistiche, che ricevono l’1,7% delle risorse e rappresentano il 16% degli enti beneficiari.
La classifica degli enti beneficiari evidenzia anche l’elevata concentrazione nella distribuzione delle risorse, non solo per categoria, ma anche per singoli enti. I primi 10 enti beneficiari per importo, infatti, raccolgono il 26,7% del totale delle risorse erogate nel 2017, pari a quasi 134,5 milioni di euro. Le fondazioni percepiscono gli importi medi più alti, e in particolare quelle che si occupano di ricerca sanitaria ricevono 1,4 milioni di euro l’anno di media.
Seguono poi le associazioni di volontariato con circa 9.000€ in media, le cooperative sociali con quasi 3.000€ e le associazioni sportive dilettantistiche con 2.000€.
Il 5XMille e le banche
Gli enti beneficiari del 5xMille in media devono aspettare tra i 12 e i 24 mesi per vedere accreditate le somme indirizzate dalle scelte dei cittadini. Spesso però i fondi sono necessari in tempi più rapidi e le banche hanno risposto a questa necessità offrendo servizi finanziari dedicati.
Le proposte si sono concentrate su:
- credito in forma di anticipazione del contributo approvato e in corso di erogazione (la banca anticipa all’ente, sulla base del dato certo relativo all’importo da destinare, una quota tra l’80 e il 100% dell’importo, per i mesi necessari all’Agenzia delle entrate per la liquidazione);
- credito in forma di fido, collegato all’importo medio ricevuto dall’ente negli ultimi anni e che la banca decide di prendere come approssimazione dell’importo atteso per il prossimo esercizio (in questo caso il grado di rischio è maggiore per l’intermediario finanziario ma è anche più significativa l’opportunità per l’ente, che può con maggiore tempo a disposizione ed elasticità di utilizzo disporre delle risorse finanziarie).
Lo studio fornisce anche i dati relativi alla canalizzazione dei flussi del 5XMille verso istituti finanziari negli anni passati: il 27% degli enti canalizzano il 56% delle risorse complessive su soli 7 istituti (tra cui sono incluse le Poste), mentre il restante 73% degli enti per il 44% delle risorse si affida in modo diffuso alle restanti 591 banche.