Cambia lo SVE: novità a partire dal 2018
Con l’inizio del 2018 cambia il Servizio Volontario Europeo. La Guida al Programma Erasmus+ 2018 conferma quanto già preannunciato in merito allo SVE, ovvero la modifica dello scopo geografico e del suo nome: dal 2018 i progetti di Servizio Volontario Europeo si chiameranno Progetti di Volontariato e non riguarderanno più i Paesi Programma, ma i Paesi Partner Vicini ed i Paesi non UE.
Il prossimo anno partirà, inoltre, un nuovo Programma, il Corpo Europeo di Solidarietà, che promuoverà attività di volontariato, tirocinio e lavoro per i giovani e si rivolgerà ai Paesi membri dell’UE. Il nuovo Programma impiegherà gran parte del budget del Servizio Volontario Europeo relativo al periodo 2018-2020, motivo da cui nasce l’esigenza di variare lo scopo geografico dello SVE in Erasmus+.
In sintesi: i progetti di volontariato con i Paesi membri saranno finanziati dal Corpo Europeo di Solidarietà, quelli con i Paesi partner da Erasmus+. I principali elementi del testo concordato dal Consiglio sono che il CES sarà aperto ai giovani tra i 18 e i 30 provenienti dall’Unione europea e dai paesi più prossimi (in via di adesione, candidati e potenziali candidati, Islanda, Norvegia, Svizzera e paesi della politica europea di vicinato). Sarà proposta un’ampia gamma di attività di solidarietà, compresi volontariato, tirocinio, lavoro, progetti di solidarietà a conduzione giovanile. Offrirà la possibilità di sostenere i soggetti giuridici pubblici e privati che operano per rafforzare la coesione, la solidarietà e la democrazia in Europa, ad esempio affrontando l’esclusione sociale, la povertà, la questione sanitaria o lavorando all’accoglienza e all’integrazione dei rifugiati. Si baserà sulle buone prassi dei programmi esistenti, principalmente il servizio volontario europeo (SVE), mentre la dotazione finanziaria totale si baserà al 100% sulle riassegnazioni nell’ambito della “Rubrica 1a”, il che significa da vari programmi esistenti.
Nel recente consiglio dei ministri UE sulla gioventù l’Italia è stato l’unico paese contrario alla proposta della Commissione che prevede il finanziamento del Corpo Europeo di solidarietà con “riassegnazioni” da programmi esistenti. I ministri dell’UE hanno quindi concordato la propria posizione approvando l’orientamento generale sulla proposta della Commissione per il Corpo europeo di solidarietà (CES).
Perché l’Italia ha espresso voto contrario? Le principali critiche mosse dall’Italia riguardano la dotazione finanziaria, che si baserà al 100% sulle riassegnazioni nell’ambito della “Rubrica 1a” (ovvero da vari programmi esistenti) invece di servirsi per un 25% di margini inattivi ovvero avanzi di budget che possono essere ricollocati come invece prevedeva la prima proposta della Commissione. “Abbiamo ritenuto di dover esprimere il nostro dissenso su un testo che non ha una copertura finanziaria certa – ha dichiarato il sottosegretario Bobba – e prevede di finanziare il Corpo di solidarietà unicamente con riassegnazioni, da decidere in futuro, di fondi già destinati ad altri programmi della Rubrica 1a sulla Competitività e Crescita. Tali programmi, più o meno direttamente, sono di particolare interesse per quegli stessi giovani ai quali l’iniziativa del Corpo è rivolta. Il programma che più rischia di essere decurtato pesantemente è infatti proprio Erasmus+”. Pur sostenendo ampiamente la prima proposta presentata dalla Commissione l’Italia sottolinea anche alcuni aspetti ancora da migliorare: si ritiene che sarebbe stato sufficiente limitarsi a emendare il programma Erasmus+, viene ribadita l’importanza del ruolo delle organizzazioni di invio essenziali nell’organizzazione delle attività e nell’assicurarne il buon esito, si rende necessario assicurare che il volontariato giovanile transnazionale non resti penalizzato nella distribuzione delle risorse e si trovi ad avere le stesse o minori risorse rispetto allo SVE. L’intenzione dell’Italia, specifica un comunicato del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, si colloca in un processo strategico e non deve essere letta come la volontà di affondare o boicottare l’iniziativa che è stata sostenuta e incoraggiata fin dall’inizio.
Non aver approvato il testo significa non essere vincolati di fatto ad accettare tale posizione e apre alla possibilità di negoziare e di creare margini per raggiungere un accordo che rispecchi le aspettative. La trattativa tra Parlamento, Commissione e Consiglio è attesa per gennaio, e dovrebbe essere l’ultimo passaggio prima del lancio della nuova fase del Corpo europeo di solidarietà.
A supporto delle organizzazioni accreditate per lo SVE, l’Agenzia Nazionale per i Giovani ha proposto di:
- pubblicare una lista di organizzazioni accreditate e attive che risiedono nei Paesi Partner e non UE, così da facilitare la creazione di nuovi partenariati;
- organizzare a gennaio 2018 una seconda giornata informativa sui progetti di volontariato e l’accreditamento al Corpo Europeo di Solidarietà e all’Erasmus+;
- continuare ad offrire informazione e consulenza;
- pubblicare una nota inerente i fondi relativi ad Erasmus+, per fare poi altrettanto per il nuovo Programma CES non appena saranno disponibili i relativi documenti (Guida al Programma e application form).