CSVnet Lombardia: «Con questa bozza della Legge di Bilancio migliaia di associazioni a rischio»
«Ci uniamo alla preoccupazione sollevata dalle diverse rappresentanze nazionali quali il Forum del Terzo settore e gli enti di coordinamento nazionali in merito alla proposta contenuta all’art. 108 della bozza di Legge di Bilancio: migliaia di associazioni che non hanno scopo di lucro e che svolgono essenziali attività di interesse generale si troveranno assoggettate al regime IVA, con un forte aggravio di adempimenti burocratici e del carico contributivo». A dirlo è Attilio Rossato, presidente di CSVnet Lombardia, la confederazione regionale dei Centri di servizio per il volontariato, facendo riferimento anche a «un frangente storico in cui molti enti hanno già subito un duro colpo dal punto di vista economico, in conseguenza dell’emergenza sanitaria mondiale, e in cui gli stessi enti sono in prima linea con il loro prezioso contributo nel mantenimento e nel presidio dei legami sociali».
Si ricorda infatti che oggi siamo ancora in piena fase transitoria rispetto all’adozione della Riforma del Terzo settore: il processo di ripensamento delle organizzazioni, in relazione al nuovo contesto normativo, incide fortemente sugli scopi, sulla quotidianità organizzativa e sul modo di intendere e soprattutto fare non profit. «Nel concreto sappiamo bene come gli enti si dovranno attrezzare dal punto di vista organizzativo e gestionale per rispondere alla nuova normativa – continua Rossato -; dalla cura dei processi di governance interni e alla redazione del bilancio secondo le indicazioni ministeriali fino alla gestione di un sito internet e l’obbligo della PEC, gli impegni e le competenze in gioco sono tanti. Il Registro Unico Nazionale del Terzo settore sarà auspicabilmente attivo il prossimo anno. Questo segnerà un’importante tappa nell’avvicinamento alla chiusura di questo periodo di transizione. Manca ancora, come noto, il parere favorevole della Commissione europea al nuovo regime fiscale determinato dal Codice del terzo settore che, è bene ricordarlo, avrà un notevole impatto sugli enti di terzo settore e, nel contempo, anche sugli enti che non si iscriveranno al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore».
Il presidente di CSVnet Lombardia fa notare come sia in atto un cambiamento epocale nelle pratiche associative e organizzative, nella governance e nella fiscalità. La portata del cambiamento richiede tempo per comprendere, fare propria e agire in modo corretto ed efficace la “nuova era” del Terzo settore. La proposta avanzata nella legge di bilancio risulterebbe non solo «un ulteriore aggravio organizzativo gestionale per un mondo composto in larga maggioranza da piccoli enti (immaginiamo il gruppo scout, la bocciofila, la banda musicale, o l’associazione dei genitori della scuola della comunità) ma influirebbe visceralmente sulla natura delle associazioni, agendo negativamente sul loro ruolo di connettore di comunità, così vitale per l’intero tessuto sociale, specialmente in questo periodo storico».
La modifica nella bozza della Legge di Bilancio infatti inciderebbe sulle attività istituzionali delle associazioni non profit rivolte agli associati: se ad oggi sono considerate non commerciali, con la proposta di legge diventerebbero assoggettate ad IVA, anche se in forma di esenzione. È un impianto che stravolge l’impostazione attuale, con conseguenti adempimenti di apertura di posizione IVA, fatturazione (anche se a zero) e registrazione dei documenti contabili e conseguenti costi di gestione (per esempio di commercialista). Se la norma dovesse passare nella forma in cui è attualmente al vaglio degli organi politici, il nuovo regime sarebbe attivo già a partire dal 1° di gennaio 2021.
«Oltre a quanto già indicato rispetto ai cambiamenti inerenti alla Riforma – conclude Rossato -, avremo quindi un immediato aggravio di gestione in capo a tutte le associazioni: ma le conseguenze più impattanti si realizzerebbero a medio-lungo termine in merito al mutamento della relazione tra socio e associazione. Il contributo del socio per la realizzazione delle attività è ad oggi considerato una forma di sostegno alla propria organizzazione per il conseguimento degli scopi mutualistici, solidaristici e civici; domani, invece, potrebbe essere assimilato ad un’offerta di beni e servizi sul mercato. Tale aspetto influirebbe notevolmente sulla natura degli enti associativi con il notevole rischio di assumere una dimensione di meri erogatori di servizi e non più organizzatori di risposte ai bisogni a partire dai propri associati e dalla comunità».