Piccoli schiavi invisibili. Il rapporto 2019 di Save the Children su minori vittime di tratta e grave sfruttamento
Save the Children, organizzazione non Governativa che lavora in Italia e nel resto del mondo per dare ai bambini l’opportunità di crescere sani, ricevere un’educazione ed essere protetti, ha pubblicato la IX edizione di “Piccoli schiavi invisibili“, il rapporto annuale sui minori vittime di tratta e grave sfruttamento.
La tratta e il grave sfruttamento di esseri umani, compresi quelli dei minorenni, restano un fenomeno molto diffuso nel nostro Paese: il rapporto 2019 di Save the Children offre una fotografia aggiornata della tratta e dello sfruttamento dei minori in Italia, e in particolare del sistema dello sfruttamento sessuale e della specifica vulnerabilità delle sue vittime, in larga maggioranza di origine straniera. Il dato di partenza è che in Europa 1 vittima su 4 della tratta è minorenne e l’obiettivo principale dei trafficanti di esseri umani è lo sfruttamento sessuale; sono infatti 20.500 le vittime, registrate tra il 2015 e il 2016, di questo sistema violento e senza scrupoli e il 56% dei casi riguarda la tratta a scopo di sfruttamento sessuale. In Italia le vittime di tratta accertate sono 1.660, con un numero in costante aumento di minorenni coinvolti. Un aumento riscontrato anche direttamente dagli operatori del progetto Vie d’Uscita promosso da Save the Children, che nel 2018 in 5 regioni hanno intercettato 2.210 vittime di tratta minori e neo-maggiorenni. Un numero cresciuto del 58% rispetto all’anno precedente. Il rapporto ha approfondito in particolare la situazione relativa a due gruppi di riferimento: quello delle donne e delle ragazze di origine nigeriana, che negli ultimi anni ha rappresentato il gruppo maggioritario, e quello delle donne e ragazze originarie dei Balcani e dei Paesi dell’Europa dell’Est che è rimasto sostanzialmente costante negli ultimi anni e addirittura sembra si stia assistendo a un ritorno del fenomeno, in particolare di donne e ragazze di origine albanese.
In questa IX edizione gli autori hanno scelto di narrare anche il percorso “di liberazione” che le giovanissime donne intraprendono nel nostro Paese, focalizzando l’attenzione sulle criticità incontrate lungo il percorso. I principali ostacoli riguardano due momenti chiave: il primo è la fuoriuscita, ovvero la decisione della vittima di tratta di “emergere” e di liberarsi dalla propria condizione di sfruttamento; il secondo è l’inclusione/integrazione, vale a dire il percorso che la ex vittima di tratta intraprende al fine di superare definitivamente il trauma e inserirsi nella società d’accoglienza. Le problematiche riscontrate nell’ambito dei due percorsi riguardano tanto questioni afferenti al quadro normativo – come ad esempio il tipo di permesso di soggiorno, la sua durata, le modalità per ottenerlo – e istituzionale – come la necessità di fare rete per garantire tanto prese in carico multi-agenzia, quanto percorsi di avviamento all’autonomia tramite collaborazioni efficaci a livello locale. Altre criticità emergono in relazione alle modalità di sfruttamento che per le giovani nigeriane sono più invisibili rispetto al passato, o alla difficoltà per gli operatori di agganciare le potenziali vittime dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa. Intercettare e intervenire sulle criticità rappresenta la sfida che gli enti anti-tratta e gli stakeholder intervistati affrontano giorno dopo giorno.