Storie di concreta solidarietà – puntata aggiuntiva
Appuntamento aggiuntivo con la rubrica Storie di concreta solidarietà, testimonianze e racconti di chi l’Emporio Solidale di Comunità lo vive tutti i giorni: volontari, operatori e destinatari. Storie vuole trasmettere le asperità e la bellezza della solidarietà, affinché tutti i cittadini possano essere testimoni del valore che questa crea nella comunità.
Storie di concreta solidarietà: puntata aggiuntiva
Il valore della Solidarietà: intervista all’Assessore al Welfare Andrea Caprini
di Daniela Valli – Consigliere Provinciale Acli
L’amministrazione comunale di Mantova è sin dall’inizio parte integrante dell’Emporio Solidale di Comunità ed ha sempre sostenuto questo progetto. Per questo abbiamo incontrato Andrea Caprini, assessore al Welfare, Terzo Settore e Immigrazione del Comune di Mantova.
Qual è la connessione tra Welfare ed Emporio?
Abbiamo avviato il progetto alcuni anni fa dapprima in una fase sperimentale, in cui venivano seguite dall’Emporio 10/20 nuclei familiari. Oggi siamo in una situazione molto più strutturata, in cui 140 nuclei familiari accedono tutti i mesi all’Emporio. È sicuramente un’esperienza che si è radicata e consolidata negli anni: l’obiettivo dell’Amministrazione Comunale è che l’Emporio diventi la risposta alle situazioni di povertà alimentare e di vulnerabilità che si intercettano sul territorio comunale. Per questo abbiamo investito in questi anni risorse, sia sostenendo il progetto a livello economico (tramite anche convenzioni triennali), sia con risorse umane, coinvolgendo direttamente i servizi sociali e le assistenti sociali da cui parte l’attivazione dell’accesso all’emporio per le famiglie in difficoltà. Si è creato anche un periodico meccanismo di aggiornamento, di revisione e di sistemazione del servizio, per renderlo sempre più efficace ed efficiente.
Non da ultimo, abbiamo investito anche in termini di prospettiva e di logistica: all’interno del PINQUA, un progetto di rigenerazione urbana sul quartiere di Borgochiesanuova, verrà realizzata e attrezzata nel 2024 anche la nuova sede dell’Emporio, al piano terra di un edificio di proprietà di Aler rimasto inutilizzato da anni. Un esempio concreto di sintesi fra rigenerazione urbana e politiche sociali.
Pensa ci sia ancora margine per crescere in termini di numeri?
C’è ancora margine in quanto in fase di studio del progetto ci eravamo dati come limite massimo 150/200 nuclei familiari. Sicuramente un fattore che ha fatto crescere i numeri nel 2022 è stata l’emergenza umanitaria causata dalla guerra in Ucraina. Non pensiamo di andare molto oltre i numeri prefissati poiché diventerebbe poi difficile garantire l’approvvigionamento, l’apertura e il coordinamento delle famiglie, (andrebbe a quel punto ipotizzata l’apertura di una seconda sede, un altro Emporio – ma al momento questa riflessione è prematura). La nascita dell’Emporio, comunque, non ha azzerato altre formule di aiuto che comunque continuano ad esistere (Caritas, oratori, …): l’idea condivisa è di coordinare tutte queste forme di aiuto sulla città, per evitare sprechi e duplicazioni di interventi.
Parlando un attimo di numeri e di Immigrazione, sa dirci una percentuale di stranieri sul totale degli utenti dell’Emporio?
Nel 2022, da gennaio a dicembre, le famiglie aiutate sono state 244, 573 persone totali: 130 italiani e 443 stranieri, di cui 187 ucraini.
Quale potrebbe essere un messaggio o un invito che vuole dare alle realtà che fanno parte della Rete dell’Emporio?
Uno dei punti di forza dell’Emporio Solidale di Mantova è il fatto che è formato da una rete di associazioni che possono contribuire in forma anche diversa: chi mettendo a disposizione dei volontari (ad esempio, Centro Aperto e Agesci), chi aiutando nella raccolta delle eccedenze e nella redistribuzione (ad esempio Libra), chi fa ricerca di fornitori.
Tutta questa pluralità di associazioni, di natura anche molto diversa fra loro, ma distribuite nei vari quartieri della città, riveste anche un ruolo molto importante qualificandosi come “Antenne Sociali” sul territorio; conoscendo da vicino gli abitanti, i volontari sono in grado di intercettare e far emergere situazioni di bisogno, avvicinare nuove famiglie all’Emporio. Questa sicuramente è una ricchezza. Ovviamente per tutto ciò deve esserci un coordinamento attento e una gestione scientifica, rigorosa ed efficiente. Non si può più improvvisare.
Come ultima cosa vorrei fare un richiamo sull’ultima sua frase “Non si improvvisa più”: come si può conciliare questo aspetto con il fatto che un’associazione è già satura di cose da fare?
Si sente spesso dire che le associazioni hanno bisogno di volontari, che c’è un volontariato dei giovani “fluido” che è cambiato molto, che si va in pensione più tardi e quindi è più difficile che un neo-pensionato abbia subito voglia di fare volontariato. Secondo me i ragazzi costituiscono ancora una possibilità: se trovi la maniera di ingaggiarli e di coinvolgerli, poi sono disponibili a fare volontariato con entusiasmo. Devono trovare una causa forte, l’Emporio lo può diventare, attraverso i temi della povertà alimentare e della sostenibilità ambientale che genera la raccolta delle eccedenze. È una forma di solidarietà concreta, tangibile.
Un altro aspetto da approfondire è lavorare sulla relazione di reciprocità, il beneficiario che a sua volta diventa volontario: è bello vedere una persona che è stata aiutata che a sua volta aiuta gli altri, un percorso già avviato con alcune esperienze dai risultati positivi.
Emporio Solidale di Comunità è una realtà nata dalla volontà di dodici Enti del Terzo Settore (ACLI Sede provinciale di Mantova aps capofila, Agesci Gruppo Mantova 7, associazione Abramo onlus, associazione Agape onlus, associazione Libra onlus, associazione Porta Giulia Hofer Odv, Aval Odv sezione provinciale di Mantova, Centro Aperto Aps, Centro di Aiuto alla Vita, Croce Rossa Italiana Comitato di Mantova, Laboje – associazione di volontariato, CSV Lombardia Sud ETS) e del Comune di Mantova al fine di coordinare le azioni di sostegno alimentare nel capoluogo, affinché queste possano essere sempre più efficaci, efficienti, inclusive ed eque.