Bicicivica 2023 Milano. Pedaliamo insieme
Domenica 7 maggio si chiuderà la rassegna con una pedalata collettiva a tappe per sponsorizzare la mobilità leggera. Un viaggio alla riscoperta del territorio attraverso una serie di luoghi strategici di racconto sociale e culturale. Il giro, che parte da piazza Città di Lombardia, punto di raccolta iniziale e di celebrazione finale, è adatto a tutte le fasce d’età.
Dove e quando
Il punto di ritrovo iniziale sarà in piazza Città di Lombardia (MI) domenica 7 maggio 2023 alle ore 09:00. Sarà possibile noleggiare biciclette, sia normali che elettriche, per chi non ne ha a disposizione. Inoltre, ci sarà uno stand attrezzato per la manutenzione delle biciclette e operatori volontari per aiutare chi ne avesse bisogno.
Il percorso ha una durata di 2 ore e 30 circa e prevede 20 chilometri di percorso.
L’arrivo è previsto sempre in piazza Città di Lombardia indicativamente alle 12:30.
Il percorso
La pedalata collettiva a tappe sponsorizza la mobilità leggera come mezzo per riscoprire luoghi di racconto sociale e culturale.
PROGRAMMA
Ore 9:00 Ritrovo presso piazza Città di Lombardia
Ore 10:00 Partenza
Ore 12:30 Arrivo presso piazza Città di Lombardia
Ore 13:00 Attività finale e ringraziamenti
Come partecipare
Per partecipare all’evento è obbligatorio iscriversi tramite il seguente link
Vi aspettiamo con le vostre biciclette e tanta voglia di pedalare!
Non hai la bicicletta? Nessun problema! Abbiamo delle biciclette da noleggiare gratuitamente il giorno dell’evento messe a disposizione dai nostri partner Decathlon (bici muscolari) e Tier (bici elettriche).[/su_highlight] Le bici saranno assegnate in base all’ordine di arrivo delle richieste fino a esaurimento e verranno distribuite in Piazza Città di Lombardia il giorno dell’evento a partire dalle ore 8:30 fino alle ore 9:30. Per il noleggio segui le indicazioni al link: https://forms.gle/zv28xLB6hXhFDLnB7
LE TAPPE
1 – BAM Biblioteca degli Alberi Milano: BAM è più di un parco. È un giardino botanico contemporaneo nel cuore di Porta Nuova a Milano, dove vivere esperienze culturali a contatto con la natura. All’interno di un contesto metropolitano, innovativo ed internazionale, BAM crea uno spazio pubblico curato, sicuro e vivo. Offre un parco aperto a tutti, un luogo inclusivo che coinvolge la comunità nella cura del verde e in un programma culturale ispirato alla sostenibilità. È il luogo in cui la rete delle Associazioni del Municipio 9 organizza l’evento per la Civil Week.
IN ZONA – Porta Venezia: un mosaico di colori, persone, attività e associazioni. Come è diventato il quartiere LGBTQ+ di Milano? Il merito è dei numerosi locali aperti nel corso degli anni a partire dall’Elephant, oltre 25 anni fa. Simbolo del quartiere è la fermata Porta Venezia M1 tutta arcobaleno. Proprio grazie a questa popolarità, Milano è stata sede nel 2020 per la fiera internazionale del turismo omosessuale, l’IGLTA.
2 – Giardini Argonne: viale Argonne ha cambiato look! Ciclabili, alberi, angoli per lo sport, questo è il nuovo aspetto dell’arteria milanese, completamente rinnovata dal passaggio della metropolitana M4. Durante il passaggio la vista viaggia fino all’orizzonte, tra alberi, campi di calcio, palestre, giostre per i più giovani e piste di bocce per i meno giovani. A guardarlo oggi il viale, una delle direttrici storiche di Milano, assomiglia a un parco giochi per tutti i gusti e tutte le età. Proprio per questo motivo è un luogo di inclusione e aggregazione: c’è il basket e il minibasket, il calcetto e il mini calcetto, ma anche le panchine, dove sedersi per leggere un giornale o chiacchierare. La riqualificazione di questa arteria cittadina è solo una delle tante eredità sostenibili di M4. Il parco, realizzato da Webuild, appartiene al progetto complessivo di riqualificazione cittadina che da Est a Ovest investe l’intero percorso della nuova metropolitana.
3 – Ortica: nel percorso non poteva mancare un vero e proprio museo a cielo aperto. Un passaggio tra i murales che raccontano la storia del Novecento milanese. Il quartiere ha un forte senso di comunità, infatti, nel 2015 nasce il progetto Or.Me (Ortica Memoria) che ricopre i muri dei palazzi dell’Ortica con murales che raccontano la storia del quartiere e della città nel corso del Novecento. Un’esposizione permanente dedicata ai valori e alle persone che hanno cambiato il volto di questa periferia. Il quartiere è composto da 20 opere di arte urbana tra le più grandi in Italia.
Tra questi vedremo la “Madunina” e il muro dei papaveri. La “Madunina”: dopo il Duomo, anche la ‘Madunina’ si è trasferita nel quartiere Ortica di Milano. Il maxi murale ritrae la Vergine simbolo della città in tutta la sua bellezza. Divisa in strisce verticali, la Madonnina è stata realizzata in una scala di colori dal giallo al beige fino al bianco, proprio per rievocare la doratura che contraddistingue la statua originale posta sulla Guglia Maggiore del Duomo. L’opera si aggiunge al progetto Or.Me – Ortica Memoria che punta a trasformare il quartiere della periferia e Est di Milano in un museo a cielo aperto all’insegna della street art. Il muro dei papaveri: in collaborazione con il Comune, l’opera di due artisti ‘Ortica noodles’ che ha coinvolte i residenti del quartiere nella realizzazione delle opere con cartoni e non con spray. L’obiettivo è di portare la gente nelle periferie per dare nuova vita. Le tematiche dei murales costituiscono un tributo alle principali figure e vicende del 1900. Molti personaggi famosi sono raffigurati, in particolare, troviamo i più importanti autori della canzone milanese: Ornella Vanoni, Enzo Jannacci, Dario Fo, Ivan Della Mea, Giorgio Gaber e Nanni Svampa.
4 – Antico Borgo di Lambrate: ad abitare qui secoli fa avresti vissuto tra i Romani. La storia del quartiere ha inizio verso il primo secolo dopo cristo. Ad attestare il vissuto dei romani il ritrovamento di una pergamena che risale al 1166 in cui viene dichiarato che Lambrate fosse una sorta di borgo imperiale; e un cantiere per una costruzione residenziale, nel 1905, in cui vennero ritrovati la Cappelletta di Lambrate, il sarcofago di marmo e il bronzo augusteo. Nel XVI secolo, passeggiando per le vie, avresti potuto vedere Villa Busca Serbelloni detta “La Palazzetta”, Villa delle Rose e Villa Folli. Da questo si può intuire che a quei tempi, Lambrate era una zona di villeggiatura per i nobili milanesi. Per diverso tempo l’area si è alternata tra libero comune e annessioni varie. Bisogna attendere il 1923 per vederla definitivamente unita al Comune di Milano. Dal 1933 iniziarono a sorgere grandi industrie, tra cui l’Innocenti, dedita alla produzione della famosa Lambretta. In seguito, con il boom economico degli anni ’50, si modificano tutti i caratteri della zona, dal punto di vista sociale e urbanistico: si afferma come quartiere operaio, dove si lavora e si vive. Con gli anni ‘70 inizia la dismissione industriale. Vengono chiusi diversi stabilimenti e delocalizzati alcuni impianti produttivi, lasciando spazi vuoti ed imponenti. Con l’arrivo degli anni duemila si inizia a parlare di riqualificazione del territorio con i primi spazi destinati ad attività culturali: creare il nuovo mantenendo le radici storiche, ricordare il passato guardando al futuro. Già dalla burrascosa storia della zona si capisce come sia sempre stato un territorio in movimento, votato al cambiamento. Fin dall’inizio del processo di riqualificazione il focus è sulla comunità, sugli spazi per la cultura e l’arte. Un quartiere che merita di essere ricordato, mantenuto, valorizzato. Un’area da conoscere, da apprezzare per il suo passato e per il suo recente rinnovamento, sicuramente non ancora concluso. Quest’anno, inoltre, si celebrano i cento anni dell’aggregazione a Milano degli undici comuni limitrofi di prima fascia.
IN ZONA – Crescenzago: il Naviglio della Martesana scorre attraverso il quartiere residenziale di Crescenzago, noto per la chiesa di Santa Maria Rossa, un’elegante chiesa in mattoni rossi con volte affrescate. Crescenzago, come Lambrate, fu annesso al comune di Milano per regio decreto nel 1923, esattamente 100 anni fa.
5 – Parco Lambro: Lambro viene dal greco “ambros” e significa limpido. Così lo descrisse il Petrarca nel 1353: “A piè del colle scorre il Lambro limpidissimo fiume e benché piccolo, è capace di sostenere barche di ordinaria grandezza, il quale scendendo per Monza, di qui non lungi, si scarica nel Po”. La sua caratteristica di un tempo viene confermata dal detto milanese: ciar com’el Làmber, “limpido come il Lambro“.
Parco Lambro, realizzato dall’architetto Casiraghi, è uno dei parchi più estesi di Milano in cui scorre il fiume Lambro. È uno dei polmoni verdi della città. Al suo interno, oltre alla presenza di una vastissima flora, ci sono cinque cascine: San Gregorio, Cascina Cassinetta San Gregorio, Cascina Molino Torrette, Cascina Biblioteca, Cascina Molino San Gregorio.
Le Guardie Ecologiche Volontarie hanno realizzato un percorso botanico per il riconoscimento degli alberi del parco. Lo Skatepark, inaugurato nel 2002 e meglio conosciuto come LambrBrooklyn, è fatto su misura per chi ama l’adrenalina. La parola d’ordine è sentirsi liberi, prerogativa richiesta a skaters e bikers. Sono anche presenti svariati enti non profit, strizzando dunque un occhio anche all’aspetto sociale e non solo ambientale. È luogo di ritrovo ma anche di svago, posto in cui ci si può divertire grazie alla pista da skate oppure risposarsi godendosi la natura.
IN ZONA – via Padova: una delle arterie milanesi più importanti che accorpa Milano con Crescenzago. Una strada rettilinea, costruita nel 1820 quando tutto attorno non vi era altro che campagna. Una particolarità la si nota al civico numero 257, dove si trova una vecchia casa di ringhiera, soprannominata “La Corte dell’America”. Questo luogo era un punto di ritrovo per tantissimi italiani che tra fine Ottocento e inizio Novecento partivano per cercare fortuna in America. Al numero 144 si trova invece la casa della cultura Musulmana, attiva anche per l’integrazione dei cittadini del quartiere. È multietnica, qui si intrecciano le più svariate culture. Infatti, oltre cinquanta nazionalità convivono con gli abitanti storici del quartiere. È anche simbolo della prossima riqualificazione di cui sarà protagonista. Infatti, l’obiettivo è quello di trasformare Via Padova in un luogo esteticamente migliore, rendendola più sicura e abitabile.
6 – Tunnel Boulevard : Tunnel Boulevard è un processo di rigenerazione dello spazio pubblico di Via Pontano e dei suoi tunnel ferroviari, con azioni di design sociale e arte pubblica che promuovono la partecipazione della cittadinanza attiva e creano coesione sociale. Scopri di più
7 – Parco Trotter: un nome che è tutto un programma. Il Parco Trotter di Milano si chiama così per via delle origini, senza dubbio affascinanti. Fu battezzato in questo modo nei primi anni del Novecento, prendendo in prestito la denominazione dalla “Società del Trotter”, come i cittadini affettuosamente chiamavano la Società Nazionale del Trotto. Sull’area fu impiantato un ippodromo rimasto in attività quasi vent’anni. Fu poi spostato presso San Siro, vicino al nuovo galoppatoio dove tuttora si trova. L’ampio spazio dell’ippodromo veniva però utilizzato pure in altra maniera. Difatti, all’alba del XX secolo vi si faceva ricorso pure come pista automobilistica, motociclistica e ciclistica. Insomma, di tutto un po’. Nei giorni nostri le tracce di quell’illustre passato appaiono piuttosto sbiadite, anche se l’anello del vecchio tracciato di gara è ancora riconoscibile, tramutato nel viale principale.
IN ZONA – stazione centrale: Costruita su progetto dell’architetto Ulisse Stacchini, fu inaugurata nel 1931 in sostituzione della precedente stazione centrale del 1864 che sorgeva nell’attuale piazza della Repubblica e che era divenuta insufficiente ad assorbire l’aumento del traffico ferroviario. Oggi quella di Milano è la seconda stazione d’Italia per volume di traffico, con un numero di passeggeri inferiore soltanto a quello di Roma Termini.
8 – Piazza Città di Lombardia: il ritorno in piazza Città di Lombardia, dove tutti i partecipanti saranno accolti da un intrattenimento musicale e molto altro. L’evento si concluderà con i saluti istituzionali e i ringraziamenti da parte dei promotori del progetto, a tutti i partecipanti e gli enti organizzatori.
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