Ero straniero: raccolte 70mila firme, ma il movimento continua
#artedellintegrazione
Superare le attuali politiche sull’immigrazione in Italia, per governare in modo efficace e nel rispetto dei diritti il fenomeno dei flussi migratori. Cambiare la narrazione sull’immigrazione, riportando i dati corretti e raccontando le esperienze positive, per far emergere quel patrimonio di solidarietà che è diffuso e radicato nei nostri territori, ma anche per superare paure, pregiudizi e intolleranza nei confronti degli stranieri.
Questo il duplice obiettivo della campagna “Ero Straniero – L’umanità che fa bene”, promossa dalla Fondazione Casa della carità di Milano, Radicali Italiani con Emma Bonino, ACLI, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto e CILD, che proprio in questi giorni sta per concludersi, almeno per quel che riguarda la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare, che superi la Bossi-Fini e consenta di aprire canali regolari per entrare in Italia e promuovere l’integrazione attraverso il lavoro.
Con la conclusione della raccolta firme, però, non finisce quel movimento culturale che la campagna è stata capace di mettere in moto. Dal lancio di Ero Straniero lo scorso aprile, infatti, di giorno in giorno sono cresciute le adesioni alla campagna: singoli, istituzioni (oltre 120 sindaci hanno dato il loro sostegno), organizzazioni sindacali o associazioni impegnate sul fronte dell’immigrazione, tra cui Ciessevi, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Comunità di Sant’Egidio. Realtà trasversali per appartenenza e storia, ma tutte convinte che, a chi alimenta lo scontro descrivendo il fenomeno migratorio come un pericolo da combattere, occorre rispondere promuovendo la cultura dell’accoglienza e dell’inclusione.
Così in questi mesi si sono moltiplicate le occasioni di incontro con le persone e i dibattiti sui territori, cui hanno partecipato operatori del terzo settore e volontari, migranti diventati italiani e richiedenti asilo sbarcati da poco e, soprattutto, tantissimi cittadini, compresi molti che avevano un’idea diversa. Insieme si è dialogato, restituendo un’informazione correttasull’immigrazione, fatta di dati ma non solo.
Partecipando a tanti dibattiti in parrocchie, biblioteche, centri di accoglienza e municipi, girando capoluoghi e piccoli centri di tutta la Regione, abbiamo imparato che gli slogan urlati e gli insulti sui social si combattono con la concretezza, da cui partire per riscoprire gli ideali di non violenza e fratellanza. Per questo con Ero Straniero abbiamo dato voce alle storie: quelle di chi è arrivato in Italia da poco o quelle dei cittadini di origine straniera che sono in Italia da tempo e sono diventati membri attivi della nostra comunità, portando ricchezza e vivacità culturale, contaminandoci, rendendo la nostra società meticcia e piena di nuove energie.
Inoltre, abbiamo ascoltato e promosso le esperienze concrete di chi pratica un’accoglienza diffusa e di qualità, vero antidoto alla paura. E proprio da qui vuole proseguire l’impegno culturale di Ero Straniero: dalla raccolta e dalla diffusione di queste buone prassi che esistono, ma che spesso non sono conosciute oppure faticano a essere replicate, perché siamo convinti che anche moltiplicando queste pratiche si possa produrre coesione sociale e sicurezza per tutti.
Per maggiori informazioni: erostraniero.casadellacarita.org