Ciessevi aderisce alla campagna europea “Stavoltavoto”
Ciessevi ha aderito alla campagna del Parlamento europeo “This time i’m voting” – in italiano Stavolta voto – per promuovere il voto alle elezioni europee che si terranno dal 23 al 26 maggio 2019. Consapevolezza, informazione, trasparenza, senso civico, partecipazione attiva sono le parole chiave di questa campagna il cui obiettivo è: assumersi la responsabilità delle proprie scelte.
Nel 2019 infatti i cittadini dei 27 Stati membri dell’UE saranno chiamati ad eleggere i 705 componenti del nuovo Parlamento europeo, 46 in meno rispetto all’UE 28. Infatti, dopo la Brexit, i seggi attualmente occupati dal Regno Unito saranno ridistribuiti tra 14 Stati membri.
Thistimeimvoting.eu è una comunità apolitica, dedicata ad aumentare la consapevolezza democratica: “non basta sperare in un futuro migliore: questa volta ognuno di noi deve assumersene la responsabilità”. La campagna mira a sostenere il voto in sé, cioè l’impegno nel processo democratico con cognizione di causa e in modo informato. Stavolta non basta sperare in un futuro migliore: ognuno di noi deve contribuire a creare quel futuro. #thistimeimvoting invece è l’hastag usato nei canali social dove si organizzano eventi di promozione e discussioni sui temi più sentiti in tutta Europa.
L’ultimo sondaggio Eurobarometro, condotto ad aprile 2018 tra 27.601 persone provenienti da 28 Stati membri, rivela che circa il 60% dei cittadini ritiene che l’adesione all’UE del proprio Paese sia una buona cosa, mentre oltre due terzi degli intervistati sono convinti che il loro Paese abbia avuto beneficio dall’adesione. Un anno prima del ballottaggio europeo, questo sondaggio dà uno sguardo alla percezione del voto da parte dei cittadini. Rispetto alle questioni che più preoccupano gli europei, quasi la metà degli europei (49%) cita la lotta al terrorismo come tema prioritario, seguito dalla disoccupazione giovanile (48%), dall’immigrazione ( 45%), e dall’economia e crescita (42%). Mentre un terzo cita la lotta contro i cambiamenti climatici e la protezione dell’ambiente (35%), promuovendo nel contempo i diritti umani e la democrazia, nonché la protezione sociale dei cittadini dell’UE.
L’indagine ha esaminato anche le opinioni dei cittadini su nuovi partiti politici. Tra il 2013 e il 2018, infatti sono oltre 70 le formazioni politiche sono emerse negli Stati membri dell’UE, alcuni delle quali hanno partecipato con successo alla protesta contro l’Unione. L’indagine ha chiesto il parere degli europei su questi nuovi movimenti. La metà degli intervistati non li considera una minaccia per la democrazia, mentre il 38% pensa che lo sarebbero. Il 70% dei cittadini ritiene che essere contrari a qualcosa non è sufficiente a migliorare lo stato delle cose. Le ragioni civiche sono la prima risposta alla domanda su perché andranno a votare alle elezioni europee. La stragrande maggioranza pensa che molti elettori si asterranno perché “credono che il loro voto non cambierà nulla”, oppure perché “diffidano del sistema politico” o “non sono interessati alla politica o alle elezioni in generale”. La mancanza di informazioni è un altro elemento rilevante da considerare insieme alle ragioni tecniche in quanto il 15% degli intervistati ritiene che le persone non voterebbero perché potrebbero non avere “tempo o qualcosa di più importante da fare”, mentre il 12% “non sa dove o come votare”.
Scarica la scheda informativa relativa all’Italia.
Scarica il sondaggio Democracy on the move. European elections one year to go.