Città più inclusive: Asvis e Urban@it pubblicano l’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile
Coordinare le politiche urbane per “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”, come previsto dall’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 dell’ONU. Individuare obiettivi quantitativi e misurabili da parte dei cittadini su cui orientare l’azione di governo e degli altri attori urbani. Con questo fine nasce l’Agenda Urbana per lo Sviluppo Sostenibile – pubblicata mercoledì 14 marzo- da Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e Centro nazionale di studi per le politiche urbane (Urban@it). Ed è anche l’obiettivo che Ciessevi ha deciso di adottare lo scorso anno attraverso i servizi e i progetti a favore delle organizzazioni di terzo settore e dei volontari.
Walter Vitali, direttore di Urban@it spiega che: «L’Agenda Urbana per lo Sviluppo Sostenibile si articola in tre capitoli. Il primo mostra la necessità che il Governo definisca, in collaborazione con gli enti locali, un’Agenda urbana nazionale basata sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e su target quantitativi definiti per le aree urbane. In questo modo, sarebbe possibile definire un’articolazione urbana della “Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS)” approvata dal CIPE il 22 dicembre 2017. Il secondo capitolo richiama le varie definizioni di territorio urbano e motiva la scelta di utilizzare la definizione dell’Eurostat basata sul “grado di urbanizzazione” (Degree of urbanisation), la quale consente di superare le classiche separazioni tra grandi e piccole città. Il terzo capitolo è articolato in paragrafi corrispondenti ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, per ognuno dei quali vengono individuate le corrispondenze con i 12 temi prioritari dell’Agenda urbana per l’Unione Europea (il cosiddetto “Patto di Amsterdam”) e con gli obiettivi della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile. Per ogni Obiettivo vengono illustrati i target internazionali, la posizione attuale dell’Italia, gli obiettivi nazionali (sono 23) e le azioni necessarie per raggiungerli. L’Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile non solo rappresenta una straordinaria fonte di dati per chi vuole valutare lo stato delle città del nostro Paese rispetto agli obiettivi sui quali l’Italia si è impegnata in sede internazionale, ma soprattutto propone uno strumento di lavoro concreto al Governo, alle amministrazioni locali e alle organizzazioni della società civile che operano, spesso a fianco di queste ultime, per rendere migliori le nostre città».
Ecco alcuni esempi
Per quanto riguarda la qualità dell’aria, il 20,1% della popolazione urbana italiana nel 2014 era esposto a concentrazioni eccessive di polveri sottili (Pm 2,5 e Pm 10), al di sopra delle media delle città della Ue che nel 2013 era stato del 15,9%. Nello stesso anno l’Italia aveva il più alto numero di morti premature correlate al Pm 2,5 (quasi 59.630) e agli altri inquinanti atmosferici come l’ozono e il biossido d’azoto.
L’Agenda propone come obiettivo per le aree urbane il rispetto del limite massimo stabilito dall’Oms per il particolato sottile (2,5 µg/mc, più restrittivo di quello europeo) entro il 2025.
Le azioni suggerite per raggiungerlo sono: a) un Piano di azione nazionale integrato che coinvolga i trasporti, gli impianti di riscaldamento delle abitazioni, l’industria e le infrastrutture verdi; b) la concertazione interistituzionale con il Tavolo per la qualità dell’aria al Ministero dell’Ambiente; c) il rafforzamento dei sistemi di monitoraggio locale; d) gli interventi coordinati sull’hot spot della Pianura Padana.
La situazione dell’Italia per la povertà e l’esclusione sociale è peggiore della media europea, con 3 milioni di persone in tali condizioni in più rispetto al 2008, mentre l’obiettivo nazionale della Strategia Europa 2020 è la loro riduzione di 2,2 milioni.
L’Agenda propone come obiettivo per le aree urbane -1,7 milioni di persone in tali condizioni in meno rispetto al 2008 entro il 2025, in modo da contribuire al raggiungimento dell’obiettivo nazionale della Strategia Europa 2020 con soli cinque anni di ritardo, il che comporta comunque uno sforzo straordinario per ridurre di 5,2 milioni le persone in tali condizioni rispetto al 2016.
Le azioni suggerite per raggiungerlo sono: a) l’attuazione della legge che introduce il Reddito di inclusione (Rei) assicurando l’omogeneità tra nord e sud; b) lo sviluppo del welfare locale come fondamentale pilastro complementare; c) il Piano nazionale di lotta alla povertà e all’esclusione sociale come previsto dalla legge di stabilità per il 2016; d) la valutazione dell’efficacia del nuovo sistema di interventi.
L’ultimo esempio riguarda le abitazioni. La popolazione in condizione di grave disagio abitativo nelle città italiane era l’11,3% nel 2015 mentre la media europea era del 5,2%.
L’obiettivo per le città è portare al di sotto del 4% la popolazione in condizione di grave disagio abitativo entro il 2030 riducendola di 2/3 rispetto al 2015.
Le azioni suggerite per raggiungerlo sono: a) un Piano strategico per le città italiane (6-10 anni), come evoluzione dell’esperienza dei bandi per le periferie: b) una Strategia nazionale per la rigenerazione urbana e le periferie per gli aspetti sociali, di sicurezza e di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente; c) maggiori risorse per il Piano casa (legge n. 80 del 2014); d) attuazione dell’accordo Governo–Anci per l’accoglienza dei rifugiati.
Ciessevi, quindi, insieme al mondo associativo, vuole concorrere al raggiungimento dell’obiettivo 11 di cui in particolare:
- 11.3: entro il 2030, aumentare l’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificazione e gestione partecipata e integrata dell’insediamento umano in tutti i Paesi
- 11.4: rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo
- 11.7: entro il 2030, fornire l’accesso universale a spazi verdi pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per le donne e i bambini, gli anziani e le persone con disabilità
- 11.a: sostenere rapporti economici, sociali e ambientali positivi tra le zone urbane, periurbane e rurali, rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale.
Scarica l’Agenda Urbana per lo Sviluppo Sostenibile
(Fonte: Asvis)