Donazioni a due velocità con la pandemia. L’emergenza cambia la raccolta fondi
La pandemia cambia volto al fundraising: dall’esplosione dell’emergenza Covid-19 la raccolta fondi corre a due velocità in Italia. Volano le donazioni agli enti non profit impegnati a fronteggiare il Coronavirus: più cittadini devolvono denaro sia alle organizzazioni medico-sanitarie assistenziali, sia per le iniziative a sostegno dei più deboli e svantaggiati. Precipitano invece le donazioni alle associazioni attive in altri settori della solidarietà.
di Elisabetta Bianchetti
La pandemia cambia volto al fundraising: dall’esplosione dell’emergenza la raccolta fondi corre a due velocità in Italia. Volano le donazioni agli enti non profit impegnati a fronteggiare il Coronavirus: più cittadini devolvono denaro sia alle organizzazioni medico-sanitarie assistenziali, sia per le iniziative a sostegno dei più deboli e svantaggiati. Precipitano invece le donazioni alle associazioni che non sono in trincea a combattere il Covid 19. Sono le due facce della stessa moneta fotografate da due differenti indagini: una svolta dall’Istituto italiano della donazione e l’altra realizzata dall’azienda di ricerche di mercato BVA-Doxa.
Questa però è una tendenza che si riscontra non solo in ambito nazionale. Il trend si riflette anche all’estero: infatti numerosi sondaggi effettuati in altri Paesi europei e negli Stati Uniti confermano che nel campo del fundraising la forbice tra le realtà non profit in prima linea contro la pandemia e quelle attive in altri settori della solidarietà si sta allargando in queste settimane di lockdown.
Raccolta fondi: due fotografie in chiaro-scuro
Il sondaggio #ildonononsiferma su 130 organizzazioni non profit condotto dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) ha rilevato che le donazioni agli enti non profit non impegnati nell’emergenza si sono dimezzate, subendo un calo del 50 per cento. Negativo soprattutto il caso della cooperazione internazionale, che registra una diminuzione marcata dei finanziamenti elargiti. Al contrario accelerano le raccolte fondi in ambito sanitario-ospedaliero e in aiuto alla propria comunità di riferimento, così come al potenziamento di servizi di assistenza domiciliare per le persone più fragili del proprio territorio. Lo certificano i numeri dell’indagine “L’impatto del Coronavirus sul general public” di BVA-Doxa. Secondo tale studio, oltre la metà degli italiani ha donato (o ha intenzione di donare) a enti non profit e a sostengo di iniziative legate al Covid-19. Spiega Valeria Reda, senior research manager di BVA Doxa: «Il 24% della popolazione Italiana dichiara di avere fatto una donazione dall’avvio dell’emergenza coronavirus mirata all’ambito sanitario e ospedaliero, pari a circa 10/12 milioni di Italiani. Un ulteriore 35% dichiara che farà una donazione nelle prossime settimane. Rispetto ai dati in nostro possesso si tratta di un aumento di circa il 30% rispetto alla somma totale degli italiani che donano ogni anno a fini di ricerca scientifica, sanitaria ed equivalenti, pari a 8,3 milioni di persone nel 2019».
I timori nel non profit: l’emergenza è anche sociale
Queste due velocità nella raccolta fondi suonano come un campanello d’allarme per il settore non profit. «L’emergenza che stiamo vivendo – dice Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore – non è solamente un’emergenza sanitaria ed economica ma anche e soprattutto sociale. I dati delle donazioni raccontano una situazione molto grave e testimoniano un’eccezionale inversione di tendenza che vede un riorientamento delle scelte dei donatori verso soggetti percepiti come più vicini: viene abbandonano il sostegno alle organizzazioni, in primis alla cooperazione internazionale, a vantaggio di quello alle istituzioni pubbliche, come la protezione civile e gli ospedali. Un cambiamento di questa portata, nel momento critico che il Paese sta attraversando, avrà conseguenze drammatiche rispetto alla capacità delle organizzazioni di resistere e sopravvivere».
Un quadro in chiaro scuro che preoccupa Cinzia Di Stasio. Il segretario generale dell’IID riconosce che la pandemia ha dimostrato «come il Terzo settore sia capace di cambiamenti in corsa». Sono infatti numerosi gli enti che, pur di non chiudere i servizi offerti, «hanno trasformato la propria azione sul campo per stare comunque vicino ai beneficiari della propria attività. Infatti un 20 per cento delle associazioni ha portato avanti comunque i servizi offerti, seppur soffrendo difficoltà economiche e organizzative. Mentre solo il 7% dichiara di aver dovuto sospendere completamente i propri servizi e prestazioni».
Gli fa eco Stefano Tabò, presidente di IID: «Un Terzo settore dinamico e capace di adattarsi alle nuove emergenze – afferma – è un elemento fondamentale del welfare nazionale. L’impoverimento progressivo del welfare diventa un boomerang soprattutto in questi particolari momenti di difficoltà. Solo una collaborazione solida e basata sulla fiducia con il Terzo settore può essere la chiave di volta per la risoluzione più veloce delle nuove emergenze. La sfida è il rafforzamento del settore, sia in termini economici ma ancora di più in termini di consapevolezza del ruolo strategico che oggi ricopre».
Sullo scenario attuale delle raccolte fondi, a lanciare un allarme è anche il sito fundraising.it: «Non si può dimenticare che chi fa raccolta fondi deve garantire professionalità e trasparenza, come afferma la mission che da vent’anni anima l’attività del Master in Fundraising e dell’Associazione Festival del Fundraising. La scelta è nelle mani dei donatori, quello che devono sempre pretendere sono etica, impatto e affidabilità. E poi c’è un altro importante tema. Quando pensiamo alla raccolta fondi abbiamo in mente le associazioni e le organizzazioni non profit. Ma queste non sono le uniche realtà ad averne bisogno. Pensiamo alla protezione civile e alla sanità che in questo momento sono al centro di campagne legate all’emergenza. Sicuramente sarebbe più opportuna una gestione di raccolta fondi programmata e non basata sull’urgenza, per assicurare a realtà così fondamentali per la nostra società civile di svolgere al meglio il proprio lavoro».
Dagli Usa al Regno Unito: le iniziative pilota
La pandemia sta mettendo in crisi tutte quelle associazioni che promuovono eventi di raccolta fondi peer-to-peer, cioè campagne che coinvolgono i propri sostenitori in attività come passeggiate, maratone, biciclettate di solidarietà a fini benefici. A causa dell’esplosione del Coronavirus, tali enti si sono dovuti reinventare gli eventi programmati per questa primavera trasformando le iniziative “di persona” in programmi virtuali, affrontando numerose difficoltà, in particolare se l’organizzazione ha maturato poca esperienza nel campo delle nuove tecnologie.
Un utile esempio arriva da oltreoceano. Negli Stati Uniti l’ente non profit “March of Dimes” ha convertito la sua serie di camminate “March for Babies” in un programma virtuale, March for Babies Step Up!: fino al prossimo 15 maggio, i sostenitori potranno marciare nelle loro case, su e giù per le scale o marciare all’esterno (se sicuro) utilizzando un’app mobile di Charity Miles per tenere traccia dei loro progressi e partecipare a concorsi a tema come la sfida della staffa March Madness.
Sempre negli Usa, St. Baldrick’s, un’organizzazione che per tradizione organizzava degli eventi nel mese di marzo dove le persone si riunivano per radersi la testa in cambio di contributi dalla cerchia dei conoscenti, ha modificato la sua iniziativa durante il periodo di distanziamento sociale: la kermesse è “emigrata” verso uno streaming video, utilizzando due piattaforme diverse per organizzare gli eventi virtuali di rasatura dei capelli e raccogliere donazioni.
Straordinaria, invece, la capacità creativa dei singoli. È rimbalzata in tutto il mondo la storia e l’iniziativa lanciata dal veterano di guerra britannico, l’ex capitano Tom Moore, che il 30 aprile ha compiuto 100 anni e che vive nel paesino di Marston Moreteyne (circa 60 chilometri a nord di Londra). L’ex militare centenario è riuscito a raccogliere l’enorme cifra di quasi 28 milioni di sterline (pari a 32 milioni di euro) per aiutare la sanità britannica nella lotta al Coronavirus. Ma come ha fatto? Nei mesi scorsi era caduto fratturandosi l’anca e il servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) lo aveva curato. Ora l’ex veterano di guerra è in piedi grazie a un deambulatore. L’anziano capitano Moore era così grato ai medici che lo hanno rimesso in piedi che ha deciso di dare il suo piccolo contributo per fronteggiare la pandemia. E così, con l’aiuto dei suoi familiari, ha lanciato una colletta online per sdebitarsi, promettendo in cambio di fare, grazie a un piccolo deambulatore che lo sorregge, cento volte il giro del suo giardino (25 metri) entro il 30 aprile, il giorno del suo centesimo compleanno. Risultato? Puntava soltanto a racimolare un migliaio di sterline, ha sbalordito il mondo raccogliendo una cifra da capogiro ed è balzato in vetta alla classifica della piattaforma Justgivin. E non è finita qui. Sempre a scopo benefico ha cantato la cover dell’inno della squadra di calcio del Liverpool “You’ll never walk alone”, insieme a Michael Ball e al coro NHS Voices of Care conquistando il primo posto della hit parade britannica dei singoli.
Fundraising, cosa fare: un corso online con CSV e Bocconi
Un primo spunto di riflessione su come la pandemia ha modificato la spinta a donare lo organizza CSV Milano con un evento speciale dedicato al fundraising: mercoledì 20 maggio e lunedì 8 giugno, dalle ore 18.30 alle 20.30, in collaborazione con Cergas Bocconi, ci sarà il webinar “Quanto vale la fiducia ai tempi del Covid 19”. Grazie ad alcuni esempi virtuosi si analizzeranno alcuni elementi da cui ripartire e gli strumenti da adottare.
Nel primo incontro, Giuliana Baldassarre e Alessia Anzivino, docenti SDA Bocconi, ci aiuteranno a riflettere su come questa emergenza modificato i sistemi di raccolta di risorse per enti del Terzo settore. Il secondo, invece, sarà gestito come follow up, con l’opportunità di confrontarsi su iniziative attivate o da attivare per creare tra partecipanti una comunità di pratiche virtuose.
Per aggiornamenti, notizie, indicazioni su cosa fare e come aiutare vai alla rubrica Emergenza Coronavirus