Empatia: linfa per gli esseri viventi
I volontariati sono reti, si sa. Esiste, però, una rete poco esplorata e mai associata al mondo del volontariato, che arriva dalle scienze forestali. Ci introduce a questa metafora Carola Carazzone segretario generale di Assifero
Tratto da VDossier
“Sono cresciuta nelle Alpi piemontesi ed ho sempre amato le foreste alpine, mi ha colpito e illuminato il lavoro della scienziata Suzanne Simard che ha dedicato 30 anni della sua vita a dimostrare che sottoterra gli alberi, anche di specie diverse, sono connessi gli uni agli altri attraverso un sistema vivente complesso di enormi reti di funghi e filamenti che, a partire dalle radici, permettono loro di comunicare e cooperare. Simard, derisa per anni, ha scoperto che gli alberi, isolati e immobili in superficie, sono di fatto in dialogo tra loro, connessi attraverso la rete micorrizica, un complesso sistema sotterraneo di sentieri biologici che permettono loro di scambiarsi acqua, carbonio, nutrimento, ormoni e segnali di pericolo. In sostanza la rete micorrizica è un sistema vivente basato sulla negoziazione, il compromesso, la reciprocità, la collaborazione e la connessione. Esattamente gli stessi principi che sono alle fondamenta dei volontariati, sistemi dinamici e vivi, capaci di resilienza, flessibilità e reciprocità.
Proprio dallo studio della rete micorrizica si rende evidente come il sistema cooperativo che si instaura tra le piante si adatti al grado di complessità e che in questa connettività ciascun elemento ne trae beneficio. … La diversità crea ricchezza e occasione di maggior cooperazione, non rappresenta un ostacolo.”
Dovremmo quindi imparare dalla natura a dare valore alle differenze nelle nostre comunità, tra organizzazioni e tra le esperienze di volontariato.
[…] Io trovo che crei più dipendenza – e più distorsione – una visione del volontariato come erogatore di servizi a basso costo piuttosto che una visione di autoregolamentazione, scambio e nutrimento reciproco.
Diventa a mio avviso molto pericoloso quando un sistema di welfare fa affidamento al volontariato e al lavoro di cura gratuito in ambito familiare, spesso assunto dalle donne, senza prendersi in carico i bisogni delle comunità.
Un sistema di welfare sano – come una rete micorrizica – dovrebbe far leva sul volontariato innescando dei meccanismi virtuosi che creano qualità della vita e benessere, che si prendono cura olisticamente delle nostre comunità e delle persone che ci vivono e del pianeta”
[…] Sono convinta che ciascuno nel suo piccolo (o grande) possa essere attivatore e attore di cambiamento. Il cambiamento sociale è un processo composto da diverse spore, che diventano alberi, piante, fiori ciascuno nella sua diversità e ciascuno con una piccola parte. Rifiuto l’idea che il cambiamento sia del genio, del condottiero, dell’eroe, per me è movimento collettivo inarrestabile dal basso. Ciascuno può fare un pezzo, che diviene parte del tutto. E in questo il volontariato è quel sistema vivente di connettività che consente a ciascuno attraverso un’educazione permanente all’empatia, alla capacità di mettersi nei panni degli altri di contribuire a creare immaginazione sociale e promuovere cambiamento sociale.
CAROLA CARAZZONE, avvocato specializzato in diritti umani, è Segretario Generale di Assifero, l’Associazione Italiana delle Fondazioni ed Enti della Filantropia Istituzionale. È stata la prima donna italiana a diventare Presidente della rete internazionale DAFNE, Donors and Foundations Networks in Europe. Docente universitaria, è membro di prestigiose realtà che si occupano di filantropia.
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