Evoluzione è cooperazione
Lo stereotipo dell’evoluzione come agone dove sopravvive il più forte è ormai superato. Gli studi hanno evidenziato come la cooperazione sia uno dei motori del cambiamento e della produzione di diversità, insieme alle altre strategie evolutive.
Tratto da VDossier
Abbiamo raggiunto per una chiacchierata di approfondimento sul legame tra evoluzione e cooperazione, Telmo Pievani, filosofo, evoluzionista, docente di Filosofia delle Scienze Biologiche al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova per capire, attraverso il suo punto di vista, quanto c’è di naturale nella solidarietà e nella propensione umana al volontariato.
«Il vecchio stereotipo dell’evoluzione, come lotta e sopraffazione, è ormai superato. Diversi studi hanno permesso di mettere in discussione, una volta per tutte, che l’idea della competizione sia il grande mantra di ogni processo evolutivo e, al contrario, hanno al tempo stesso evidenziato come la cooperazione sia uno dei motori del cambiamento e della produzione di diversità, insieme alle altre strategie evolutive. Nell’evoluzione umana possiamo affermare che la cooperazione è tanto importante almeno quanto la competizione». Con l’attenzione, ci spiega Pievani, a non cadere nell’errore di attribuire alla natura giudizi morali. Ciò che è importante riconoscere oggi è che gli stereotipi competitivi basati su idee evoluzionistiche scorrette o mal interpretate in passato hanno giustificato comportamenti umani, come quanto avvenuto a fine Ottocento con il darwinismo sociale, che ha aperto le porte a teorie imperialiste e razziste. «In realtà, gli aspetti solidaristici e altruistici, fanno parte di ciò che ci ha reso unici. L’evoluzione sociale è il grande sentiero che ha reso il nostro cervello così grande, di avere dei cuccioli che crescono lentamente e in un contesto familiare. Ha permesso l’esplosione della creatività e dell’intelligenza simbolica umana. Queste, sono tutte ragioni interessanti per capire che la solidarietà e la cooperazione non sono delle eccezioni in natura, ma sono una strategia vincente».
Per dirla con una frase a cui tengo molto “siamo culturali per via biologica, ma siamo sempre di più biologici per via culturale”, […] non ha più senso mantenere questa dicotomia tra biologia e cultura, tra natura e cultura, perché sono dimensioni in relazione tra loro.»
«Noi esseri umani, a differenza di tutti gli altri animali, abbiamo due terzi del cervello che cresce dopo la nascita. Abbiamo dei cuccioli che nascono molto deboli, inermi e questo, all’inizio è stato uno svantaggio, è stato un costo bilanciato dall’atteggiamento protettivo e difensivo del gruppo sociale.»
Il nostro cervello viene letteralmente scolpito e arricchito dalle esperienze che facciamo, dall’educazione, dal gioco, dall’imitazione, dall’apprendimento sociale che imprimono caratteristiche fondamentali per il nostro cervello.»
[…] un fatto culturale modifica la struttura del nostro cervello, che tra l’altro è anche molto plastico e quindi ha la capacità di riorganizzarsi in modo più flessibile di quanto si pensasse».
«C’è ancora una visione eroica del volontariato nella quale la persona si sente “buona”, quasi “contro natura” in un mondo fatto di egoismo. In realtà … gli studi evolutivi ci fanno capire che la solidarietà sociale è l’espressione migliore dell’evoluzione umana. Non è un vezzo di buonismo ma è ciò di cui abbiamo bisogno per uscire dai guai in cui siamo immersi, primo tra tutti la crisi ambientale e le diseguaglianze sociali».
Telmo Pievani, filosofo, evoluzionista, docente di Filosofia delle Scienze Biologiche al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, ha la grande capacità di riuscire a parlare a tutti, affrontando temi complessi con parole chiare, uno sguardo sorridente e un tono pacato.
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