Focus on digitale
Gli strumenti digitali sono strategici e fondamentali, ma nascondono trappole e insidie che troppo spesso siamo portati a sottovalutare. Cosa comporta questo aspetto per il volontariato? Ne parla l’esperto Marco Schiaffino nel suo Focus On Digitale
Tratto da VDossier
Promuovere, coinvolgere, trascinare e informare: il World Wide Web è uno strumento perfetto per spingere le attività di volontariato e dare visibilità a una causa. L’uso degli strumenti digitali, però, nasconde trappole e insidie che troppo spesso siamo portati a sottovalutare.
Ogni volta che utilizziamo un social network, è indispensabile ricordare che la piattaforma che stiamo usando non è messa a disposizione per scopi filantropici. Ogni fotografia, video, post, messaggio e comunicato viene inevitabilmente e sistematicamente monetizzato. Ogni “like” che incassiamo su Facebook, ogni retweet e ogni cuoricino su Instagram rappresentano un mattoncino nel processo di profilazione degli utenti iscritti al social network, che poi vengono utilizzati per veicolare pubblicità personalizzata agli utenti che hanno espresso il loro gradimento. Certo: si tratta di una contropartita che a livello di opinione pubblica è stata assimilata come “necessaria”. Spesso, però, la pervasività dell’attività di profilazione viene sottovalutata.
Insomma: ricordiamoci che quando coinvolgiamo qualcuno nelle attività della nostra associazione sui social network, stiamo indirettamente contribuendo alla sua profilazione.
A questo punto, qualcuno avrà pensato: “Ma in fondo che danno può fare un’informazione che collega una persona a un’attività di volontariato o a una causa umanitaria?” In un mondo perfetto, nessuno. Nel mondo in cui viviamo, però, le cose funzionano in maniera diversa. A utilizzare le informazioni che “seminiamo” sul Web non sono soltanto le agenzie pubblicitarie. Ci sono società che utilizzano questi dati per fornire servizi di ogni tipo: dall’affidabilità a livello di solvibilità di un debitore per l’assegnazione di un mutuo, alla valutazione di un candidato a un posto di lavoro.
Mario Rossi partecipa alla giornata per la lotta ai tumori? Potrebbe avere un parente malato e trovarsi a sopportare spese mediche ingenti in un prossimo futuro: cattivo debitore.
Simone Bianchi fa volontariato con i bambini disabili? Se ha un figlio disabile potrebbe essere meno disposta alle trasferte o agli straordinari: meglio assumere qualcun altro.
Alessandra Verdi sostiene i diritti LGBTQ+? Sarà sicuramente una piantagrane pronta a denunciare per molestie qualsiasi atteggiamento “sopra le righe” del suo capo, meglio scegliere un’altra impiegata per la promozione.
Paranoia? Un po’. Purtroppo la cronaca recente conferma che l’uso dei dati di profilazione su Internet sta arrivando (e sicuramente arriverà) a livelli quantitativi e qualitativi che superano qualsiasi distopia orwelliana. Non è il caso si buttare lo smartphone o fracassare il computer con un martello. Ma un po’ di attenzione in ciò che pubblichiamo…ecco, quella sì.
MARCO SCHIAFFINO, avvocato prestato al giornalismo. Esperto e divulgatore sui temi hi-tech e sicurezza informatica. Collabora con diverse testate online e cartacee, come il Fatto Quotidiano, Left e SecurityInfo.it. Voce di Radio Popolare Milano dove cura la rubrica Doppio Click su tecnologie, Internet e dintorni.
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