I numeri dell’emergenza profughi
Lo scenario italiano aggiornato sul numero di profughi e migranti che, con diverse modalità, arrivano sul suolo italiano. Lo vediamo in queste schede.
I DATI DELL’ACCOGLIENZA AI PROFUGHI UCRAINI
Sono 143.134 le persone in fuga dalla guerra in Ucraina che hanno richiesto il permesso di soggiorno per protezione temporanea agli Uffici immigrazione delle Questure. In Lombardia le richieste di protezione temporanea sono 22.988, di cui 5.372 nella Città metropolitana di Milano (dati aggiornati al 15 luglio 2022).
Ricordiamo che possono ottenere il contributo di sostentamento le persone provenienti dall’Ucraina che hanno presentato domanda di permesso di soggiorno per protezione temporanea. Il contributo è di 300 euro al mese per un massimo di tre a partire dalla data della ricevuta di presentazione della domanda di permesso. Può essere richiesto entro il 30 settembre 2022 tramite la piattaforma dedicata.
I profughi ucraini che hanno richiesto il contributo di sostentamento sono 82.702, di cui 13.212 in Lombardia e 3.208 nella Città metropolitana di Milano.
Rispetto alle manifestazioni di interesse per l’accoglienza la Città metropolitana di Milano ha messo a disposizione 709 posti nei sette enti di Terzo settore che hanno partecipato al bando (dati aggiornati al 27 luglio 2022).
I dettaglio dei dati nelle immagini sotto.
Emergenza Ucraina: richieste di protezione temporanea – dati nazionali
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(Fonte: Dipartimento della Protezione civile Emergenza Ucraina. Dashboard richieste di protezione temporanea)
Emergenza Ucraina: richieste di protezione temporanea – dati Città metropolitana di Milano
Clicca l’immagine per ingrandirla.
(Fonte: Dipartimento della Protezione civile Emergenza Ucraina. Dashboard richieste di protezione temporanea)
I DATI DELL’ACCOGLIENZA AI RICHIEDENTI ASILO E RIFUGIATI
In Italia predomina ancora il sistema di accoglienza straordinaria per migranti che richiedono asilo. Infatti, il regime ordinario è attivo solo in 14 province su 107. A scattare una fotografia della situazione del sistema di accoglienza è Fondazione Openpolis che rileva come, nel nostro Paese, prevalga ancora il sistema prefettizio, o straordinario, a discapito di quello ordinario, che offre maggiori possibilità di integrazione nel territorio.
Centri di prima accoglienza, Sai e Cas
Sono le tre categorie di centri di accoglienza presenti oggi in Italia:
- centri di prima accoglienza: le persone sono identificate e indirizzate verso i passaggi successivi
- Sai: è il sistema ordinario di accoglienza
- Cas: dovrebbero essere attivati solo in via straordinaria, a causa della mancanza di posti negli altri centri.
Ecco alcuni numeri
9.138
sono le strutture (centri di accoglienza straordinari, Sprar/Siproimi, centri di prima accoglienza) monitorate nella nuova piattaforma web Centri d’Italia, realizzata da openpolis e ActionAid.
Vai alla piattaforma
76.236
i rifugiati e richiedenti asilo accolti nei centri al 31 dicembre 2020. Lo stesso giorno del 2018 erano più di 131mila. Tra il 2018 e il 2020 si è registrato un calo del 42% delle persone complessivamente ospitate nel sistema di accoglienza.
68,3%
delle persone accolte (al 30 novembre 2021) era ospitato in centri di accoglienza straordinaria (Cas) o di prima accoglienza. 7 persone su 10 sono accolte nel sistema di accoglienza straordinario, nonostante non ci sia alcuna emergenza.
25%
dei comuni italiani erano interessati dall’insediamento di almeno un centro di accoglienza alla fine del 2020. Parliamo di 1.975 territori. Nel 2018 erano 3.063, il 38,5% del totale. Alla luce del calo degli arrivi, se nel 2020 si fosse mantenuta una distribuzione geografica simile a quella del 2018, il modello dell’accoglienza diffusa sarebbe stato più omogeneo nel Paese, a vantaggio dell’inclusione sociale delle persone accolte e dell’intera collettività. I centri di piccole dimensioni sono quelli più penalizzati, i centri grandi, al contrario, sono diventati ancora più grandi.
0,13%
è la percentuale della popolazione italiana composta da rifugiati e richiedenti asilo in accoglienza nel 2020.
10 volte
in più rispetto alla media nazionale è la capienza dei centri presenti a Milano.
PER APPROFONDIRE
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