L’arte di “fare rete”. Quel patto volontari e Comune sul modello “I love Bolognina”
A scuola di welfare di comunità. Non solo lotta al degrado, ma più relazioni contro l’esclusione: associazioni e cittadini in strada per rigenerare il centro di Bologna
di Elisabetta Mandrioli e Cinzia Migani
Le origini del progetto “I love Bolognina” risalgono alla fine del 2016 da una suggestione di Benedetta Cucci, giornalista del “Resto del Carlino” fortemente radicata nel territorio della Bolognina, zona di lunga tradizione storica e sociale compresa nel quartiere Navile. Cucci, per contrastare la rappresentazione sui media, da lei non condivisa, che ormai da alcuni anni descriveva la Bolognina quasi esclusivamente in termini negativi, come zona di spaccio e criminalità, al ritorno da un viaggio a Berlino propose all’amministrazione del Quartiere di rilanciarne l’immagine attraverso un logo a forte valenza identitaria e una strategia di marketing volta a promuovere una diversa e più positiva rappresentazione delle realtà presenti in quell’area. La proposta fu accolta, come racconta il presidente del Quartiere Navile, Daniele Ara: «Il progetto è nato dall’esigenza di mettere in collegamento le diverse realtà che volevano prendersi cura della Bolognina, creando innanzitutto un sentimento positivo tra le persone con proposte e attività. Benedetta Cucci, che nella capitale tedesca aveva visto il progetto “I love Kreuzberg”, suggerì di coniare uno slogan, un simbolo sotto il quale potevano riconoscersi tutte le persone che, con diverse modalità, desideravano prendersi cura del quartiere. È nato proprio così, con l’idea di diffondere questo messaggio in maniera capillare e diffusa».
Quando la cura del quartiere sposa la convivialità
Lo spunto progettuale fu portato da Antonella Di Pietro – consigliera di Quartiere, coordinatrice della Commissione Commercio e Cittadinanza attiva – all’interno del tavolo istituzionale “Convivere Bolognina”, che lavorava già con attori del mondo economico e sociale per costruire una prospettiva positiva rispetto ai bisogni e alle opportunità del territorio attraverso diverse modalità di relazione, compresi i Patti di collaborazione. Grazie al sostegno di diversi attori sociali fu organizzata la prima attività di marketing sociale con il lancio, a febbraio 2017, delle spille con il logo “I love Bolognina”. Un evento che ha riscosso un grande successo di cittadinanza con un effetto lievitante delle energie delle numerose e composite realtà del territorio. Nasce così un nuovo Patto di collaborazione con l’Amministrazione – formalizzato a inizio 2018 – che ha posto al centro la volontà di rispondere in modo concreto ai bisogni di rigenerazione della zona, attraverso interventi di cura, pulizia e promozione del decoro urbano, come la rimozione delle scritte sui muri, e attività sociali e conviviali per favorire le connessioni tra le persone.
I primi sottoscrittori del patto, con capofila Comitato Vivere Mercato Navile, sono stati soggetti del volontariato e del Terzo settore (centri sociali, realtà culturali, comitati e associazioni di contrasto all’esclusione sociale), del mondo commerciale e della ristorazione, agenzie di comunicazione, servizi e vari cittadini volontari non appartenenti a gruppi, enti o associazioni. Nel corso del 2018 è continuata l’azione di animazione del territorio con, a fine aprile, la presenza di volontari del quartiere Navile al Finger Food Festival con le shopper “I love Bolognina” donate da Estragon Club e la realizzazione, a settembre, del Festival LoveBol Fest, con eventi volti a valorizzare i luoghi inesplorati della città e del territorio. Come spiega Ara: «I love Bolognina non è solo volontariato in strada e azione positiva di cura del territorio, ma è anche un modo per mettere in relazione la comunità, valorizzare il commercio e il tessuto associativo. Ha due azioni fondamentali: una è pratica, di intervento e di cura; l’altra è più di relazione nella comunità».
Più innovazione sociale e welfare di comunità
A partire dalle esperienze sopra descritte è nata l’esigenza di costruire un percorso più strutturato, volto, con il sostegno di Volabo https://www.volabo.it/ , il CSV di Bologna, a monitorare i processi di relazione interorganizzativa e a documentare pratiche e strumenti di lavoro, con particolare attenzione alle nuove modalità di collaborazione previste dalla riforma del Terzo settore. Il Patto di collaborazione 2019, con capofila l’associazione Fondo Comini, prosegue e implementa le attività di promozione dell’innovazione sociale e del welfare di comunità coinvolgendo soggetti fragili e richiedenti asilo; animazione territoriale e feste di vicinato; raccolta fondi a sostegno dei progetti del territorio; cura, arte urbana, rigenerazione e contrasto al vandalismo grafico; comunicazione sociale per rafforzare l’immagine positiva del territorio; istituzione di un “tavolo di progetto” nel quale tutti i soggetti coinvolti si riuniscono periodicamente per fare il punto sulle iniziative in corso e programmare insieme le iniziative future, nonché per elaborare una strategia di comunicazione unitaria, comprensiva anche della gestione di una pagina facebook dedicata. «Inizialmente non c’era la pagina Facebook – racconta Filippina Bubbo, volontaria di “I love Bolognina esperta di comunicazione e marketing-. Abbiamo cominciato a creare la pagina con l’obiettivo principale di ricevere contenuti creati dagli utenti. La nostra fanpage è stata pensata per essere sia un contenitore di informazioni utili, ma anche, soprattutto, un contenitore per riflettere le potenzialità delle associazioni che fanno parte di “I love Bolognina”, il quartiere e i volontari. Abbiamo cominciato a promuovere eventi, a volte sostenendo semplicemente alcuni progetti e facendo da grancassa. Poi abbiamo iniziato a pubblicare le foto della pulizia dei muri e, da quel momento, si è creato un piccolo tam tam, perché è bello vedere qualcuno che si prende cura del tuo quartiere. Abbiamo cercato di privilegiare contenuti che raccontassero le attività e mostrassero i volontari al lavoro». La proiezione al cinema Galliera del documentario “Per un quartiere doc”, di Antonella Restelli, il 16 dicembre 2019 è stata un’occasione particolarmente sentita per restituire la forte identità corale della Bolognina.
Gruppi di ascolto e condivisione contro il lockdown
Con lo scoppio della pandemia e l’avvio delle misure di lockdown, le strategie messe in campo dal Comune con il coinvolgimento degli attori del territorio hanno mirato, in primo luogo, a garantire servizi di prima necessità alle persone anziane, sole e in difficoltà. «Accanto a questa necessità, però – sottolinea Antonella Di Pietro – c’era l’esigenza di non lasciare sola l’altra parte della cittadinanza attiva, che da sempre rappresenta un capitale umano e di relazioni fondamentale per il nostro territorio e che in quel momento era costretta a stare a casa. Per questo abbiamo condiviso con “I love Bolognina” di attingere ai canali della rete per rafforzare la diffusione delle informazioni e valorizzare tutte le realtà del quartiere, in modo da essere vicino ai cittadini e a chi avesse bisogno. Per farlo, grazie alla creatività della rete, abbiamo pensato di sperimentare insieme un nuovo progetto digitale, “Pronto Navile”». «Nella fase acuta della crisi – osserva Ara – la rete di “I love Bolognina” è stata inevitabilmente più veloce delle istituzioni nel ricreare subito le connessioni tra le persone. Insieme abbiamo cercato di rimanere in contatto, sebbene a distanza, per condividere quello che stava succedendo». Pronto Navile ha previsto sostanzialmente quattro azioni: diffusione di informazioni ufficiali e verificate da parte del Comune e valorizzazione dei progetti delle realtà del quartiere attraverso la pagina Facebook di “I love Bolognina”; videoconferenze informative – organizzate dal Quartiere e aperte a tutti gli interessati – su tematiche specifiche a supporto delle attività economiche, sociali e dei cittadini; videoincontri di condivisione a piccoli gruppi, per sostenere le persone a gestire i cambiamenti e le difficoltà dovute alle misure di distanziamento fisico; brevi interviste (podcast) finalizzate a raccogliere le “voci di quartiere” (associazioni, volontari, cittadini e istituzioni) per alleviare il disagio delle persone durante il lockdown. Tuttavia, per garantire a tutti la possibilità di partecipare a queste iniziative è stata necessaria un’azione di accompagnamento digitale, come ricorda Antonella Di Pietro: «Gli strumenti che avevamo a disposizione non erano più adeguati. In certi momenti la creatività e l’apprendimento sono fondamentali; possiamo immaginare soluzioni e modalità che ci permettono di allargare la platea, ma queste nuove modalità vanno accompagnate. Quando abbiamo organizzato la prima videoconferenza di “I love Bolognina”, la prima preoccupazione è stata quella di mettere tutti nelle condizioni di partecipare, perché all’interno del gruppo ci sono anche persone che avevano bisogno di essere istruite. Con l’aiuto di un volontario, a cui abbiamo chiesto di mettersi a disposizione, sono state create le condizioni per far partecipare tutti. Dopo abbiamo capito che questi strumenti, che spesso sono definiti “freddi”, possono diventare un’occasione importante di socialità e di condivisione, e ci hanno fatto capire che una cittadinanza digitale in tempi di crisi è possibile».
Con l’attenuarsi dell’emergenza sanitaria, in queste fasi di graduale ritorno alla “normalità”, mondo del commercio, istituzioni, associazioni e cittadini sono chiamati a ripensare insieme come ricostruire e rinsaldare il lavoro di comunità per riprendere le relazioni sociali e gestire le pesanti conseguenze economiche della pandemia. L’esperienza di “I love Bolognina” – e di Pronto Navile – traduce in pratica le riflessioni sul lavoro di rete, sul non profit che risponde ai bisogni seguendo la filosofia del radicamento sul territorio, sull’importanza di costruire relazioni legate ad una visione che punti a ripristinare un’economia di prossimità, valorizzando la “vita di quartiere”. È altresì una preziosa testimonianza di quanto la partecipazione, il “prendersi cura” di un territorio rafforzi l’empowerment dei cittadini che lo abitano, contribuendo a costruire il loro senso di appartenenza, il loro essere “parte integrante” della zona in cui vivono. «Abbiamo realizzato piccoli gruppi di ascolto e condivisione – osserva Massimo Giorgini, volontario di “I love Bolognina” ed esperto di facilitazione di gruppi – partendo dall’idea che in un periodo così particolare e difficile le persone potessero avere bisogno di parlare, di confrontarsi per gestire le emozioni. In realtà abbiamo scoperto subito che le persone che fanno parte di “I love Bolognina” non cercavano questo aspetto; trovavano il loro senso di benessere nel partecipare attivamente, erano interessate a parlare più che altro di aspetti pratici, concreti, dei problemi riscontrati, di quando si sarebbe potuto ricominciare a fare qualcosa». Le connessioni attivate con le videoconferenze tematiche rappresentano risorse preziose da mantenere per stimolare un confronto tra Comune, associazioni di categoria, commercianti e realtà della cittadinanza attiva con l’obiettivo di fare emergere i problemi, proporre soluzioni per favorire la ripresa economica e aiutare le persone maggiormente in difficoltà, promuovendo azioni di solidarietà e coesione sociale.
Valorizzare i quartieri: Bologna fa scuola
L’esperienza di I love Bolognina/Pronto Navile rappresenta un esempio illuminante di una nuova modalità di collaborazione tra la pubblica amministrazione e i diversi attori del territorio, con l’ente pubblico capace di porsi in un ruolo di ascolto attivo nei confronti dei cittadini per promuovere la voglia di partecipare, tradurre i problemi in soluzioni, valorizzare le idee e le proposte dalla base per far sì che si realizzino. Un nuovo modo di collaborare che genera fiducia e che, attraverso gli strumenti propri dell’animazione sociale (empatia, ascolto, capacità comunicative e relazionali, valorizzazione delle competenze e delle risorse di cui le persone sono portatrici), consentono a una comunità di aprirsi, tessere relazioni, incontrarsi, conoscersi, frequentarsi e aiutarsi, affrontando insieme i bisogni emergenti. «Quello che ci ha motivati a proseguire nel progetto di I love Bolognina – racconta Antonella Di Pietro – è senz’altro la voglia di ascoltare i cittadini e tradurre i problemi in soluzioni insieme a loro, lavorando per risollevare la voglia di partecipare e dare vita a un forte senso collettivo di comunità. Parallelamente alla pulizia dei muri, abbiamo creato momenti di convivialità, perché togliere una scritta sul muro significava, secondo noi, accendere un’occasione per creare una nuova relazione, una nuova amicizia. In poco tempo abbiamo coinvolto moltissime realtà, che vedevano una risposta concreta a un problema reale. Abbiamo visto che persone che non si conoscevano si sono conosciute. C’è stata una reciprocità di relazioni. Nessuno era in secondo piano: l’Amministrazione c’era per far sì che i progetti e le idee si realizzassero. L’importante è ascoltare e accogliere sempre il sentimento dell’altro, anche la rabbia». «La nascita di “I love Bolognina”, come di altre esperienze – conclude Ara – coincide con la riforma del Comune di Bologna del 2016 che ha attribuito ai Quartieri una funzione di prossimità e di raccolta delle energie civiche di un territorio, che poi è lo spirito con cui nacquero i Quartieri a Bologna. Il Quartiere è sempre stato un luogo di incontro tra l’Amministrazione, la politica e la società. “I love Bolognina” è uno degli esempi migliori che abbiamo di questa nuova fase dei Quartieri, che vede cittadinanza attiva, lavoro di comunità, patti di collaborazione, una sussidiarietà partecipativa e non di semplice delega. È stato un percorso parallelo alla riforma dei Quartieri che abbiamo messo in campo dal 2016 con l’Ufficio Reti, che è l’Ufficio che crea le relazioni all’interno di un territorio e comprende anche la parte della cittadinanza attiva. Possiamo dire che è uno degli esperimenti che ha consentito di “fare cambiare un po’ pelle” all’Amministrazione, perché siamo sempre meno ente gestore di servizi e di personale; alcune funzioni gestionali sono state centralizzate, mentre sono subentrate nuove gestioni di relazione con la comunità: l’utilizzo degli spazi, le risorse per il lavoro di comunità, la partecipazione. “I love Bolognina” si inserisce perfettamente in questo nuovo scenario».
Vdossier
articolo tratto da
“L’arte di fare rete. Quel patto volontari e Comune sul modello “I love Bolognina”. Così rinascono i quartieri”
Vdossier numero 1 2020
Analisi e riflessione. Discussione e dibattito su idee, proposte, giudizi, opinioni e commenti. Questa è la missione di Vdossier.