Le sette virtù della coprogettazione è il titolo del nuovo numero di Vdossier
Pubblicato l’ultimo numero di Vdossier dal titolo “Le sette virtù della coprogettazione” che sviluppa il tema della coprogettazione tra enti di Terzo Settore e Pubbliche Amministrazioni. Sette virtù declinate in relazioni, flessibilità, competenze, reti generative, valutazione, tempo e prospettiva che, insieme al racconto di alcune esperienze, ci aiuteranno a chiarire dubbi e domande su ciò che ancora rimane aperto, inespresso e non codificato. Una sorta di bussola per capire quali qualità e meccanismi di funzionamento il non profit può praticare per interpretare meglio le mappe, se non addirittura le costellazioni, che orientano lo stare dentro ai processi di cambiamento.
A partire dalla legge 328 del 2000 – che ridefinisce il rapporto tra enti pubblici e soggetti del Terzo settore – è stato introdotto un nuovo concetto di partecipazione alle politiche sociali. Successivamente, con la riforma del Titolo V della Costituzione, le Regioni hanno acquisito in modo esclusivo il potere decisionale sulle politiche sociali, potendo così decidere se rimanere nel solco tracciato dalla legge 328/2000 o se, viceversa, costruire forme alternative di welfare locale. Da queste premesse, legate al termine “progettazione partecipata” si è passati poi al concetto di “co-progettazione”, una modalità di relazione diversa che intende promuovere il cambiamento costruendo un’idea di welfare differente, nella quale si rivedano i modelli fin qui adottati.
In questo senso il legislatore ha visto nel volontariato il partner ideale per completare le progettazioni pubbliche: le cosiddette politiche sociali. Ma la caratteristica di osservatore privilegiato si è sviluppata oltre ogni attesa iniziale, anche se, purtroppo, la possibilità di incidere in modo significativo sulle progettazioni integrate attraverso lo strumento della concertazione è stato insufficiente. La mancanza di alcune competenze tecniche, l’eccessiva frammentazione degli enti, la difficoltà di unire l’azione diretta, lo spazio per la progettazione, hanno depotenziato le grandi possibilità offerte da questa sfida.
Su alcuni territori, in particolare, e in alcuni periodi, questi diciassette anni della legge 328/00 hanno portato a parziali e discontinue realizzazioni della concertazione, trasformando alcuni enti di Terzo settore in puri soggetti erogatori di servizi, senza nessuna possibilità di poter contare ed essere protagonisti della loro progettazione. Oggi, invece, sarà sempre più importante riappropriarsi di questa funzione “perduta” per entrare nelle dinamiche virtuose della progettazione sociale.
Questo numero di Vdossier oltre a scattare una fotografia della situazione in Italia, indaga in quali luoghi e su quali temi queste sperimentazioni sono diventate veri spazi di (co)progettazione tra singoli/gruppi ed enti pubblici e con quali meccanismi è stata incentivata la partecipazione e l’attivazione.
A questo proposito sono stati preziosi e importanti i suggerimenti, i consigli, le riflessioni di alcuni esperti del settore che, per questo motivo, ringraziamo: Felice Addario, Jamil Karim Amiriam, Francesco D’Angella, Ugo De Ambrogio, Cecilia Guidetti, Silvano Falocco, Tina Miggiano e Alessandro Pozzi. Il loro contribuito, come i loro spunti di analisi, sono stati fondamentali per chiarire alcuni aspetti e per sviluppare idee sull’argomento.