Pacilio: concorsi, creatività e premi, la nostra formula da 10 e lode
Studenti protagonisti, bravi insegnanti e il tema dell’acqua: il presidente di Green Cross racconta i segreti per un’educazione ambientale di successo nelle scuole
di Silvia Rapizza
Green Cross Italia www.greencrossitalia.org) è un’organizzazione non governativa, parte di un importante network internazionale, che persegue la mission di assicurare un futuro equo, sostenibile e sicuro per tutti. Green Cross Italia sviluppa progetti di cooperazione internazionale per assicurare il diritto all’acqua, supportare popolazioni colpite dalle conseguenze del degrado ambientale e molto altro. Sin dalla sua fondazione, avvenuta tra il 1997 e il 1998, l’organizzazione ha però scelto di agire anche in Italia, nelle scuole, sul fronte dell’educazione ambientale e dell’educazione allo sviluppo sostenibile. Da ben 22 anni GC Italia promuove il concorso “Immagini per la terra” per portare nelle scuole i temi dell’ecologia e della sostenibilità. Elio Pacilio, socio fondatore e attuale presidente di GC Italia, rivela che il concorso nacque in realtà qualche anno prima, nel 1992, a seguito di un accordo siglato dal Ministero dell’ambiente e dal Ministero della pubblica istruzione per promuovere l’educazione ambientale nelle scuole.
Alcuni futuri soci fondatori di GC Italia, già impegnati in un’altra organizzazione, si attivarono per promuovere il concorso con l’obiettivo di allargare il più possibile la platea delle scuole coinvolte. Dalla sua fondazione GC Italia non ha mai smesso di portare avanti questo progetto, promuovendone anche alcune edizioni internazionali. La partecipazione al concorso è cresciuta in maniera costante sino a coinvolgere stabilmente tra i 25.000 e 35.000 ragazzi ogni anno ma, racconta ancora Elio Pacilio, è interessante notare come sia cambiata la composizione delle scuole aderenti. Mentre nelle prime edizioni del concorso prevalevano le scuole superiori, con una buona partecipazione delle medie e una ridotta presenza delle scuole elementari, oggi la situazione si è radicalmente capovolta. Si registra infatti una più numerosa partecipazione delle classi quarte e quinte della scuola elementare e della prima e seconda media. Si è quindi abbassata l’età degli studenti e degli alunni coinvolti in percorsi didattici sul tema della tutela ambientale, si è abbassata l’età in cui si realizzano lavori e prodotti interessanti, anche grazie a un’accresciuta sensibilità e preparazione degli insegnanti.
Le scuole superiori aderiscono oggi in minor misura, forse perché sempre più esposte a situazioni complicate, sia per quanto riguarda l’evoluzione dei ragazzi, sia sul lato della gestione della scuola. Da poco più di dieci anni il concorso si è aperto anche alle scuole materne con risultati sorprendenti. Le attività realizzate nelle materne riescono a coinvolgere in maniera olistica bambini e bambine, facendo dialogare in maniera fruttuosa la dimensione ludica con quella dell’apprendimento. Secondo il presidente di GC Italia vi è però un elemento chiave e determinante per la produzione di lavori di qualità, che si ritrova laddove, accanto a insegnati preparati, interessati e sensibili, esista anche «una buona connessione tra dirigenti scolastici e responsabili delle attività educative. Dove trovi questo, trovi anno dopo anno la capacità di produrre cose belle e soprattutto di produrre ricche esperienze didattiche per i ragazzi». Non va dimenticato infatti che lo strumento del concorso mira a far crescere gli studenti in conoscenze e consapevolezza, valutandoli dentro un preciso percorso curriculare. E qual è un tema che riscontra o ha registrato un picco di partecipazione? «Il tema che piace di più è quello dell’acqua», afferma senza esitazioni Pacilio, «ogni volta che si pone l’attenzione sul-la questione dell’acqua, si colpisce in modo più forte l’immaginario dei ragazzi e gli insegnanti sembrano essere più capaci di connettere questo tema con il programma didattico e le progettualità da loro elaborate».
L’esperienza maturata da GC Italia con le scuole e con i giovani ne fa anche un attento osservatore del fenomeno del volontariato e dell’attivismo ambientale da parte delle nuove generazioni. Pacilio ritiene che siano due le leve principali, capaci di spingere efficacemente i giovani ad attivarsi a favore dell’ambiente: la possibilità di essere davvero protagonisti, di avere parola, e l’aspetto premiale. La prima leva consiste nel riconoscere ai giovani la possibilità di essere attori protagonisti, e non solo agenti esecutori di decisioni altrui. È necessario sollecitare una loro forte presa di coscienza sul tema dell’ambiente, ma è altresì necessario saperli ascoltare e permettere loro di agire senza avere paura di sbagliare. I giovani devono sentirsi legittimati a poter fare e a decidere come agire.
La seconda leva si ritrova invece nell’aspetto premiale, nell’ottenere un riconoscimento, non importa di che tipo purché sia un feedback positivo per ciò che è stato portato a termine. Questo riconoscimento serve a dare continuità all’azione. Un grande dibattito animò GC Italia a suo tempo, in merito alla possibilità di premiare i vincitori del concorso con una somma di denaro. Si temeva di scivolare nel solco della mercificazione delle cose, della cultura consumistica, ma poi si decise di dare alle classi vincitrici una somma di denaro per finanzia-re un progetto del proprio territorio (della scuola, di un’associazione, della città ecc.) che avesse valore sociale e ambientale. I ragazzi, pur non ricevendo soldi per sé o per la propria classe, si sono sempre dimostrati entusiasti all’idea di partecipare alla scelta del progetto da finanziare. L’aspetto premiale, insiste Pacilio, permette quindi di riconoscere l’esperienza alla quale si è partecipato come positiva, di rafforzarla, darle continuità e «aiuta a interiorizzare sensibilità e comportamenti premiati, a renderli più stabili».
(articolo tratto da Vdossier numero 1 2019)