Padova capitale europea. Ripensare il volontariato per ripensare le nostre città
Nel 2020 la città veneta sarà la capitale europea del volontariato: un riconoscimento e una sfida per rafforzare coesione sociale e sostenibilità grazie al Terzo settore
di Anna Donegà
Tra il 2017 e 2018 Padova è stata lo scenario di un fermento sociale significativo che è sfociato in maniera quasi naturale nella candidatura della città come capitale europea del volontariato 2020. In occasione delle elezioni amministrative del capoluogo di provincia nel 2017 le associazioni del territorio, coordinate dal CSV Padova, hanno avviato una serie di tavoli di confronto sull’idea di città del futuro. Lo sforzo comune è stato quello di individuare criticità e proposte trasversali uscendo da quelle logiche particolaristiche che, purtroppo, molto spesso agiscono anche al di fuori della politica. Ne è nato un documento politico-programmatico, ma non partitico, nel quale risulta elemento cardine la visione di una nuova centralità che il mondo associativo deve acquisire nelle nostre città.
Le priorità e le visioni di futuro emerse da quel percorso partecipato – e che qui sintetizziamo – sono risultate utili per gli allora candidati a sindaco di Padova e per tutti gli attori della società civile:
- lavorare per sviluppare ulteriormente gli elementi di innovazione ambientale che si stanno facendo strada nel mondo dell’economia e nel sociale (smart e soft city, green economy, economia circolare);
- concretizzare la rigenerazione urbana, a partire dallo stop al consumo di suolo e dalla revisione al ribasso delle previsioni di espansione edilizia, dalla tutela e sviluppo delle aree verdi, dallo sviluppo, quantitativo e qualitativo delle alberature in città, dall’adozione di un adeguato regolamento energetico;
- modificare il modello di mobilità sviluppando alternative alla preponderanza degli spostamenti in auto;
- valorizzare il tessuto culturale presente in città ed il patrimonio monumentale, storico, artistico;
- garantire la partecipazione delle tante associazioni, enti no profit e organizzazioni sociali, che lavorano sulla tutela dei beni comuni;
- sviluppare una città inclusiva in cui inclusione sia sinonimo di pace sociale e comprenda l’inclusione culturale. L’inclusione è un processo complesso, che coinvolge il contesto e richiede la collaborazione e la co costruzione da parte di soggetti diversi, ma richiede anche il coraggio di abbracciare visioni attente alle differenze, alla loro effettiva partecipazione, alla valorizzazione dell’unicità, a creare spazi decisionali aperti;
- impegnarsi a diffondere e divulgare i preziosi valori veicolati mediante lo sport. L’attività sportiva diventa, infatti, un fondamentale strumento d’integrazione, socializzazione e benessere psico-fisico tanto in ogni fascia d’età: dai bambini ai ragazzi agli adulti.
Sono oltre 200 le associazioni, di tutte le tipologie, che hanno sottoscritto il documento e che sono state convocate ad inizio 2018 ad incontri per area tematica con la nuova amministrazione per proseguire il percorso iniziato. Il 2018 padovano si è poi caratterizzato per la nascita di Solidaria (www.solidaria.eu), altro importante contenitore culturale che si è posto l’obiettivo di dare un “nuovo respiro” alla città e favorire le contaminazioni tra il volontariato e tutti gli altri ambiti sociali.
Questi fermenti, insieme alla caratteristica, storicamente riconosciuta, di Padova città-laboratorio per il sociale ha portato l’amministrazione comunale e il CSV Padova ad avviare la candidatura.
I punti di forza di Padova
Il CEV (Centro europeo per il volontariato) che ha istituito nel 2013 il bando per eleggere annualmente la capitale europea del volontariato considera come principali elementi premianti per l’elezione della capitale le priorità individuate nel 2011 attraverso il documento PAVE – Policy Agenda for Volunteering in Europe.
Nella ricognizione effettuata dalla città di Padova per la candidatura tutti questi aspetti risultano presi in considerazione e sviluppati, anche se alcuni solo in forma embrionale e sono stati riconosciuti anche dal CEV in fase di valutazione. Per quanto riguarda la regolamentazione del volontariato a livello locale, il Comune di Padova è uno dei pochi in Italia ad avere un Assessore con delega al volontariato.
Nel regolamento comunale inoltre è previsto un osservatorio delle associazioni, invitate anche a partecipare a tavoli tematici per area d’intervento. L’amministrazione ha attivato il canale “Padova, partecipa!”, a disposizione delle associazioni e della cittadinanza per lo sviluppo e il miglioramento della città mediante la raccolta di segnalazioni e suggerimenti ed ha strutturato una rete solidale ed integrata tra cittadini, associazioni, enti e istituzioni di un territorio in un’otti- ca di azione comune per la prevenzione del disagio chiamata “Lavoro di comunità”.
A livello di risorse il Comune supporta le associazioni attraverso sostegni economici per la realizzazione di iniziative a favore della collettività e l’assegnazione di spazi e strutture per manifestazioni e il supporto nell’organizzazione di eventi. Emana inoltre periodicamente dei bandi di finanziamento, tra i quali l’ultimo in ordine di tempo è stato “La città delle idee” con cui sono stati stanziati 264.000 euro per iniziative culturali, di animazione/partecipazione territoriale e di cura degli spazi pubblici. Tramite l’ufficio cooperazione internazionale, il Comune infine supporta con il co-finanziamento le organizzazioni che fanno domanda o ottengono fondi europei. In tema di sostegno al volontariato nell’ambito dei rifugiati Padova ha avviato, in collaborazione con CSV e Questura, un percorso innovativo di accompagnamento e supporto dei migranti presso gli uffici della questura che prevede il supporto nel disbrigo delle pratiche e l’animazione dei bambini nel tempo necessario alla predisposizione dei documenti. Il comune gestisce inoltre 50 posti in accoglienza, realizzando per ciascun accolto, in collaborazione con diverse associazioni, percorsi individuali di inserimento socio-economico con azioni di informazione, alfabetizzazione, accompagnamento.
Nel 2018 è stato firmato un protocollo da Comune, Prefettura e cooperative del territorio che prevede che i richiedenti asilo ospiti dei centri di accoglienza padovani possano svolgere attività di volontariato. I richiedenti asilo impegnati in queste attività sono 41. Significativo inoltre il servizio RIA (reddito inclusione attiva), gestito dal 2014 da Comune e CSV, destinato a persone a rischio di emarginazione sociale seguite dai servizi sociali.
Le persone in difficoltà possono essere inserite presso un’associazione dove svolgere attività per ottenere un aiuto economico maggiore in ottica di welfare generativo. Il valore reale (real value) anche economico del volontariato all’economia e alla coesione sociale è studiato dal Comune, tramite il Progetto Giovani, attraverso il monitoraggio delle attività dei volontari in servizio volontario europeo e un percorso per indagare la ricaduta sul territorio della partecipazione dei giovani ai programmi di mobilità Erasmus+.
Il CSV inoltre collabora con l’amministrazione per la valutazione dell’impatto sociale di alcuni progetti delle associazioni di Padova e provincia. Infine il tema del riconoscimento delle competenze risulta il più difficile, in linea con la situazione italiana, ma comunque presente.
L’ufficio comunale del progetto giovani offre informazioni e certificazione delle competenze acquisite nei percorsi di servizio civile, servizio volontario europeo, con compilazione della certificazione Youthpass e offre ai propri dipendenti una formazione specifica sul mondo del volontariato e del Terzo Settore; il Centro servizio per il volontariato d’altro canto ha partecipato alla fase sperimentale del corso online del progetto e-VOC, per migliorare l’offerta, l’accessibilità e la qualità della formazione per gli operatori delle organizzazioni di volontariato che si occupano di validazione delle competenze.
Un anno da capitale, un triennio di lavoro
Padova intende cogliere l’occasione dell’anno da capitale europea del volontariato per ridefinire e riscrivere i caratteri dello stare assieme nella città, in qualsiasi città, e disegnare lo scenario futuro coinvolgendo attivamente tutti gli attori sociali. Per fare questo ha strutturato un programma triennale che vede l’inizio nel corso di quest’anno e una conclusione nel 2021. Padova intende coinvolgere in questo triennio di lavoro il suo territorio provinciale, il Veneto, l’Italia e l’Europa nell’ottica di una comune visione. L’auspicio è quindi che Padova diventi luogo di incontro, occasione di confronto e di coinvolgimento di tutti gli attori sociali, un laboratorio culturale che possa alimentare pensiero e dibattito attorno al volontariato e all’impegno civile oltre che vetrina delle buone pratiche a livello nazionale ed europeo. Padova capitale europea del volontariato lavorerà per lasciare ricadute tangibili:
- a livello locale attraverso progetti partecipati di rigenerazione urbana e di consolidamento e valorizzazione delle opportunità culturali, artistiche e sociali della provincia;
- a livello regionale tramite la strutturazione di una rete proattiva di soggetti profit e non profit alleati per la produzione e lo sviluppo di valore e di bene comune, capace di generare nuove positive esperienze e accrescere la capacità di relazione/collaborazione tra diversi “mondi” produttivi;
- a livello nazionale ed europeo attraverso un nuovo “immaginario di Paese” capace di guidare i processi educativi, produttivi, di welfare e di governance della/e comunità, volti a far emergere i talenti e le capacità delle persone e delle organizzazioni, a ricreare coesione sociale, a costruire uno sviluppo sostenibile ispirato dai principi della generati- vità sociale nel rispetto della centralità della persona, dell’ambiente, della cultura e dei popoli.