Presepe vivente al Corvetto
Giovedì 20 dicembre, alle ore 20.45, partirà da via Martinengo fino alla Parrocchia della Madonna della Medaglia Miracolosa, il Presepe Vivente che attraverserà il quartiere Corvetto di Milano.
L’evento si svolge in due momenti: il primo davanti al Convento, dove sono rappresentati tre quadri: Annunciazione, Erode, Annuncio ai pastori. Il secondo, nella Chiesa parrocchiale, dopo la processione, con tre quadri: Nascita di Gesù, Adorazione dei pastori, Adorazione dei Magi. Il corteo si snoda nelle vie del quartiere guidato da una “stella” luminosa montata sul tetto di un’auto.
Il servizio d’ordine, per l’accoglienza e garantire la sicurezza impegna circa 100 ragazzi, per lo più universitari.
Nella storia dei Presepi viventi cittadini, certamente, quello del Corvetto è tra i più antichi: vanta ormai più di 30 anni. Nasce originalmente dall’opera caritativa delle Suorine della Carità e da molti laici legati a loro. Da più 70 anni essi svolgono una attività di sostegno per le famiglie bisognose, con una particolare attenzione ai minori: il fenomeno della immigrazione ha acuito i disagi e ha reso ancora più sostanziale l’intervento di chi se ne è fatto carico.
I protagonisti del presepe sono oltre 250 (bambini, giovani e adulti) che danno vita ad un momento di vita sociale di questa periferia, tra i più condivisi dalla popolazione.
Il gesto nasce da sguardo umano coinvolgente verso le persone, chiunque esse siano, verso tante famiglie provate e offre una amicizia priva di steccati ideologici. Ciò ricrea un tessuto sociale, offre una speranza ed indica una possibilità di appoggio che dura nel tempo. Le famiglie, i bambini sanno che dopo il presepe, questa esperienza di bene continua tutto l’anno.
Non si tratta di fare uno spettacolo, ma di iniziare o continuare un rapporto umano fatto di mille cose e che vive ogni giorno. Il porre poi la bellezza come strumento per generare uno sguardo positivo e affascinante davanti alla vita, induce a curare i particolari dei vestiti delle figure del presepe e della musica. Infatti le “sarte” traggono spunto dai grandi quadri che rappresentano la natività (es. Giotto) e i brani eseguiti dal coro si ispirano sia alla tradizione europea, sia alla liturgia classica (es. Da Victoria) sia ai Gospel. I canti si alternano alle letture senza nulla aggiungere al racconto evangelico. Si tratta di un percorso vissuto analogamente da chi è protagonista e dal popolo che partecipa.
Sono sistemati con grande cura almeno 250 vestiti, con il nome della persona che deve indossarli. Gli angioletti sono i più piccoli, quelli dai 2 ai 5 anni, i pastorelli sono i giovani dai 6 ai 13 anni circa e sono accompagnati da un volontario: ognuno di loro deve portare alla capanna un dono che loro stessi scelgono. Il gesto è partecipato dalle famiglie incontrate. I genitori portano i bambini alle prove e insieme vi assistono: sono di etnia diverse (sono cinesi, africani, sudamericani, filippini, magrebini, ecc.) e di fedi religiose diverse, anche Copti, Musulmani e Buddisti.
Informazioni
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