Rilevazione sui senza fissa dimora: quando il lavoro non basta
Il progetto RacCONTAMI 2023-2024 rivela che lo 0,17% della popolazione cittadina è senza fissa dimora. Il 22% di queste persone ha un lavoro retribuito, ma non sufficiente a soddisfare i bisogni primari. Questo fenomeno, noto come “lavoro povero”, sottolinea l’urgenza di interventi per affrontare la marginalità urbana.
«Essere senza dimora non significa essere senza lavoro». È uno dei dati che emerge dal rapporto “RacCONTAMI 2023 e 2024”, presentato a Palazzo Marino il 25 giugno 2024. L’indagine, promossa dal Comune di Milano e realizzata dalla Fondazione Ing. Rodolfo Debenedetti, in collaborazione con l’Università Bocconi, ha rivelato che lo 0,17% della popolazione milanese vive senza dimora, 1,7 persone ogni mille abitanti. «Il dato più allarmante – spiegano dall’associazione Cena dell’Amicizia – è che il 22% degli intervistati ha dichiarato di avere un lavoro retribuito. Questo fenomeno, noto come “lavoro povero”, indica che avere un’occupazione non è più sufficiente per uscire dalla povertà. Molte persone guadagnano così poco da non riuscire a soddisfare i bisogni primari, nonostante siano occupate». Questi numeri mettono in luce l’urgenza di interventi mirati per affrontare la grave marginalità urbana e migliorare le condizioni di vita di chi vive per strada. Inoltre, sottolinea l’importanza di “contare” e “raccontare” per affrontarla in modo efficace.
Quante sono le persone senza dimora a Milano?
La notte del 12 febbraio 2024, le persone senza dimora a Milano rappresentavano lo 0,17% della popolazione cittadina, ovvero 1,7 persone ogni 1.000 abitanti. Questo dato evidenzia una distribuzione significativa nelle aree centrali della città (Municipio 1) e nel Municipio 2.
Centri di Accoglienza
I centri di accoglienza sono distribuiti prevalentemente nelle aree periferiche. A febbraio 2024, sono stati censiti 26 centri di accoglienza, che offrono accoglienza temporanea con spazi collettivi e accesso gratuito. Il 73% degli ospiti in questi centri è indirizzato tramite il Centro Sammartini, il principale canale di accesso. Il censimento ha considerato anche le persone accolte in una struttura, perché essere ospiti di un dormitorio o di un Centro di accoglienza non significa smettere di essere senza dimora. È un passaggio utile per creare un percorso di reinserimento, allontanando la persona dalla strada, ma la dimora offerta è, per definizione, temporanea. La condizione di senza dimora viene risolta, nel maggior numero di casi, con l’assegnazione alla persona di un alloggio popolare; solo da quel momento la persona avrà nuovamente una sua casa.
Caratteristiche demografiche
Le persone senza dimora a Milano sono prevalentemente uomini, con una percentuale crescente di stranieri. La maggior parte hanno un’età compresa tra i 45 e i 54 anni, e molti hanno subito sfratti o perdite lavorative come cause principali della loro condizione.
Relazioni sociali e solitudine
Le relazioni familiari tendono ad affievolirsi con il tempo, mentre si creano legami di fiducia tra pari e con volontari e associazioni. Circa il 40% delle persone senza dimora ha dichiarato di avere una persona di cui fidarsi.
Stato occupazionale e redditi
In media, il 22% degli intervistati ha un lavoro retribuito. Tuttavia, la probabilità di essere occupati diminuisce con l’aumentare della durata dell’assenza di dimora. Le entrate monetarie provengono principalmente da elemosine e aiuti di amici o parenti.
Salute
La percezione della salute tra le persone senza dimora è generalmente negativa, con una crescente preoccupazione per la sicurezza personale. Solo il 17% delle persone ha valutato il proprio stato di salute come molto buono o buono.
Servizi per la grave emarginazione
Il Centro Sammartini e le Unità Mobili di Strada giocano un ruolo cruciale nel supporto alle persone senza dimora. Il 63% delle persone in strada ha incontrato le Unità Mobili almeno una volta alla settimana.
Cos’è RacCONTAMI
RacCONTAMI, un’iniziativa giunta alla quarta edizione, si occupa di rilevare le persone senza dimora a Milano. Questa edizione, che segue quelle del 2008, 2013 e 2018, è stata innovativa grazie alla doppia rilevazione: una estiva (giugno 2023) e una invernale (febbraio 2024). Finanziato nell’ambito del Programma Operativo Complementare (POC) Inclusione 2014 – 2020, il censimento 2024 è il naturale proseguimento delle rilevazioni precedenti. Il progetto, promosso dal Comune di Milano e affidato alla Fondazione Ing. Rodolfo Debenedetti, ha svolto il censimento con la collaborazione del LEAP (Laboratory for Effective Anti-Poverty Policies) e l’aiuto di 19 enti cittadini, 31 centri di accoglienza e circa 1500 cittadini volontari.
Identikit dei volontari
Sono circa 1500 i volontari che hanno partecipato all’indagine, caratterizzati da una forte eterogeneità: il 60% sono donne, con un’età media di 40 anni, variando da un minimo di 17 a un massimo di 82 anni. Una significativa percentuale, il 40%, ha già avuto esperienza con persone senza dimora, mentre il 9% possiede competenze nell’ambito della protezione civile. Inoltre, l’80% conosce almeno una lingua straniera, facilitando la comunicazione con individui di diversa provenienza.
Per quanto riguarda l’impegno, il tempo dedicato alla rilevazione si suddivide come segue:
- 42% ha partecipato per una serata
- 33% per due serate
- 25% per tre o più serate
Prima delle attività sul campo, il 65% dei volontari ha preso parte a un incontro di formazione per garantire un’efficace e accurata rilevazione.
Per approfondire
https://www.frdb.org/progetti/raccontami2024/