Sintesi del seminario: Volontariato, solidarietà ed azione umanitaria nel campo delle migrazioni: prospettive a confronto”
Il 15 novembre 2024 si è tenuto a Milano il sesto incontro del ciclo di seminari organizzati nell’ambito del progetto di ricerca PRIN “VOLacross – Volontari, crisi ed innovazione sociale: un’analisi comparata e longitudinale”, a cura dell’Università di Milano e dell’Università di Parma, con la collaborazione di CSV Milano.
Il seminario ha analizzato il ruolo ambivalente svolto dal volontariato, dalla società civile e dalle organizzazioni umanitarie sia nell’accoglienza e nel supporto ai migranti in transito – in Italia e in altri contesti europei ed extra-europei – che nell’assistenza umanitaria in contesti di emergenza (per es. conflitti).
Estella Carpi, docente presso l’University College London, ha aperto la discussione presentando il suo ultimo libro, The Politics of Crisis-Making. Forced Displacement and Cultures of Assistance in Lebanon. Carpi, basandosi su una ricerca etnografica condotta in Libano, ha analizzato le interazioni tra operatori umanitari, autorità locali, sfollati interni, migranti e rifugiati. Il suo studio si focalizza sugli effetti della guerra del 2006 nei quartieri meridionali di Beirut e sull’arrivo dei rifugiati siriani nel Distretto di Akkar, nel nord del Libano, tra il 2011 e il 2013. Secondo Carpi, il convergere degli effetti della guerra e l’arrivo dei rifugiati all’interno del contesto libanese ha generato nuove disuguaglianze, ridefinendo gli equilibri politici e sociali sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, è stato evidenziato come le pratiche umanitarie si intreccino con i sistemi di welfare locali, influenzando profondamente le definizioni politiche della crisi e il senso di appartenenza sociale degli sfollati.
Luca Giliberti, ricercatore presso l’Università di Parma, ha presentato il suo libro Boza! Diari dalla frontiera, scritto insieme a Luca Queirolo Palmas. Il volume si basa su tre anni di ricerca etnografica ai confini interni ed esterni dell’Unione Europea, esplorando il ruolo delle reti di solidarietà informali emerse in questi contesti in anni recenti. Attraverso i diari etnografici degli autori, che raccolgono episodi, aneddoti e conversazioni informali, emergono storie personali e collettive che attraversano luoghi diversi come i campi di Borgo Mezzanone, i valichi alpini del Brianzonese, gli uliveti tunisini, l’isola di Lampedusa, le metropoli marocchine da cui partono gli harraga e le Canarie. I diari, come racconta Giliberti in questo video, rappresentano uno strumento prezioso per comprendere la natura trasgressiva della solidarietà, vista come una pratica informale e generativa capace di sostenere forme di mobilità ritenute indesiderabili dagli Stati.
A seguire, gli interventi dei due discussant Angela Biscaldi e Maurizio Artero, entrambi dell’Università di Milano. Biscaldi, adottando una prospettiva antropologica, ha messo in risalto l’importanza di un approccio critico alla solidarietà, mettendo in luce come essa possa talvolta riprodurre specifiche gerarchie culturali e promuovere forme di assimilazionismo sociale che riproducono prospettive etnocentriche. Artero, invece, ha posto l’accento sulle potenzialità emancipative della solidarietà a favore dei migranti, enfatizzandone l’aspetto politico e trasformativo. Il seminario si è concluso con un vivace dibattito con il pubblico, che comprendeva, tra gli altri, studenti e membri di organizzazioni del Terzo Settore della città di Milano.