“Volontari inattesi”, la ricerca che rovescia l’immagine degli immigrati
“Volontari inattesi. L’impegno sociale delle persone di origine immigrata” è il titolo della pubblicazione che raccoglie i risultati della prima ricerca nazionale su questo tema. Promossa da CSVnet, l’indagine è stata realizzata dal Centro studi Medì di Genova e curata da Maurizio Ambrosini (università di Milano) e Deborah Erminio (università di Genova, Centro Medì). L’intera rete dei Centri di servizio per il volontariato, per buona parte del 2019, ha partecipato direttamente alla raccolta dei dati attraverso centinaia di questionari e interviste in profondità. I risultati che ne emergono rovesciano una delle immagini più diffuse degli stranieri, rappresentati spesso dai media come beneficiari, se non profittatori, di aiuto da parte degli italiani: dimostrano invece che esiste un buon numero di immigrati che si impegnano in attività solidali gratuite, più o meno formali, anche o soprattutto a vantaggio della popolazione italiana. «È in un certo senso un’esplorazione dell’altra faccia della luna, – ha scritto Ambrosini nell’introduzione: – abbiamo voluto guardare alle persone di origine immigrata che passano metaforicamente dall’altra parte della linea rossa che distingue fornitori e percettori di aiuti». Ma ha anche dimostrato che «gli immigrati sono “carne e sangue” di questo Paese – continua Ambrosini – e nel volontariato trovano la possibilità di esercitare una cittadinanza sostanziale».
Integrati o marginali
L’indagine, oltre a svelare un fenomeno emergente ma poco conosciuto si propone di comprendere chi sono questi volontari e quali sono le motivazioni che li spingono a impegnarsi. Attraverso quasi 700 questionari e 110 interviste raccolte in 163 città italiane, la ricerca fa parlare i protagonisti provenienti da 80 Paesi. Ma aggiunge anche il racconto dettagliato di 10 progetti di eccellenza attivi nella penisola, e riporta le esperienze e i dati di 5 grandi reti nazionali del Terzo settore (Avis, Misericordie, Fai, Touring Club, Aido) che si avvalgono nelle loro attività del contributo volontario di cittadini di origine immigrata.
Il focus dell’indagine si è concentrato su esperienze di volontariato realizzate nelle forme più tipiche dell’impegno volontario, non considerando quindi le associazioni “di immigrati per immigrati” (su cui esistono già diverse ricerche locali). A margine della ricerca invece il fenomeno del lavoro volontario dei richiedenti asilo, “un impegno, – si spiega nell’introduzione, – generalmente encomiabile, ma di natura spuria, in quanto previsto da norme di legge e organizzato dai soggetti gestori dell’accoglienza”, e dove “i richiedenti asilo partecipano, spesso volentieri, ma non hanno molti margini di scelta”. In sintesi, dunque, il lavoro riguarda “principalmente persone di origine immigrata che scelgono liberamente di dedicare tempo ed energie ad attività con finalità sociali, in contesti organizzativi di matrice nazionale e collaborando con volontari italiani”.
Da sottolineare infine il ruolo della rete dei Centri di servizio per il volontariato, che si è fatta carico della diffusione e somministrazione del questionario, nonché della maggior parte delle interviste: “Si può parlare quindi di una ricerca partecipata, – ha sottolineato Ambrosini, – che ha valorizzato la presenza e il rapporto dei Csv con le associazioni dei territori e con il volontariato di origine immigrata, stimolando nello stesso tempo l’interesse per il fenomeno”.
Link: la scheda editoriale di “Volontari inattesi”, la prefazione e il focus sul sito di CSVnet.