Volontari nuovi e nuove forme di volontariato
di Roberto Saja, Area Cittadini CSV Milano
In questo anno che ora supera il suo crinale, tra la voglia di un grande salto in avanti ed il timore di ricadere all’indietro, ecco che appare per nulla strano trovarsi a parlare di Volontariato.
La robusta spina dorsale che ha retto, sorretto e sospinto le azioni di supporto e sostegno nelle comunità e nei territori durante il periodo più difficile e pesante della recente pandemia.
La flessibile e innervata colonna vertebrale che sta portando mille impulsi, riattivando movimenti e riaccendendo i sensi di questo periodo così particolare tra il desiderio di ritrovare i propri affetti ed il green pass pronto da esibire a sagre, fiere, piscine ed eventi.
Non è strano trovarsi a parlarne, così come è successo in occasione di un incontro on line promosso da CSV Milano e CSV Monza Lecco Sondrio con la preziosa collaborazione del Forum Terzo Settore Subprovinciale dell’Adda Martesana.
L’invito è stato accolto da alcune organizzazioni che insieme con i relatori hanno potuto incontrare e condividere alcune esperienze significative di nuove forme di volontariato e, con esse, provare a ragionare su nuove e più efficaci forme di coinvolgimento e partecipazione.
Paolo Nicolodi, vice portavoce del Forum, apre l’incontro con un veloce ma incisivo affondo sulla funzione quanto mai attuale e necessaria di dare voce e sostanza alla rappresentanza e ai suoi luoghi e soggetti.
“È necessario promuovere e sostenere la creazione di reti che sappiano generare risposte ai bisogni della comunità a partire dalle sue stesse risorse, considerandola non solo oggetto dell’agire ma soggetto dell’azione civica e volontaria.”
Un passaggio chiaro e concreto, che richiama e invita ad uno sviluppo dell’approccio delle organizzazioni all’agire nelle comunità.
Giuseppe Saponara, esperto nella promozione del Volontariato giovanile per CSV Milano, nel suo ruolo di moderatore dell’incontro accompagna, quindi, la riflessione lungo l’evoluzione storica del Volontariato e del Volontario dalla Costituzione, attraverso la legge ormai superata 266/91, fino all’attualissimo Codice del Terzo settore.
Sottolinea con forza il chiaro passaggio evolutivo che è possibile rilevare: dall’agire volontario tramite le organizzazioni all’agire del volontario anche per mezzo delle organizzazioni. Non vi è più l’esclusività del contesto organizzato come luogo delle attività di volontariato, nel Codice del Terzo settore il focus si sposta dall’organizzazione di volontariato alla figura del volontario e delle attività di volontariato.
Eccoci dunque all’origine, al nucleo fondante della riflessione sulle nuove forme che il Volontariato ha assunto in questi anni e sulle nuove caratteristiche dei nuovi Volontari che in questi anni abbiamo visto partecipare con molto trasporto in eventi, iniziative, azioni civiche e sempre meno all’interno delle organizzazioni.
Come racconta Beatrice Di Virgilio, esperta in progetti di coinvolgimento e attivazione delle energie cittadine per CSV Monza Lecco Sondrio, le iniziative che hanno preso spunto da questo nuovo assetto giuridico sono assai positive e foriere di opportunità per la comunità.
Dalla fortissima adesione dei cittadini all’ingaggio diretto in attività di supporto durante il primo periodo della emergenza sanitaria, sino al presidio degli hub vaccinali grazie alla capacità delle associazioni di ingaggiare i propri volontari storici in attività diverse ma innegabilmente necessarie per la comunità.
La volontà di partecipare, non solo di prendere parte ma di essere parte dell’azione in risposta al bisogno della comunità, è l’elemento che accomuna le esperienze monzesi con quelle milanesi raccontate da Roberto Saja, operatore di CSV Milano esperto in processi di animazione territoriale e di giustizia riparativa.
“Volontari Energia per Milano” e “Volontari per un giorno” sono due iniziative di CSV Milano che hanno messo in evidenza la necessità di saper organizzare e proporre il coinvolgimento delle persone puntando inizialmente più sulla dimensione partecipativa piuttosto che su quella di appartenenza all’ente.
E se da una parte la riflessione ci porta a considerare la differente natura dell’ingaggio delle persone come volontari, dall’altra si aggiungono altri e nuovi percorsi che hanno il forte sapore di volontariato anche se collegati a iniziative di tipo sociale come ad esempio i lavoratori impegnati nel Progetti Utili alla Collettività (PUC) o a iniziative di tipo giuridico e penale come i Lavori di Pubblica Utilità (LPU).
È Beatrice Di Virgilio a fare chiarezza sul legame tra un dispositivo come i PUC, legato al mantenimento del reddito di cittadinanza e il Volontariato. Così come successivamente verrà poi ripreso anche nell’intervento su LPU, l’elemento che li unisce e collega è la scelta. PUC ed LPU sono frutto di una scelta personale, per quanto molto opportuna e d’opportunità sempre di una scelta si tratta.
Ciò che importa rilevare e porre in evidenza è che le organizzazioni sono chiamate a pensare sé stesse ed il proprio agire in un modo totalmente nuovo, che possa fare tesoro di queste riflessioni per poter raggiungere i propri scopi statutari.
È necessario per le organizzazioni imparare a ragionare fuori dall’ordinaria e consolidata esperienza di reclutamento. È imprescindibile riprogettare attività, azioni e promozione della propria organizzazione ponendo alla base il principio del coinvolgimento: della comunità, delle istituzioni, delle persone.