Volontariato, una password per l’integrazione
#artedellintegrazione
Ebrima Jallow, mediatore interculturale della cooperativa Con-Tatto, è riuscito ad integrarsi nel nostro Paese grazie alla rete di relazioni che ha intessuto nelle sue esperienze con le associazioni
di Maria Piccio
“Con tatto” sta tutto nel gioco linguistico del nome lo stile con cui opera a Pavia la cooperativa sociale Con-Tatto. Da un lato tenere il “contatto” e dall’altro agire sempre “con tatto”. Interagire dunque con i servizi territoriali già presenti, promuoverne il potenziamento per avvicinare la popolazione immigrata alla comunità locale e favorire la condivisione e compartecipazione di adulti e minori stranieri e italiani in termini di conoscenza di culture altre, nel rispetto delle differenti identità, lingue e tradizioni.
La presenza sempre maggiore di minori e di famiglie straniere sul territorio e le difficoltà da essi incontrate nell’ambito dell’integrazione e della loro partecipazione alla vita comunitaria hanno reso urgente la necessità di programmare interventi mirati a favorire tali risultati.
Impegnata dal 2000 sul territorio della provincia, Con-Tatto ha dedicato attenzione e dedizione alla costruzione e partecipazione ad un’ampia rete cittadina e provinciale su queste tematiche. L’ équipe di lavoro multidisciplinare, composta da insegnanti d’italiano L2, linguisti e glottodidatti, psicolinguisti, psicologi, antropologi, operatori di sportello, avvocati, esperti in materia interculturale, mediatori linguistico culturali (oltre 15 lingue rappresentate), personale di segreteria, animatori, musicisti e volontari, costituisce il punto di forza della cooperativa e permette di affrontare le tematiche di lavoro sotto diversi punti di vista, nella loro complessità.
Nel 2006, inoltre, grazie al sostegno della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, è nato il Centro Interculturale La Mongolfiera. Il Comune di Pavia, tramite una convenzione, ha messo a disposizione uno spazio presso la Biblioteca Ragazzi in via Volta 31 per ospitare il Centro Interculturale.
Tra i mediatori interculturali che ne fanno parte abbiamo incontrato Ebrima Jallow, 21 anni, arrivato in Italia dal Gambia. «Sono arrivato in Italia nel 2014 – racconta – e sono tante le esperienze di volontariato che ho svolto in questi anni. Ho anche svolto una borsa lavoro presso il Csv di Pavia nell’ambito del mio progetto Sprar. Mentre da ottobre 2016 sto svolgendo il servizio civile nazionale presso l’associazione “Per fare un albero”, che si occupa di gestire un centro di aggregazione per bambini e ragazzi, come aiuto compiti e animatore. Faccio anche il mediatore interculturale con la Cooperativa Progetto Con-tatto. In questi tre anni, in attesa di ricevere il diploma liceali dal mio Paese, ho frequentato le scuole italiane, prendendo il diploma di terza media e il primo anno di scuola superiore. Ora che il diploma del liceo che avevo concluso in Gambia è arrivato, a breve lo tradurrò per iscrivermi all’Università».
Com’è stato il tuo primo approccio con il nostro Paese?
Quando sono arrivato qui a Pavia, ho avuto alcune difficoltà, in primis la lingua, poi la diversità nel modo di fare le cose, ma è cresciuta in me la consapevolezza di restare e quindi ho cercato delle soluzioni per integrarmi.
Quale significato ha per te la parola integrazione?
Secondo me integrazione comprende tutto ciò che una persona può fare all’interno di una comunità straniera: capirne la lingua, la cultura e le tradizioni. Questa è la base per poter convivere in una nuova società. Quando ho capito che per farlo era necessario impegnarsi, ho pensato a quali potessero essere le cose concrete da mettere in atto nella mia quotidianità. Certamente molte erano le cose utili in questo “percorso” e ho capito da subito che per farlo potevo impegnarmi in attività di volontariato.
Qual è stata la tua esperienza?
Ho conosciuto gente buona, sempre disponibile a offrire aiuto e attenta nel rispondere alle domande e ai bisogni che emergevano. Facendo volontariato ho imparato tante cose che poi mi sono servite nella vita reale. Ho incontrato persone con tanta volontà e buone intenzioni che mi hanno dato il coraggio e l’energia per fare alcune scelte per la prima volta. L’aspetto più bello di questa esperienza sono stati i legami e le amicizie che si sono creati. Questa dimensione mi ha aperto le porte a tante altre possibilità.
Per esempio?
Grazie al volontariato ho migliorato molto il mio italiano, avendo la possibilità di praticare di continuo la lingua con le persone con quali svolgevo le attività. Fin dall’inizio avevo capito quanto fosse fondamentale conoscerla e governarla per star bene nel nuovo Paese in cui ero arrivato. Ho incontrato tante persone che mi sono venute incontro per capire quello che volevo dire, che hanno usato una lingua semplice per spiegarmi le cose, ma soprattutto che hanno risposto ad ogni mia domanda con un bel sorriso. All’inizio uno dei motivi per cui avevo deciso di impegnarmi nel volontariato era per migliorare il mio italiano e una volta che ho raggiunto il livello che mi ha permesso di comunicare abbastanza bene, sono riuscito a integrarmi sempre di più e a provare nuove esperienze di volontariato. Sono tanti i benefici, ma quello della conoscenza della lingua lo ritengo uno dei più importanti perché chi capisce e comunica bene ha la possibilità di cogliere molte opportunità.
Quindi il volontariato per te è stata una leva d’integrazione?
Ho sempre avuto la voglia di capire il modo in cui si fanno le cose e tramite il volontariato mi sono confrontato con ambiti molto diversi che mi hanno permesso di capire meglio la città dove vivo. Più capivo le cose, più mi sentivo collegato alla società e alle persone che la abitano. È come uno smartphone se conosci il codice puoi aprirlo ed usarlo. Sono quindi riuscito ad entrare in contatto con persone di età diverse, con le quali ho vissuto diverse esperienze positive che mi serviranno per sempre. Esperienze che mi hanno arricchito tanto e fatto crescere personalmente. Ho avuto la possibilità di scoprire tante realtà diverse della città e del territorio. Infine il volontariato ha rappresentato per me anche un’occasione per riconoscere i miei interessi e potenzialità. Mi è capitato di svolgere volontariato in ambiti nuovissimi per me, ma alla fine ho scoperto nuove passioni e interessi che mi hanno poi accompagnato a fare determinate scelte nella mia vita. Per concludere: il volontariato mi fa sentire utile dandomi la possibilità di fare qualcosa per il bene della società e offrendomi al contempo soddisfazione e felicità. Oggi mi sono integrato bene grazie a tutte queste esperienze di volontariato e alle persone che mi hanno supportato creando sempre un ambiente favorevole per svolgere le attività.