The UnB.LIVEable Show!
Mercoledì 14 Novembre 2018 alle ore 20:45 presso l’Auditorium Don Sironi, Piazza Papa Luciani 1 a Bernate di Arcore (MB), tornano sul palco i B.Livers, ragazzi con patologie gravi o croniche, e sullo schermo le opere della mostra CICATR/CI, già esposta alla Triennale di Milano.
Storie e riflessioni si incrociano con i grandi temi che i ragazzi hanno trattato sul loro giornale, Il Bullone, negli ultimi mesi.
Un incontro in cui possiamo essere umani e chiederci insieme “E io? Che statua sarei? Qual’ è la mia cicatrice?”
L’evento è realizzato in collaborazione con Lo Sciame Libri e l’Associazione del volontariato di Arcore, patrocinato dalla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus e dal Comune di Arcore. È parte di VolontariAmo, la rassegna di eventi legati dal filo rosso della promozione di una cultura della solidarietà.
Vi aspettiamo e vi salutiamo con un pensiero di Bill Niada, promotore di B.LIVE:
“Ciò che abbiamo intorno, la società, i media, i social, le notizie, le consuetudini ci portano a vivere una vita affrettata e tirata verso tutte queste cose, apparentemente uniche e ineludibili, che ci frastornano e ci generano ansia.
Poi succede qualcosa e ci fermiamo a riflettere.
Cicatrici fa riflettere. Su di noi, su gli altri, su ciò che ci ha cambiato o che ci può cambiare. Anche su ciò che è stato importante o lo sarà e su ciò che, invece, lo è solo in apparenza.
Intanto come dicevano i Nomadi che “dal letame nascono i fior”.
Poi che davanti alle fragilità siamo tutti uguali e che attraverso di loro possiamo conoscerci ed entrare in sintonia con gli altri, cosa difficile da far accadere esibendo le proprie arroganze, presunzioni o prepotenze, che generano distacco, invidia e rabbia negli altri.
Che quindi l’ostentazione è un valore apparente e non sostanziale, cosa invece che vale per modestia e umiltà, valori sempre più disprezzati e invece necessari per andare d’accordo.
Che siamo fatti da diversi pezzi. Alcuni belli ed altri brutti, ma che solo l’insieme fa di noi quello che siamo. E solo mostrandoci per quello che siamo possiamo trovare anime gemelle che risuonano con noi.
Che solo attraverso ferite, sofferenze, sacrifici sapremo diventare grandi e acquisire forza e saggezza.
Che attraverso il silenzio e il vuoto che accade osservando un’opera d’arte, scendiamo in noi stessi e scaviamo il profondo che c’è in noi. Quello per cui vale la pena di vivere.
Che un bene condiviso è un bene maggiore di un bene singolo.
Che siamo qui per lasciar un segno per la comunità e non solo per avere o dimostrare quelle cose e capacità che pensiamo siano importanti. Ma che lo sono solo per noi (e quindi alla lunga ci si rivoltano contro).
Cicatrici è un viaggio silenzioso dentro noi stessi, che ci parla con voce calma, ma potente, e ci fa osservare e indagare il mondo interno e intorno a noi, soprattutto quello che tenevamo sbarrato dietro una porta di ferro di cui non sapevamo di aver la chiave”.