“Giornata Mondiale del Rifugiato: Stronger Together” a Pavia
PRESSO IL CORTILE SFORZESCO – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA
FINO AL 26 GIUGNO
IN OCCASIONE DELLA “GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO: STRONGER TOGETHER”
In occasione del World Refugee Day, Comitato Pavia Asti Senegal, Cooperativa Marta, Refugees Welcome Pavia in collaborazione con CICOPS (Commissione Internazionale Cooperazione per lo Sviluppo), il Sistema Territoriale per la Cooperazione Internazionale della Provincia di Pavia, la Coop. Soc. l’Alternativa con il SAI di Pavia, FinisTerrae con il SAI di Casteggio, il Coordinamento per il Diritto allo Studio – UDU Pavia e il Centro Servizi Volontariato Lombardia Sud danno avvio domenica 20 giugno, nell’ambito de La Trama dei Diritti, all’evento: “Giornata Mondiale del Rifugiato: Stronger Together” presso il Cortile Sforzesco dell’Università dalle 16.00 in poi.
Lo spirito dell’evento è quello di proporre alcune riflessioni sui diritti fondamentali di tutti noi individui, cittadini del mondo: dal diritto alla migrazione sancito nell’art. 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, al diritto/dovere alla solidarietà e accoglienza per chi scappa dalla propria terra per sfuggire a persecuzioni, per promuovere una comunità plurale, aperta, coesa e che sia curiosa di conoscere e valorizzare le differenze invece di temerle.
La manifestazione prenderà avvio con l’inaugurazione della mostra fotografica “Attraverso i nostri occhi, l’Hotspot visto dai bambini e dagli adolescenti” realizzata dalla ONG Still I Rise e proseguirà con alcune interviste e testimonianze di rifugiati, attuali ospiti, operatori e operatrici delle realtà pavesi che promuovono accoglienza, inclusione, dialogo interculturale e coesione sociale e terminerà con il racconto di una favola della tradizione africana da parte di un griot, un cantastorie camerunense, per i più piccoli.
La mostra rimarrà allestita e aperta al pubblico fino al 26 giugno ed è rivolta a tutta la cittadinanza e in particolare agli studenti e alle studentesse come spunto di riflessione e di celebrazione dei diritti dei migranti e dei rifugiati.
Il manifesto dell'evento (198 download )Dietro l’obiettivo della macchina fotografica, non ci sono giornalisti o fotoreporter, ma i ragazzi e le ragazze che nell’hotspot di Samos (Grecia) vivono da mesi.
I giovani fotografi sono studenti e studentesse di Mazí, la scuola aperta dalla ONG Still I Rise. Con una Kodak usa e getta a colori in mano i giovanissimi ospiti di Mazì hanno catturato la vita che scorre all’interno del campo profughi dell’Isola di Samos: “Attraverso i nostri occhi” svela, in modo intimo e disarmante, le difficoltà che i ragazzi e le ragazze dagli 11 ai 18 anni si trovano a dover fronteggiare ogni giorno nel campo.
Le immagini mostrano la spazzatura che si erge a cumuli, attorno a container allagati dalle piogge. Imprimono sulla carta stanze squallide, danneggiate e sporche, che rifugiati e rifugiate cercano di abbellire anche solo con qualche luce colorata. Mostrano i bagni comuni e la loro indecenza. Raccontano le proteste della popolazione rifugiata nei confronti della gestione del campo. Fotografano il cibo che viene servito nel campo e le interminabili ore di coda necessarie per ritirarlo.
Eppure, studenti e studentesse hanno consegnato anche fotografie di speranza. Scatti che narrano di un mare bellissimo, delle colline e degli alberi sull’isola di Samos e che raccontano l’entusiasmo nella scoperta dell’Europa e della sua cultura.
In concomitanza con l’evento sarà inoltre allestita la mostra fotografica “Sud Sudan: un popolo in fuga”: la mostra racconta, in questo caso, di “sfollati interni”, di rifugiati che vivono nei campi profughi del Sud Sudan.
Le foto sono state scattate dalla Prof.ssa Maria Sassi, vice presidente del CICOPS, nell’ambito del progetto Sostegno alla Sicurezza Alimentare e promozione della sana nutrizione nella regione di Western Bahr – el – Ghazal – SASN – AID 011423 cofinanziato dal AICS.
Il Sud Sudan è il paese più giovane e tra i più poveri al mondo, un paese senza uno stato, dilaniato da una guerra per la liberazione e da violenze interne di natura etnica che rendono difficile la costruzione di un’identità nazionale tra le 64 comunità etniche e le oltre 80 lingue parlate. Un popolo pronto a scappare in ogni momento per ricercare la sicurezza attorno alle missioni delle Nazioni Unite o alle chiese.
Per informazioni 3491629134 Marcello Rosa