Un vademecum per i volontari attivi nel recupero delle eccedenze alimentari
In Italia ogni giorno buttiamo via circa 6 mila tonnellate di cibo, un etto a testa, che equivalgono a uno spreco di circa 23 milioni di euro, mentre nello stesso momento un italiano su otto ha fame.
Infatti secondo i dati del progetto “Reduce” – promosso da Università di Bologna e ministero dell’Ambiente e Campagna Spreco Zero – nel 2016, gli italiani hanno buttato nella spazzatura 2,2 milioni di tonnellate di cibo, uno spreco che ammonta a 8,5 miliardi di euro pari a circa 0,6 percento del Pil (Prodotto interno lordo).
Le misure anti-spreco promosse non coinvolgono solo imprese e famiglie, ma anche il Terzo settore che, grazie anche alla legge sulla riduzione degli sprechi e il recupero delle eccedenze del 2016, ha potuto sviluppare e favorire le azioni di distribuzione dei prodotti alimentari “scartati”.
Ciessevi nel 2017, con Corriere della Sera e Milan Center for Food Law and Policy – Centro di documentazione e studio sulle norme e sulle politiche pubbliche in materia di nutrizione – ha promosso il progetto “Io non butto”: un network milanese di microreti tra aziende, negozi, botteghe e organizzazioni non profit che raccolgono e distribuiscono le eccedenze di giornata destinandole a chi ne ha bisogno. Eccedenze di giornata inutilizzate che altrimenti finirebbero nella spazzatura.
Per gli enti di Terzo settore che vogliono raccogliere questa sfida, che sposa solidarietà e sostenibilità, Ciessevi ha pubblicato l’instant book “Io non butto. Vademecum per i volontari attivi nel recupero a filiera corta delle eccedenze alimentari”. Una guida operativa per accrescere le competenze dei volontari in campo nella lotta allo spreco alimentare. Un primo passo nel sistema di recupero e distribuzione degli alimenti ai fini di solidarietà sociale. Una “filiera corta” sul recupero degli alimenti a basso rischio e di più immediata gestione, è un punto di partenza per chi desidera operare in contrasto allo spreco alimentare ma non dispone dei mezzi, delle strutture, della formazione e del know how necessario a trattare generi alimentari a rischio medio o elevato.
La pubblicazione entra nel dettaglio tecnico sull’insieme delle operazioni relative al recupero, raccolta e distribuzione di derrate alimentari ai fini di solidarietà sociale riconducibili ad un'”attività domestica” – come da Regolamento CE 852/2004 – con un basso livello di organizzazione (poca disponibilità di mezzi e locali di stoccaggio), limitati quantitativi da gestire e beneficiari che appartengono al territorio come i residenti del quartiere.
Una filiera di recupero delle eccedenze alimentari infatti comporta la conoscenza di contenuti complessi definiti attraverso un linguaggio tecnico che questo vademecum cerca di divulgare.
L’instant book è così suddiviso:
- il primo capitolo “Le parole chiave” contiene il glossario dei termini, cioè il vocabolario necessario per gestire il recupero e la distribuzione delle eccedenze a scopi solidaristici
- il secondo “Cosa recuperare” si occupa di identificare quali sono gli alimenti adatti al recupero, quelli cioè “a basso rischio”: panetteria, frutta e verdura, prodotti confezionati non deperibili
- il terzo riguarda “La filiera corta” dal recupero alla redistribuzione il passo deve essere breve. Quindi come ritirare, strumenti, tempi, logistica, contenitori
- il quarto “Le competenze dei volontari” si rivolge a chi opera nel recupero degli alimenti
- il quinto “La normativa” è un compendio dei riferimenti legislativi regionali, nazionali ed europei
- a conclusione un’Appendice che comprende una serie di schede tecniche previste nella “filiera corta” del recupero delle eccedenze alimentari