Non importa quanto siamo diversi, ma quanto non lo siamo
“Stare a contatto con altre culture e conoscere nuove persone è ciò che conta in queste situazioni, ti fa rendere conto che non solo siamo tutti umani, ma che comunque tutti abbiamo le stesse aspirazioni e gli stessi desideri. Non importa quanto siamo diversi, ma quanto non lo siamo, e se prima pensavo di saperlo ora sono sicura che sia così”.
Sono Sara, volontaria in Servizio Civile presso la sede di Pavia del CSV Lombardia Sud, la mia esperienza di Youth Exchange da poco conclusa presso l’ostello Artemista a Spessa Po, mi ha dato tante conferme:
Nel mese di novembre 2019 ho partecipato ad uno Youth Exchange (scambio culturale per giovani) della durata di una settimana presso l’ostello Artemista a Spessa (PV) che comprendeva la partecipazione di ragazzi da Italia, Grecia e Serbia. Il nome del progetto era “respectACTION”, e nel corso della settimana abbiamo affrontato vari temi: cittadinanza europea, disabilità, gender equality… Le attività a cui abbiamo preso parte erano incentrate sul rispetto, come si può intuire dal titolo del progetto, ed erano strutturate in modo da far partecipare tutti attivamente. L’obbiettivo finale era quello di produrre un video che mandasse un messaggio su uno dei temi trattati nel corso dei giorni.
PERCHÈ PARTECIPARE
Inizialmente ho deciso di prendere parte a questo progetto per fare una nuova esperienza e staccare dalla realtà per qualche giorno, ma si è rivelato molto più di questo. Ho conosciuto persone fantastiche con le quali sono ancora in contatto e ho allenato il mio inglese. È stata una settimana davvero piena, ogni giorno avevamo diverse attività e ognuno aveva il proprio ruolo all’interno dell’ostello. Ho notato con molto piacere che l’utilizzo del mio telefono è diminuito del 60%, e la cosa migliore è che non ne sentivo assolutamente la mancanza.
In un’era dove tutto è tecnologico, è stato bello poter avere un contatto diretto con altre persone senza lo schermo a fare da muro.
COME MI SENTIVO PRIMA DI PARTIRE
Prima di partire mi erano venuti i dubbi su qualsiasi cosa, mi facevo domande sulle cose più stupide e devo ammettere di essere stata un pochino nervosa il giorno della partenza perché non sapevo a cosa sarei andata in contro, dal momento che era la prima volta che facevo un’esperienza simile. Inutile dire che l’ansia è sparita esattamente 20 minuti dopo aver messo piede all’ostello, dopo aver chiacchierato con gli altri ragazzi ed essermi presentata.
IL MIO CONSIGLIO
Il mio consiglio è quello di fare un’esperienza come questa almeno una volta nella vita se si ha la possibilità, è un’esperienza di crescita personale, forse può sembrare esagerato da dire ma a me ha insegnato davvero molte cose, ma la cosa più importante è stata una sola: la diversità è frutto della mente umana, se ci aiutiamo si può davvero vivere in un clima di serenità. Questo è quello che mi resterà di più, la tranquillità con cui abbiamo vissuto una settimana di convivenza, scambiandoci opinioni (molte volte anche diverse) in modo pacifico. Tutto ciò è stato possibile grazie al fatto che ognuno ascoltava l’altro prima di parlare. Per allenare l’ascolto abbiamo fatto anche un laboratorio in merito, in gruppi da tre, una persona parlava e le altre dovevano solo ascoltare.
E ADESSO?
Ho preso parte a questo progetto durante la fine fine del mio anno di servizio civile, iniziato a gennaio 2019, anche nella speranza di farmi delle idee più chiare riguardo al futuro. Le idee chiare non ce le ho ancora, ma so che sicuramente farò ancora un’esperienza simile, perché ti arricchisce come persona. Vorrei prendere l’esperienza del servizio civile e quella dell’Erasmus e mischiarle insieme, prendendo parte magari ad un progetto di volontariato europeo, altra esperienza che mi sembra molto positiva e di crescita.
Per maggiori informazioni sulle opportunità di mobilità dei giovani in Europa:
Associazione Porta Nuova Europa