03/03/22 ore 20.45: Giustizia Riparativa e No Prison in dialogo
Oggi i conflitti e i reati si generano in contesti sociali sempre meno capaci di comprenderli e di gestirli per superarli, feriscono le relazioni, rompono il patto sociale, generano allarme e senso di insicurezza.
La Giustizia Riparativa (o Restaurativa/Restorativa dalla traduzione inglese di justice restaurative, ndr) offre una visione e un orizzonte di pratiche innovative per riparare i danni del conflitto, ricostruire relazioni e rafforzare la sicurezza sociale, coinvolgendo tutte le parti implicate: vittime, autori di reato e comunità.
È una giustizia che si realizza nell’incontro, nel riconoscimento reciproco, nel dialogo, nell’ascolto, nella responsabilizzazione personale e collettiva.
LA NASCITA DI UN PROCESSO VERSO LA COSTRUZIONE DI UNA COMUNITÀ RIPARATIVA
È necessario che ci sia una comunità capace di prendersi cura dei suoi cittadini e cittadine, delle relazioni e dei legami sociali. Una comunità che si senta parte in causa, non solo in quanto vittima della violazione delle sue regole, ma anche in quanto partecipe dei percorsi di ascolto e dialogo tra le parti coinvolte nel conflitto, nell’ottica di ricomposizione delle relazioni e dei danni che si sono generati.
Tutto questo nel rafforzamento della cultura del diritto e dei diritti orientati al benessere di tutte le parti e coinvolgendo la comunità in cui è vissuta l’esperienza del danno, lavorando in chiave preventiva per evitare che i conflitti sfocino in reati.
IL CONFRONTO CON NO PRISON
Per riflettere con la cittadinanza su una specifica proposta, l’Innominato, Tavolo lecchese per la Giustizia Restorativa, ha scelto di tornare a confrontarsi (come già una decina circa di anni addietro) con gli autori di un modello di proposta di trasformazione sociale particolarmente esplicito e sfidante. Per questo ha invitato a una serata di confronto pubblico Livio Ferrari e Giuseppe Mosconi, autori del libro “Perché abolire il carcere. Le ragioni di No Prison” (2021), i quali saranno appunto chiamati a porre in dialogo le ragioni del movimento abolizionista – che rappresentano – col punto di vista riparativo, nell’occasione rappresentato da referenti del Tavolo lecchese dell’Innominato.
L’appuntamento per partecipare alla presentazione del libro è per giovedì 3 marzo, alle ore 20.45, presso il Salone del Circolo Arci, Spazio Condiviso, Piazza Regazzoni 7 a Calolziocorte.
Nel rispetto delle norme anti Covid la sala potrà ospitare 40 persone in presenza (prenotazioni via mail a linnominato@leccorestorativecity.it).
Diretta streaming sulla pagina di Spazio Condiviso: https://tinyurl.com/5n6h2jvx
SCHEDA DEL LIBRO “PERCHÈ ABOLIRE IL CARCERE”
La povertà, per chi è ristretto nelle carceri italiane, è l’elemento caratterizzante della distanza che li separa dal resto della società, del disinteresse o peggio odio nei loro confronti da parte dei liberi che non hanno nessuna voglia di approfondire la questione. La prigione umilia, annulla, stigmatizza e impone il dolore, la sofferenza, è crudeltà, crea la mancanza di responsabilità verso il proprio comportamento e aumenta la pericolosità di tutti coloro che vi transitano, che diventano a loro volta moltiplicatori irreversibili e potenziali della violenza ricevuta. Continuare a sostenere il sistema carcerario significa in fondo autorizzare la pratica della vendetta di Stato e della sua violenza, con l’imposizione del dolore e della sofferenza ai ristretti. Non vi è alcun motivo di credere che lo spettro della prigione ridurrà la criminalità, è pertanto assurdo ritardare la ricerca di soluzioni di non carcere.
IL DECENNALE DELL’INNOMINATO
Durante l’anno in corso, ricorre il decennale dell’Innominato: Tavolo lecchese della giustizia Restorativa, nato a Lecco il 23 maggio 2012 in occasione della celebrazione della strage di Capaci. La serata del 3 marzo vuole segnare l’apertura degli appuntamenti previsti dal Tavolo programmati per questa annualità significativa.