Un focus sul non profit a matrice culturale
Il 29 maggio abbiamo invitato negli spazi di VitaminaC (hub sociale del lavoro condiviso aperto presso la sede varesina del CSV Insubria) alcuni rappresentanti del non profit a matrice culturale del nostro territorio a un laboratorio di conoscenza, ovvero un luogo di confronto su di un tema comune che ha preso avvio dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, incardinandosi dentro al Festival dello Sviluppo Sostenibile.
Il tutto perché abbiamo ipotizzato che il non profit a matrice culturale possa essere una risposta agli obiettivi fissati da Agenda 2030 per rendere la città e gli insediamenti umani “inclusivi, sicuri, duratori e sostenibili”. Ci siamo mossi in una cornice per noi anche più ampia, che vuole percorrere il tema del benessere della città, della collettività e della persona, come paradigmi che si declinano dentro la nostra società attraverso la presenza di un terzo settore orientato alla contaminazione e alla ibridazione e capace di produrre un valore economico che non schiaccia il valore sociale, ma ne fa un suo punto di forza.
A guidare il dialogo abbiamo chiamato Giovanni Campagnoli e Valeria Dinamo di Hangar Piemonte che, con il loro “La (quasi) impresa Manuale d’uso degli operatori culturali” (ed. Sole24 ore, 2018), hanno scalato la classifica di IBS settore economia. Se è vero che – come raccontano i dati citati nel libro – il settore culturale e creativo muove fatturati e occupati, è anche vero che esso porta con sé una serie di postulati che partono dal Terzo settore.
Così al nostro tavolo è venuta fuori una innovazione declinata nel sociale che parla di recupero di centri urbani o luoghi dismessi, grazie all’esempio del circolo Gagarin dell’associazione 26 x 1, ma anche di Artificio, lo spazio comasco gestito dall’associazione Luminanda. L’attenzione si è spostata anche sulla dimensione dello sviluppo e della qualità della vita, di cui ci ha parlato l’esperienza di B-Art di Barasso, ma anche di Karakorum Teatro, che da qualche mese ha aperto Spazio Yak. Oppure, ancora, dell’economia circolare come occasione di aggregazione e costruzione di offerta per il tempo libero, come dimostrano i laboratori condotti di ReMida o l’esperienza di NeverWas Radio, la web radio dell’associazione Smart.
Tutte le storie (sulle quali torneremo anche più avanti), hanno narrato temi importanti, puntando l’attenzione sulla sostenibilità economica e sull’orientamento a una domanda che arriva dal mercato e dalla società e alla quale il terzo settore può dare una sua risposta che tiene dentro i valori propri delle associazioni.