IN.RETE PER L’IN.CLUSIONE. IN.SIEME PER GARANTIRE UGUAGLIANZA E PARI OPPORTUNITÀ A TUTTI
A cercarla sul dizionario, la parola inclusione indica letteralmente l’atto di includere, cioè di inserire un elemento in un gruppo. Questa è la parola chiave del progetto “In.rete per l’in.clusione. in.sieme per garantire uguaglianza e pari opportunità a tutti” il cui obiettivo è quello di offrire opportunità di accesso alla vita sociale e culturale del paese a persone in situazione di vulnerabilità e fragilità e a rischio emarginazione sociale per un miglioramento della qualità della vita. Il progetto vede coinvolti nove operatori volontari, tra cui Anjorin Blessing e Ferrari Lorenzo che operano presso la Onlus Pane di Sant’Antonio, l’Associazione Banco di solidarietà alimentare Nonsolopane, l’Associazione volontari Croce Valverde e A.B.A.R.
In ambito sociale essere inclusi significa soprattutto sentirsi accolti: appartenere a un gruppo di persone, a una società, godere pienamente di tutti i diritti e le opportunità che questa appartenenza comporta. L’inclusione, dunque, è diversa dall’integrazione. L’esclusione sociale descrive invece una situazione nella quale non tutti hanno un accesso equo alle opportunità e ai servizi che permettono di vivere una vita dignitosa e felice. Questo avviene quando le persone non sono in grado di partecipare alla società in cui vivono e di fare sentire la propria voce. Basti pensare che, in un passato non troppo distante, le persone con disabilità fisiche, ad esempio, e ancor più intellettive, piuttosto che venire riconosciute venivano rinchiuse, abbandonate in istituti, separate dalla società perché considerate improduttive. La persona diversamente abile invece è una persona a tutti gli effetti, un soggetto con diritti non a causa della disabilità che lo connota, ma per la dignità umana che lo contraddistingue. In altre parole: non esiste il disabile. Con questo punto di partenza l’approccio con le persone con disabilità cambia radicalmente: si va dal riconoscimento dei bisogni al riconoscimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali e viene introdotto il concetto di inclusione basato sul diritto di godere delle stesse condizioni di partecipazione degli altri cittadini sulla base di eguaglianza e senza discriminazioni.
Le persone vengono purtroppo escluse dalla società anche per altre ragioni. Spesso troviamo coloro che appartengono a gruppi etnici o minoritari. Si pensi al popolo rom in molti paesi. La mancanza di accesso all’istruzione, facendo un esempio, impedisce loro di ottenere le qualifiche necessarie per ottenere un buon lavoro. E non finisce qui, perché in questo modo impedisce loro di trovare una buona casa dove poter crescere una famiglia. Così la loro esclusione dal sistema educativo ha un effetto a catena che li esclude da altri ambiti della società. Questo effetto e l’incapacità di superarlo significa, inoltre, che l’esclusione sociale si diffonde spesso di generazione in generazione, lasciando alcuni gruppi perennemente fuori dalla rete ed esclusi. In questi casi, diventa ancora più difficile cambiare lo status quo poiché è più difficile che la propria voce venga ascoltata.
In questo senso è necessario comprendere che alla base di ogni decisione si trova una cultura antropologica che orienta le proprie scelte. Un’educazione inclusiva può prevenire discriminazioni e soprusi e può garantire alle persone più svantaggiate pari opportunità di formazione e una partecipazione piena alla vita della propria comunità. Obiettivo specifico del progetto sarà infatti quello di sensibilizzare la collettività e i giovani sui temi dell’assistenza alla fragilità.
Per combattere l’esclusione sociale, dobbiamo costruire società più inclusive. Spingere verso il cambiamento del sistema culturale e sociale per favorire la partecipazione attiva e completa di tutti gli individui, mirare alla costruzione di contesti inclusivi capaci di includere le differenze di tutti, eliminando ogni forma di barriera.
L’obiettivo del progetto è raggiungere la consapevolezza che ogni individuo può esprimere il meglio di sé all’interno della società. Se ciascuno si sente sicuro e protetto, potrà certamente contribuire in maniera più creativa ed efficiente nel lavoro e all’interno della comunità attraverso le relazioni, le amicizie, il tempo libero, la cultura, lo sport.
La promozione di percorsi e azioni mirate a favorire il dialogo sociale, l’inclusione e il contrasto alle discriminazioni è dunque l’obiettivo del più vasto programma “IN.sieme si può! Giovani a sostegno dell’IN.novazione per comunità più IN.clusive”
Articolo di Tecla Vesia, operatrice di Servizio Civile Universale Csv Insubria