In Svezia, cercando un orizzonte più ampio
Edoardo Visentin, classe 1992, arriva da Brissago Valtravaglia, piccolissimo centro del Varesotto ed è approdato tra le foreste della Svezia poco distante dalle acque del mare del Nord, in un ecovillaggio (Hastekasen Farm) che sviluppa progetti di agricoltura sostenibile. A portarlo qui è stato il suo progetto di Corpo Europeo di Solidarietà, il nuovo nome che indica quello che abbiamo per anni chiamato Servizio Volontario Europeo, e che oggi identifica ancora una grande opportunità di mobilità per i giovani tra i 18 e i 30 anni che la Commissione Europea mette in campo. Obiettivi e motivazioni in partenza possono essere i più vari, e non da ultimo c’è per molti – come per Edoardo – quello di provare ad allargare gli orizzonti.
In questo momento Edoardo è a metà del suo progetto che è cominciato a marzo e finirà a settembre. «Mi trovo a una manciata di minuti da una città chiamata Uddevalla – racconta Edoardo – completamente circondato da foresta e campi, poco distante dall’oceano. Qui svolgo mansioni di fattore, agricoltore, costruttore, cuoco, group leader insieme ad altri volontari come me e componenti fissi della Comunità in cui sono ospitato. Oltre a questo sto imparando come ottenere ciò che mi serve dall’ambiente che mi circonda senza bisogno di acquistarlo, come cibo o materiale da costruzione, argilla o legno per esempio».
La sua partenza con il Corpo Europeo di Solidarietà è arrivata ad un anno esatto dalla laurea magistrale in Biotecnologie mediche, un anno passato tra piccoli lavoretti e la ricerca di qualcosa in più rispetto a una strada che gli sembrava già segnata. «La spinta principale a partire è stata quella di cercare altro. – spiega Edoardo -. Mi sentivo con il paraocchi, costretto a seguire una strada predefinita. Non perché non abbia scelto da me quello che ho scelto in Università, ma perché non è abbastanza per me». Il cambio di passo e l’adattamento per lui non sono stati di poco contro, «Qui mi sto trovando molto bene – racconta – anche se la vita di Comunità non è facile. Specie igiene, pulizia, e attenzione verso infrastrutture, attrezzi o semplicemente routine quotidiana non sono realmente sentite da tutti i volontari». Eppure in pochi mesi la visione per lui è cambiata e la sua vita si è riempita di molte attività e nuove relazioni. «Non c’è una cosa principale che sto imparando perché è veramente troppo vario il lavoro e le attività che ci sono qui. Le giornate sono piene e il tempo scorre diversamente. Sembra di essere qui da molto tempo e mi sono integrato benissimo con la comunità del posto».