“Rimango o torno”, la domanda di un giovane in Servizio Volontario Europeo
“Rimango o torno?”: è la domanda che si pone anche la “nostra” Clara Broggini mentre sta portando a termine il suo progetto all’estero. Ecco la sua bellissima testimonianza…
Di Clara Broggini
Quando 9 mesi fa sono salita sull´aereo che mi ha portato ad Erlangen (Germania), nella mia mente il futuro che mi aspettava alla fine del mio progetto SVE era ancora chilometri e chilometri lontano. Presa dal vortice di nuove esperienze, avventure e anche difficolta che mi si trovavano ogni giorno davanti non ho a lungo pensato alla scelta che alla fine inevitabilmente mi si sarebbe posta di fronte: restare -tornare o dove andare?
Piano piano, i mesi sono passati e la Germania mi è entrata sotto la pelle, è diventata una parte di me. Ho iniziato a mettere le radici. Dopo tutte le fatiche dell´adattarsi e dell´ingranare la nuova vita, mi sono ambientata, ho creato legami, ho iniziato ad amare la lingua e a conoscere le tradizioni. Un po’ inevitabilmente, l´ambiente vivace e internazionale in cui mi sono trovata a vivere mi ha portato a sviluppare un amore profondo per le diverse culture e la scoperta del nuovo. La mia curiosità e la mia indipendenza sono cresciute insieme e hanno cambiato completamente le mie perspettive di vita.
Nel momento in cui è iniziato a diventare importante informarsi sull´università sono davvero andata in confusione. Ho sempre sognato di studiare in Francia ma contemporaneamente in me è cominciata una lotta di pensieri sul tornare in Italia o sul restare in Germania. La prospettiva di dover andare via è diventata difficile da sostenere anche perché tornare non sarebbe comunque un tornare veramente, non sarebbe come prima di partire. Come la scrittrice Tazie Selasi una volta ha saggiamente detto: “We can never go back to a place and find it exactly where we left it. Something, somewhere will always have changed, most of all, ourselves.”. In 9 mesi Erlangen è diventata la mia casa e nonostante io abbia la mia famiglia i miei amici e la mia storia in Italia, non posso fare a meno di pensare di appartenere un po’ a questa cittadina della baviera tedesca.
Eccolo: il momento della crisi di indecisione che esplicita davvero cosa vuole dire essere uno SVE. Divisa tra due paesi, anzi nel mio caso tra tre! Dopo aver vissuto 18 anni nello stesso luogo improvvisamente le strade di Albizzate sembrano troppo piccole per contenere i miei passi. Nonostante ciò provo comunque il desiderio profondo di poter riprendere a parlare la mia lingua e di condividere la quotidianità con i miei cari dei quali sento la mancanza. Dall´altro lato, non voglio rinunciare al tedesco, alla gioia che mi da ogni giorno, alla scoperta continua di questo paese e a ciò che vi ho costruito. Risultato: la mia mente è stata per mesi un frullatore di siti universitari in tutte le lingue.
Alla base di tutto c´è il fatto che ormai non appartengo più ad un solo posto. Credo profondamente che salire su quell´aereo il 12 Settembre 2016 per seguire questo progetto abbia significato tagliare un cordone ombelicale. Mi ha aperto la mente e il cuore verso prospettive più ampie e paradossalmente, anche se ha spezzato qualcosa tra me e la mia terra, mi ha fatto capire da dove vengo e cosa significa essere italiana.
Alla fine, la decisione è stata, attraverso un lungo percorso di prove e riflessioni presa: l´anno prossimo andrò a studiare in Francia con un programma che mi permetterà di continuare parte degli studi in tedesco e magari un giorno di tornare in questo paese. È una nuova sfida che affronto con la consapevolezza che comunque il legame con l´Italia non fa che rafforzarsi, perché è proprio vero: ”Un peu d’internationalisation éloigne de la patrie, beaucoup y ramène.” Jean JAURÈS (1859-1914) / “Un po’ di internazionalizzazione allontana dalla patria, molta ti ci riporta”.