Progetto “Facciamo la pace” – reti al servizio della pace
“FACCIAMO LA PACE”: SOLIDARIETÀ, DIRITTI UMANI E NON-VIOLENZA
CSV Insubria propone il nuovo progetto nazionale “Facciamo la Pace” che conta complessivamente dieci volontari distribuiti nelle tre province lombarde di Brescia, Como, Varese. Gli enti coinvolti nel progetto sono CSV di Brescia, gli enti co-progettanti, come sedi di accoglienza Volontari per Brescia, L’Atelier Europeo (Brescia) ed Ecofficine (Como) e si propongono di lavorare sulla cittadinanza attiva, la partecipazione giovanile, la promozione dei diritti quali solidarietà, pace e non-violenza.
La finalità principale del progetto è la formazione dell’uomo e del cittadino. Un cittadino portatore di diritti e doveri, ma anche ben integrato nella società, disponibile e collaborativo verso gli altri e aperto verso le altre culture. Per meglio rispondere a questa finalità, il progetto “Facciamo la pace”, vuole affrontare le dinamiche di relazione interpersonale che ruotano intorno al tema della pace e della solidarietà, dove la pace è intesa non solo come “assenza di guerra” ma come tutela della dignità e dei diritti della persona umana.
Nella società odierna, caratterizzata dal cambiamento, dalla sua rapidità, dall’instabilità di ogni riferimento, è aumentato il distacco tra luoghi di educazione e quelli di vita quotidiana: ciò rischia di rendere vano ogni tentativo educativo. Emerge dunque la necessità di esperienze che puntino a collegare i giovani alla società, facendone soggetti capaci di scelte consapevoli e intenzionali, favorendo l’esperienza della partecipazione attiva. Il progetto, in questo senso, pone l’attenzione educativa su temi quali i diritti umani, l’uguaglianza di genere e l’avanzamento di una cultura di pace e di non violenza promuovendo società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile, come cita l’obiettivo numero 16 dell’Agenda 2030, garantendo un’istruzione di qualità e promuovendo opportunità di apprendimento continuo. (Obiettivo 4).
Punto di forza del progetto sarà anche la valorizzazione del volontariato locale ed internazionale dal momento che le azioni efficaci nascono sempre da una consapevolezza, una presa di coscienza di fronte ad una situazione problematica. Davide, operatore volontario di Servizio civile Universale a Varese sul progetto in questione, racconta così la sua scelta: “Ho deciso di prendere parte al progetto “Facciamo la pace”, perché sono rimasto colpito dal suo programma, ovvero la diffusione e la promozione della cultura della pace. Per portare avanti questo scopo, nel programma, vengono definiti delle metodologie affini al mio percorso professionale e in linea con molte delle mie competenze”. Inoltre, se si pensa alla difficile situazione che si sta vivendo in Ucraina, possiamo vedere il grande ruolo del volontariato di mobilitazione della società civile per i temi della pace: oggi più che mai non può esserci volontariato se non in una logica di pace.
LA MARCIA PERUGIA – ASSISI DELLA PACE E DELLA FRATERNITÀ E L’IDENTITÀ DEI VOLONTARI
Il Servizio Civile Universale nasce e vive con l’obiettivo di promuovere la pace e la solidarietà in Italia e nel mondo. Per questo partecipare alla Marcia Perugia – Assisi è un momento per celebrare l’identità dei volontari SCU.
Fu il politico Aldo Capitini, nel 1961, ad avviare questa tradizione e da allora migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo hanno marciato per promuovere il rispetto dei più importanti valori e diritti universali.
Lo scorso 24 aprile, secondo gli organizzatori, hanno partecipato 156 Comuni, Province e Regioni, oltre 50 scuole, 88 associazioni nazionali e 359 associazioni locali, senza contare le singole adesioni.
La manifestazione è partita in mattinata da Perugia per arrivare ad Assisi con un lungo e colorato corteo: giovani e giovanissimi, famiglie con bambini, vecchi militanti pacifisti, persone con disabilità, boy-scout, studenti di tante scuole italiane.
PACE COME VALORE DELLA MEMORIA
Quando a eventi terribili viene dato lo status “ufficiale” di qualcosa che la società non dovrà mai dimenticare, i sopravvissuti o le persone colpite possono trovare un certo conforto nel fatto che la società ha preso consapevolezza che quell’azione era sbagliata.
La memoria aiuta anche a presagire le future violazioni dei diritti umani e proprio per questo dobbiamo essere onesti quando riflettiamo su noi stessi.
Abbiamo bisogno di essere consapevoli delle conseguenze politiche del nostro paese che potrebbero portare a violazioni dei diritti umani. Dobbiamo prendere atto degli errori commessi in passato e accorgerci di quelli che forse stiamo commettendo adesso. Solo così possiamo iniziare ad imparare da tali errori.
Tecla Vesia, operatrice di Servizio Civile Universale