STORIE – Alto Verbano, la Comunità Operosa che dà gambe alla co-progettazione
Non una rete di associazioni, ma una comunità: sta in questo cambio di passo la formula che, nel Luinese, ha portato alla nascita della Comunità Operosa, diventata sinonimo di co-progettazione, concetto che nella riforma del terzo Settore ha valore di legge, ma che nella pratica deve ancora trovare la via per realizzarsi. In questo caso, sulle rive dell’Alto Verbano, la formula della co progettazione ha tra le altre cose contribuito a mappare emissioni di CO2, creare reti di sostegno durante il lockdown e attivare le persone attorno a problemi e necessità del territorio.
Partenariato? No grazie
«Questa esperienza – spiega Gianfranco Malagola coordinatore della Rete della Comunità Operosa Alto Verbano – è nata nel gennaio 2019, quando, in un incontro programmato sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza, ci siamo trovati in tantissimi, cittadini comuni ma anche associazioni. Tutti impegnati sul territorio ma ciascuno preso dal suo obiettivo, dal suo operato. Allora ci siamo interrogati sul senso di questa frammentazione e abbiamo deciso di dare vita ad una Comunità. Lo abbiamo fatto formalmente, scegliendo di condividere una Carta, con valori condivisi e modalità operative, e con un atto costitutivo che – ad oggi – vede la adesione di 24 realtà, tra le quali ci sono anche due istituti scolastici».
Al centro di tutto ci sono concetti solidarietà, condivisione e sostenibilità socio economica ed ecologica e la valorizzazione della dimensione locale delle relazioni. «Le relazioni sono il primo tassello – spiega ancora Malagola – per fare la differenza e poter parlare di co progettazione: più enti che si mettono insieme per scrivere un bando e ottenere un finanziamento non fanno co progettazione, ma costituisco più semplicemente un partenariato. Co-progettare significa porre prima le basi attraverso una relazione vera». Altro passo importante è stata la mappatura delle competenze di ciascun ente membro della Comunità: una mappatura che tenesse conto dei luoghi e delle specifiche aree di intervento di ciascuno. «Così abbiamo avuto le idee chiare di chi fa cosa e dove- dice ancora Malagola – per poter poi organizzare le azioni e gli obiettivi in modo coerente ed efficiente». Sono quindi state definite le aree di intervento della Comunità suddivise in tre macro argomenti: cittadini globali, rigenerazione territoriale e stili di vita sostenibili attorno ai quali hanno cominciato a lavorare diversi laboratori, aperti anche alla pubblica amministrazione e a soggetti esterni alla Comunità.
«Dal settembre 2020 la collaborazione con il Comune – spiega Elena Brocchieri, assessore alle Politiche Sociali e giovanili anche con delega al volontariato e membro del gruppo di coordinamento della COPAV – è diventata sempre più stretta tanto che si è partecipato insieme a due bandi: “Fermenti in Comune” di Anci, con una progettualità risultata poi finanziata ed “Educare in Comune” del dipartimento per le politiche della famiglia. Per l’ente pubblico si è trattato di sperimentare una modalità nuova di rapporto con il territorio e con le realtà attive su di esso».
Dalle aree di intervento ai progetti
Così hanno preso forma diversi progetti: da quello contro lo spreco alimentare a “Giovani nella comunità”, per dare risposta al cambiamento climatico. Durante il lockdown inoltre la Comunità Operosa si è attivata per andare incontro ai problemi che si sono creati: dal supporto per le persone anziane e sole, ai bisogni alimentari fino alla necessità di creare piccoli asili familiari diffusi per i genitori che avevano esigenze lavorative durante il periodo di chiusura delle strutture per i più piccoli. Il periodo del Covid è stato un banco di prova importante per dare le gambe e concretezza ai mesi di tavoli e riunioni e per portare a produrre il cambiamento nella vita di tante persone.
Da tutto questo lavoro è nata anche la Rete per il Clima del Verbano (RCV), grazie alla collaborazione con Legambiente di Angera, Ispra e Laveno Luino, al CAST, alla associazione AIACE, “I care” ed al Comitato Culturale del Centro Comune di Ricerca di Ispra. Obiettivo? Condividere gli obiettivi climatici e promuovere lo sviluppo di una strategia climatica locale, ma anche in questo caso cercando il più possibile la concretezza delle azioni e il coinvolgimento di tutti nella loro elaborazione e realizzazione.