Storie – Appassionati di cosmo e viaggi nello spazio: anche così si fa cultura
Dalla divulgazione scientifica in ambito astronomico e astronautico al lancio di un satellite: così una associazione con base a Ferno prova a passare dalla teoria ai fatti…
Una associazione culturale vi fa venire in mente solo teatro, musica e promozione dell’arte? Ebbene c’è da rivedere qualcosa perché anche la cultura scientifica ha i suoi paladini e – in qualche caso – si può trattare nientemeno che di appassionati del cosmo, che ci invitano ad alzare lo sguardo. Stiamo parlando di ADAA Aps (Associazione per la Divulgazione Astronomica e Astronautica), realtà nata cinque anni fa nel Varesotto dall’incontro di appassionati ed esperti assolutamente determinati a passare dalla teoria ai fatti e lanciare un satellite nello spazio.
Tutto comincia nel 2016 quando un gruppo di appassionati ed esperti si aggrega attorno alla comune passione per missioni spaziali e studio ed osservazione del cosmo, ovvero di tutto quello che riguarda astronomia e astronautica. Luigi Pizzimenti – giornalista, divulgatore scientifico e direttore della rivista Spazio Magazine – fondatore e attuale presidente di questa associazione di promozione sociale. Obiettivo principale? Divulgare la conoscenza dello spazio e delle missioni spaziali facendo crescere interesse e passione grazie a convegni, seminari e incontri che hanno coinvolto scuole di ogni ordine e grado, realtà come il carcere minorile e persone comuni. «Abbiamo aperto così collaborazioni con le Università – spiega Pizzimenti – e ci siamo messi a disposizione anche di studenti per la realizzazione delle loro tesi». Nel 2018 ADAA ha organizzato la prima edizione della nuova Fiera Nazionale dell’Astronomia all’interno dei padiglioni espositivi fieristici di Bologna, proponendo a migliaia di curiosi il suo Planetario Digitale, come strumento per scoprire le bellezze dell’universo. Inoltre, per tre anni, grazie a un prestito fatto dalla NASA, Pizzimenti ha portato in giro per l’Italia una roccia arrivata direttamente dalla luna, con conferenza stampa di presentazione tenutasi a Roma presso la Camera dei Deputati.
Molti aspetti in questa storia hanno a che fare con cielo e spazio: la sede – concessa in comodato d’uso dal Comune – si trova a Ferno, in una delle abitazioni teatro della delocalizzazione conseguente all’ampliamento dello scalo di Malpensa e siamo nella provincia di Varese, territorio dove si concentra il 96% dell’industria aerospaziale lombarda. «In realtà – spiega Pizzimenti – la dimensione locale è solo apparente: abbiamo soci un po’ ovunque, in Italia come all’estero e siamo molto legati alle istituzioni come l’Agenzia Spaziale Italiana e l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea che ci aprono le loro porte, come ad esempio è accaduto nel 2017 quando abbiamo avuto l’opportunità di assistere al lancio della terza missione sulla stazione spaziale di Paolo Nespoli, dal cosmodromo di Bajkonur in Kazakistan». E poi ancora, grazie a una donazione da parte dell’INAF, i sei mila volumi dell’archivio cartaceo dell’Istituto di Radioastronomia di Bologna hanno trovato “casa” proprio nella sede di Ferno e con un accordo con l’Assessorato alla Cultura del Comune sono entrati a far parte del circuito bibliotecario e oggi a disposizione degli studenti.
Il futuro di ADAA si chiama AlSat#1, satellite della classe Cubesat. Un capriccio da appassionati? Decisamente, no. Dal punto di vista scientifico l’obiettivo – semplificando – è quello di testare un particolare sensore di radiazioni, grazie alla collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Università svizzera Supsi. Dal punto di vista divulgativo sarà lanciato un contest nelle scuole italiane fornendo un kit e la rete radio amatoriale per connettersi con il satellite. «Il messaggio per i più giovani – dice Pizzimenti – è quello di far alzare loro la testa e di far comprendere che il futuro di tutti noi, per tantissimi aspetti della nostra vita, è legato ai satelliti».