Giorno della Memoria 2020 a Sondrio
Anche quest’anno il Comune di Sondrio, in collaborazione con altri enti ed associazioni, ha previsto delle iniziative nella ricorrenza del Giorno della Memoria.
In particolare lunedì 27 gennaio alle ore 10.30 sono previsti una cerimonia e un incontro pubblico presso il Parco della Rimembranza di Sondrio, in via Cesare Battisti, alla presenza di rappresentnati del Comune, delle autorità, di Fausta Messa, docente di storia e direttrice dell’Istituto sondriese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea e degli studenti delle scuole cittadine.
Sono inoltre legati ai temi del Giorno della Memoria anche i seguenti eventi:
- mercoledì 22 gennaio alle ore 17.00 presso la Biblioteca Pio Rajna di Sondrio sarà presentato il volume “La Shoa dei bambini. La persecuzione dell’infanzia abraica in Italia (1938-1945)” con la partecipazione dell’autore Bruno Luca Maida;
- mercoledì 22 gennaio alle ore 20.45 presso il Teatro Sociale di Sondrio verrà messo in scena lo spettacolo di Sondrio Teatro “Destinatario sconosciuto” di Katherine Kressmann-Taylor, adattamento e regia di Rosario Tedesco, con Nicola Bortolotti e Rosario Tedesco;
- lunedì 27 gennaio alle ore 17.00 presso la Sala delle Acque del BIM si terrà l’incontro “Giorno della Memoria 2020. Dall’Oceania all’Aprica, sulle tracce degli ebrei confinati durante la seconda guerra mondiale” con Bianca Ceresara Declich e Bianca Pilat. è prevista la partecipazione dei Pueri Cantores di Patrizia Fabbri e la proiezione di uno spezzone del filmato “Portami di là”. Grazie alla collaborazione tenace tra uomini delle istituzioni, che continuarono a credere nella solidarietà tra esseri umani – perché guardavano in alto, ai valori di tutti e per tutti – gli ebrei confinati all’Aprica durante la II Guerra Mondiale, destinati all’annientamento dalla politica nazifascista, riuscirono a salvarsi e a farsi testimoni. Venivano dalla Croazia occupata da tedeschi e italiani (aprile 1941); minacciati di sterminio da parte nazista, avevano ottenuto protezione da parte dell’esercito italiano, che li aveva aiutati a rifugiarsi in territorio italiano. Poi erano stati distribuiti sull’arco alpino, vicini alla Svizzera. All’Aprica erano giunti in più di duecento. Dopo l’8 settembre furono aiutati da tutti, rappresentanti delle istituzioni, religiosi, popolazione, a rifugiarsi nel territorio neutrale della Svizzera. Sempre grati, da allora.