Il COVID-19 non ha il potere di scalfire la forza del sorriso
“L’esistenza di tutti in questi giorni è stata sconvolta al punto di pensare di essere protagonisti di un film di fantascienza.
Un piccolissimo virus invisibile ad occhio nudo ha fatto cambiare le nostre abitudini, ci ha privato anche del piacere di una pizza o caffè in compagnia e ci impone di restare a casa, per salvaguardare la vita di tutti ed anche la nostra.
Il Coronavirus ci ha reso più vulnerabili e consapevoli che nessuno è immune dal contagio.
Le persone con disabilità, oltre alla riduzione dei servizi a loro dedicati, si sono trovate anche private dell’importante aiuto e conforto della solidarietà del vicinato e dei famigliari.
Ma c’è qualcosa che questo insidioso COVID-19 ci sta regalando di positivo? Sicuramente sì, se riusciamo a cogliere l’occasione, per farci sentire più vicino agli altri, perché anche protetti dalle pareti domestiche possiamo esprimere la nostra voglia di vivere e non essere solo spettatori di questi giorni senza vita sociale.
Telefoniamo al vicino , a chi sappiamo più di altri soffre per l’isolamento ed all’amico, che per molto tempo abbiamo trascurato, perché lo sport, il parrucchiere, l’estetista o le attività dei figli ci rubavano tutto il tempo libero.
Usiamo la tecnologia per le conversazioni di gruppo, per condividere non solo la ansietà del momentaccio, che stiamo vivendo , ma anche i suggerimenti per viverlo con maggiore serenità, come lo scambio di nuove ricette appena sperimentate, l’invenzione di giochi di famiglia o più semplicemente alcune riflessioni su un libro appena letto o un brano musicale recentemente ascoltato.
Riprendiamo in mano, in modalità cartacea o come audiolibro, in braille, in realtà aumentata o su E-BOOK, un libro, accantonato in passato perché la sua lettura richiedeva molto tempo.
Sentiamoci responsabili dell’importante contributo che offriamo alla collettività, stando a casa, permettendo a tutti gli operatori sanitari di aiutarci.
Se veniamo a conoscenza di qualche fragilità, non facciamo come sempre, voltando lo sguardo dall’altra parte, lasciando che il problema sia risolto da altri, ma interessiamo le autorità competenti sulle difficoltà di quella persona.
Lasciamo che i nostri anziani ci raccontino ancora una volta delle loro esperienze, vissute durante la guerra, perché a loro ed a noi quei racconti fortificano la nostra speranza, che tutti i momenti drammatici hanno un termine .
Usciamo sul balcone o alla finestra ed ascoltiamo il tepore del sole e gli uccellini che cantano, messaggeri della primavera alle porte e di quella voglia di ripartire, che non si ferma mai davanti alle angosce del momento.
E poi quando potremo riacquistare la nostra quotidianità, lasciamo che il Coronavirus ci rammenti sempre il valore della nostra libertà e vita sociale e cerchiamo di non arrabbiarci più quando siamo in coda, di vedere le nostre esigenze sempre prioritarie rispetto a tutte le altre , cogliamo ogni imprevisto come un’eventualità possibile e naturale che non deve sconvolgere la nostra esistenza e quella di chi amiamo, e godiamoci la compagnia degli altri, una passeggiata o una vacanza con sensazioni nuove più intime e profonde.
Riprendiamoci la nostra vita già da ora pur rimanendo a casa: anche se non possiamo abbracciarci o scambiarci affettuosità, offriamo il nostro sorriso a chi ci è accanto e a chi possiamo raggiungere, aprendo le finestre di casa.
Ogni sorriso ha il potere di farci sentire più vicini, più uniti e di trasmetterci speranza, forza e soprattutto farci stare bene!”.
Paola Vassena
Vice Presidente U.I.C.I. ONLUS-APS
Sezione di Lecco