Lena Marzi, generatrice di umanità, esempio di integrazione e accoglienza
Lena Marzi, maestra in pensione di Sant’Anna, frazione di Sondrio, aveva quasi settantanni quando nel 1974 accolse nella sua casa Fides Marzi, dodicenne del Burundi.
Il suo esempio positivo di integrazione e accoglienza, precursore dei tempi, ha saputo creare incontri e legami tra le persone, generatori di umanità, rispetto ed educazione.
“Lena, uri Umuvyeyi – Sguardi sulla vita e sul mondo della maestra Lena Marzi di S. Anna” è il titolo del libro scritto da Mariangela Cederna Pedrazzoli, fortemente voluto dall’associazione Dukorere Hamwe-Lavoriamo Insieme.
In kirundi, la lingua del Burundi, Umuvyeyi è la persona speciale che genera alla vita, che accoglie con dedizione, che semina con intelligenza, che promuove autonomia, che accompagna un giovane nel cammino della crescita con sapienza e saggezza. Persona generatrice di umanità. Proprio questo l’appellativo che Fides Marzi Hatungimana ha voluto dare a Lena, “la” maestra, come sempre l’ha chiamata la giovane burundese diventata cittadina italiana grazie a questa donna speciale che, alle soglie dei settant’anni, la accoglie bambina, la fa studiare, la adotta.
Attraverso un’ampia documentazione fotografica e con rigore storico, il testo, che si avvale della presentazione del Vescovo, monsignor Oscar Cantoni, e del Prefetto di Sondrio, dott. Giuseppe Mario Scalia, è il racconto della lunga vita di Lena Marzi (1905-2001), maestra di S. Anna, frazione di Sondrio.
Ciò che viene presentato è quanto emerge dal materiale di Lena Marzi, dai suoi appunti, dalle sue fotografie. E’ anche il tentativo di contestualizzare la sua vita. Dunque un piccolo brano di storia locale, scolastica, ma non solo, filtrato dalla penna, quindi dagli occhi e dal cuore, di una donna che ha attraversato tutto il Novecento: materiale abbondante quello conservato dalla maestra, a cui nel libro si aggiunge la testimonianza di molti che l’hanno conosciuta e apprezzata. Le foto di tante scolaresche si alternano ai documenti personali dell’era fascista, i luoghi “del cuore” della maestra sono rivisitati con immagini d’epoca, il contesto culturale della Sondrio “alta” dialoga con le testimonianze degli amici e con i percorsi didattici di un’insegnante sempre aperta alle nuove frontiere della pedagogia.
Le pagine del libro nascono quindi dal desiderio di rendere onore a una piccola grande donna coraggiosa. È il desiderio di fare memoria perché attraverso l’operato di Lena, dapprima maestra di tante generazioni di sondriesi “delle frazioni di sopra”, poi educatrice di una giovane burundese, è anche indicata una strada positiva, una buona pratica, nel rapporto tra nord e sud del mondo. Una donna che con rigore morale e grande generosità ha sempre collaborato con la parrocchia, ha sostenuto i sacerdoti, ha diffuso il bene, come è testimoniato da tutti coloro che l’hanno conosciuta.
Il testo vuole, infatti, anche essere anche un atto di riconoscenza verso la figura di due grandi sacerdoti che hanno intrecciato legami profondi con questa maestra. Innanzitutto padre Gianni Nobili, comboniano di S. Anna (1940-2016) che ha affidato alla maestra la piccola Fides, la maggiore dei sei figli di Siméon Rwabaye, un alto funzionario del Ministero degli Affari Sociali di Bujumbura, ucciso nel 1972 nella guerra civile tra le etnie hutu e tutsi. La Chiesa cattolica burundese lo annovera tra i martiri moderni del Cristianesimo per l’impegno da lui sempre profuso nell’ambito religioso, come figura di spicco dell’Azione Cattolica Burundese. Chi ha sostenuto con paterno affetto e generosa sollecitudine questa adozione è stato il parroco di S. Anna e Mossini, don Giuseppe Acquistapace, che ha seguito la vita di Fides nelle attività della parrocchia, negli studi (Fides si è laureata all’Università Statale di Milano in Agraria), nella sua crescita religiosa e sociale.
La piccola storia locale si intreccia mirabilmente, in questo testo, con la grande Storia, ha evidenziato il sociologo Aldo Bonomi nell’incontro di presentazione del libro alla popolazione.
In questo momento storico così devastato dall’odio, dal rancore, caratterizzato da desiderio di steccati, di faglie, secondo il sociologo servono esemplarità come quella di Lena, che ha saputo costruire soglie, rapporti, apertura, che ha lavorato per l’inclusione. Serve oggi più che mai una “comunità di cura” che operi con spirito di cooperazione, integrazione, nella consapevolezza che l’identità non è un valore statico che si difende nell’arroccamento delle proprie posizioni, ma è il rapporto dinamico tra soggetti diversi che si incontrano, dialogano, creano relazione.
E la maestra Lena ha saputo creare un legame profondo con il Burundi. Questo piccolo Stato dell’Africa subsahariana, un mondo tanto lontano da lei per storia, cultura, abitudini di vita, è esploso nella sua fertile vitalità attraverso Fides. Oggi l’eredità di Lena, come ha sottolineato nel suo intervento Giancarlo Speziale, sta nell’operato dell’Associazione Dukorere Hamwe- Lavoriamo insieme, che dal 2006, sotto la guida attenta e il controllo vigile della presidente Fides, opera a favore di giovani burundesi che sono sostenuti negli studi e nella formazione professionale affinché diventino promotori nella loro nazione di una crescita umana, sociale e culturale.
Il ricavato della distribuzione del volume (acquistabile direttamente da Fides Marzi Hatungimana o presso le Librerie Paoline, Bissoni o Vel di Sondrio) è totalmente devoluto a Dukorere Hamwe.
Info: www.dukorerehamwe.it