IN SILENZIO URLIAMO LA PACE – Ogni sabato a Sondrio
Sabato 23 novembre, come da 33 settimane a questa parte, le DONNE PER LA PACE saranno a Sondrio, nel piazzale della stazione ferroviaria, dalle ore 11:00, per un sit-in silenzioso che chiede il CESSATE IL FUOCO a Gaza, in Ucraina e ovunque ci sia la guerra.
Con l’occasione, verrà presentata anche la petizione della Rete italiana pace e disarmo in difesa della L.185/90 e degli emendamenti proposti dal Governo con una raccolta firme per mantenere la trasparenza e il controllo sulla fabbricazione, l’importazione, l’esportazione ed il transito di armi.
Di seguito il loro appello.
Questa iniziativa è nata dal disagio e dalla necessità di fare qualcosa rispetto alla situazione emotivamente destabilizzante della guerra. Avendo ben presenti i conflitti bellici in atto in luoghi diversi del mondo, ci siamo soffermate in particolare su quanto sta accadendo in Palestina e in Ucraina, pur essendo scenari molto diversi tra loro, perchè hanno riportato la guerra nel nostro contesto quotidiano. Sbagliavamo nel ritenere che non ci saremmo più ritrovate, dopo la Guerra Fredda e la fine della Seconda Guerra Mondiale, a vedere un conflitto così da vicino.
La sofferenza ci ha indotto a guardarci in faccia e a chiederci cosa potevamo fare.
A ottobre 2023 abbiamo organizzato una raccolta fondi destinata alla Mezzaluna Rossa Palestinese, organizzazione umanitaria del Movimento internazionale della Croce Rossa.
Abbiamo poi lavorato per organizzare qualcosa nella data dell’8 marzo 2024 e da lì abbiamo deciso di chiamarci Donne per la Pace. Ci siamo poste il problema di dare uno spazio alle voci delle donne in queste situazioni di guerra. L’8 marzo ci siamo ritrovati in una settantina di persone, sia donne che uomini.
Abbiamo poi deciso di proseguire questa nostra azione dandoci appuntamento tutti i sabati per un sit-in silenzioso.
Il nostro slogan è scritto e indossato. Abbiamo disegnato le singole lettere che compongono la scritta CESSATE IL FUOCO e, a turno, 14 di noi, le portano.
Dopo tanti discorsi, stiamo ferme e in silenzio. È tutto già scritto e non mette in difficoltà chi non se la sente di parlare, argomentare, affrontare discussioni interminabili.
Ad oggi nel nostro gruppo siamo 24 Donne per la Pace, ma ogni sabato chi vuole si può aggiungere e può portare un proprio cartello. Alcune persone lo hanno fatto.
È il nostro modo di metterci la faccia, di esserci e fare quello che possiamo, individualmente e insieme.
Il nostro obiettivo è quello di non normalizzare le guerre, di non rimuoverle.
Le persone sensibili a questo tema hanno necessità di trovare un abito con cui esprimersi per non anestetizzarsi. Noi glielo offriamo.
A chi ci dice “ma tanto a cosa serve?” noi rispondiamo “a te interessa venire?”. Crediamo che essere in piazza con altre persone possa cambiare prima di tutto noi stesse. Il momento della piazza è un tentativo di vedersi fuori e di allargare il discorso trovandosi in un gruppo per confrontarsi e fare delle proposte.
Tra le idee che sono sorte c’è quella per esempio di coinvolgere Banca Etica e di affrontare il discorso delle banche armate e della proposta del Governo di modificare la legge numero 185 che dal 1990 regolamenta le esportazioni italiane di armamenti. In questo modo i cittadini potranno informarsi.
Perché, come donne, abbiamo scelto uno slogan – così semplice e allo stesso tempo complesso – come CESSATE IL FUOCO?
Perché vale sempre e comunque. È universale. Ed è da lì che riparti.
Se non si smette di combattere si combatterà per sempre.
Al giorno d’oggi si discute sempre su chi abbia torto e chi abbia ragione. Siamo stanche di stare in questa logica che non funziona. Non è così che si risolvono i problemi.
Le donne sono quelle che pagano il prezzo maggiore della guerra, sia direttamente che indirettamente.
Il nostro è un appello a tutta la comunità e la società civile.
Con le associazioni di cui facciamo parte organizziamo altre iniziative di sensibilizzazione.
Come DONNE PER LA PACE sentiamo il bisogno di testimoniare il nostro punto di vista di donne e cittadine, vogliamo portare il nostro messaggio di denuncia e anche la nostra ansia, la paura, il rifiuto e la difficoltà che proviamo nel comprendere e accettare quello che sta succedendo.
Come donne sentiamo il bisogno di dire che ci sono urgenze che vanno ribadite.
Invitiamo tutte e tutti ad essere presenti, a non dimenticare, a non rinunciare a testimoniare che c’è bisogno di un immediato CESSATE IL FUOCO.
Ci sono stati dei momenti in cui la Storia ha fatto dei passi avanti perché sono stati fissati dei paletti da cui si è deciso che non si poteva prescindere. Questi punti fermi hanno permesso all’umanità di fare dei grandi passi in avanti.
Oggi il CESSATE IL FUOCO è per noi uno di questi paletti fondamentali.
Nel ’69 manifestavamo affermando “Fuori la guerra dalla storia” ed eravamo tutti d’accordo, non dovevamo difendere questa nostra posizione.
Oggi non è così. Dobbiamo tornare all’essenziale per uscire da questa logica di distruzione di non senso.
Partiamo da questo. CESSIAMO IL FUOCO.