Guardare Munari che guarda
Proseguono gli incontri dell’associazione Amici della Biblioteca di Sondrio dedicati ad alcuni dei fondi speciali (Abramo Levi – Grytzko Mascioni – Bruno Munari) conservati nella biblioteca Pio Rajna di Sondrio.
Lunedì 20 novembre alle ore 17.00 presso la Civica Pio Rajna di Sondrio Leo Guerra presenterà “Guardare Munari che guarda. Un esperimento di appropriazione del processo creativo di Bruno Munari”.
Leo Guerra (Sondrio, 1972) è architetto. Sin dall’infanzia usa il disegno come sistema di comunicazione primario, secondo solo alla parola. Si occupa di riconversione abitativa, resistenza urbana in difesa del verde pubblico, display design; “plug-in bank”, graphic design rivolto all’editoria no profit ,progettazione crowd-sourcing.
GUARDARE MUNARI CHE GUARDA. Un esperimento di appropriazione del processo creativo di Bruno Munari
Della produzione di Bruno Munari (Milano, 1907-1998) si sa praticamente tutto: artista concettuale con battesimo futurista (sua la prima mostra alla galleria del Milione nel 1930), illustratore di celebri collane einaudiane firmate con Gianni Rodari (‘Il libro degli errori’, ‘Le favole al telefono’, ‘Novelle fatte a macchina’), designer d’impronta ‘radical’ (sua l’ironica sedia per ospiti indesiderati, il letto-cameretta modulare in maglia metallica per Robots, la produzione di raffinate lampade e accessori per l’ufficio prodotte da Bruno Danese), grafico (l’identità visiva per la Nuova Biblioteca Einaudi), pubblicitario (le campagne ‘a collage’ per Campari), collezionista (di object trouvée fuori dal comune), pedagogo (il ‘metodo Munari’ basato sulle associazioni iconologiche in opposizione al nozionismo cronologico) e rappresentante del Made in Italy nel mondo (senior ambassador dell’AGIAP, pluripremiato con il celebre ‘Compasso d’Oro’).
Meno noto è il suo metodo creativo, sintetizzabile attorno a un’inossidabile curiosità – o stupore infantile – sostenuta da un’abilità esecutiva di stampo leonardesco condotta con leggerezza e con ironia impareggiabili. L’elogio del ‘fatto con le mani’, una costante incapacità di ‘stare fermo’, il desiderio insopprimibile di tagliare, ripiegare, stropicciare, annodare, sovrapporre, accostare qualunque oggetto a disposizione, sia esso fornito dalla natura durante una passeggiata all’aria aperta che raccolto fra i rifiuti urbani di una discarica marginale, sono la cifra distintiva del designer milanese scomparso 20anni orsono.
Tutto ciò costituisce però anche la sua eredità immateriale, così autenticamente orientata all’insegnamento dei processi interpretativi che debbono precedere ogni azione creativa, progettuale, accademica (accademia che egli decide di disertare in favore di una partecipazione – particolarmente attiva fra il 1966 e il ’71 – come docente estemporaneo per workshop a cielo aperto nelle scuole elementari).
Il fondo Bruno Munari nasce nel 2001 quando l’associazione “I munariani“, fondata nel 1995, dona alla biblioteca Rajna il proprio archivio costituito di ricco materiale, librario in prevalenza. Catalogato e reso fruibile al pubblico per mantenere viva l’attenzione sulla figura di Bruno Munari, promuovere studi e ricerche e attivare nella scuola primaria iniziative didattiche finalizzate allo sviluppo della creatività nell’infanzia attraverso laboratori d’arte, il fondo viene presentato dagli Amici della biblioteca nell’incontro di lunedì 20 per valorizzare il patrimonio della biblioteca e stimolare l’interesse sulla figura di Munari artista e maestro, sulla sua didattica dell’arte per bambini, sollecitando in particolare la partecipazione degli insegnanti della scuola primaria.