Stranieri e assistenza ai migranti: c’è V.I.R. Valli in Rete
Al via il progetto FAMI VIR Valli in Rete con la Prefettura di Sondrio capofila e partner l’organizzazione di volontariato Anolf, Cisl Sondrio, le cooperative sociali Altra Via, Forme, Nisida e Lotta Contro L’Emarginazione Sondrio, con l’adesione di ATS-Azienda di tutela della Salute, ASST-Azienda Socio Sanitaria Territoriale e gli Uffici di Piano.
Un progetto per rispondere ai bisogni di chi si occupa di immigrazione e in questo modo anche alle richieste dei propri utenti e alle necessità della comunità intera.
Obiettivo primario di VIR è potenziare i servizi dei punti informativi dedicati agli stranieri e favorire la crescita delle competenze delle istituzioni e delle organizzazioni attive nell’assistenza ai migranti per garantire risposte sempre più efficaci ai bisogni dei cittadini provenienti dai Paesi a forte pressione migratoria e per promuovere l’integrazione.
“La presenza di istituzioni, aziende sanitarie, cooperative, associazioni e organizzazioni sindacali è indice della complessità del fenomeno e della necessità di unire le forze per accrescere conoscenze, competenze e qualità dei servizi offerti alla popolazione straniera, con l’obiettivo di fare crescere la coesione sociale in provincia di Sondrio», sottolinea Nicole Testini, presidente di Altra Via.
Altra Via, sulla base dei dati elaborati dalla Fondazione Ismu rileva che nonostante la pandemia è aumentato il numero di cittadini stranieri residenti in provincia di Sondrio. Secondo i più recenti dati resi disponibili dall’Istat sono 9.976 gli stranieri residenti in provincia di Sondrio al primo gennaio 2021, di cui 1.929 nel Comune capoluogo. Al 1° gennaio 2020 essi erano 9.937, di cui 1.912 nel Comune capoluogo.
«La crescita dei bisogni non è connessa esclusivamente al costante aumento del numero di cittadini provenienti dai Paesi a forte pressione migratoria – aggiunge Nicole Testini –. Sono emerse nuove necessità e, in questo contesto, sono stati definiti degli obiettivi condivisi da tutti gli attori coinvolti. Oltre al rafforzamento delle capacità di lavoro in rete tra attori pubblici e privati attivi nel sistema di accoglienza ai migranti, si vuole potenziare il sistema di supporto ai cittadini stranieri, in particolare nell’ambito dei servizi di informazione, con specifica attenzione all’orientamento verso gli uffici nei quali possono trovare risposte alle loro esigenze. Sono inoltre previsti dei percorsi di formazione specifica per le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni coinvolte nel progetto, che grazie a Valli in rete potranno avvalersi dell’opera di esperti. L’obiettivo è fare crescere le competenze del personale nell’ambito dell’assistenza ai migranti, migliorando l’efficienza dei servizi».
I punti informativi attivati sono 7 e si trovano a Sondrio, Tirano, Bormio, Livigno, Morbegno, Delebio e Chiavenna. In questi sportelli lavorano, oltre al personale già presente in passato, quattro operatori interculturali. In caso di necessità è previsto l’intervento di altre figure con competenze specifiche: vari mediatori culturali, una psicologa e un’esperta di questioni legali. Senza dimenticare gli operatori specializzati nel contrasto alle dipendenze e nell’assistenza alle vittime di tratta.
Chiara Casello, responsabile di Anolf e Cisl per il potenziamento dei punti informativi, sottolinea come l’utenza straniera in provincia di Sondrio è non solo aumentata, ma è anche cambiata sensibilmente in conseguenza dei nuovi flussi migratori. «Fino a pochi anni fa i nostri servizi erano rivolti prevalentemente a persone provenienti da Marocco, Senegal, Sud America ed Europa Orientale – spiega la presidente di Anolf –. In larga maggioranza si trattava di cittadini che erano impiegati nell’edilizia e nell’assistenza. Da alcuni anni l’Africa Centrale è la zona di provenienza di molti migranti, che presentano nuovi bisogni. In passato erano prevalenti le richieste di aiuto per acquisire documenti, ad esempio permessi di soggiorno di lungo periodo e cittadinanza. Oggi con i nuovi migranti provenienti dalla rotta mediterranea e – in alcuni casi – balcanica le richieste di assistenza riguardano soprattutto altri aspetti come il supporto legale e l’aiuto nella gestione della vita quotidiana. Sono emerse delle carenze basilari, ad esempio per quanto riguarda la conoscenza delle regole dell’abitare, i rapporti di vicinato, l’affitto, la convivenza con i vicini, la ricerca del lavoro e l’accesso ai servizi socio-sanitari».
Spesso i cittadini stranieri si trovano in forte difficoltà anche nel compimento di azioni che, per la popolazione italiana, sono del tutto semplici. Un chiaro esempio è rappresentato dalla necessità di spiegare agli utenti la differenza tra medico di base e pronto soccorso, una questione divenuta ancora più importante in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo.
«Dobbiamo sottolineare che nel vissuto di tanti migranti ci sono vicende traumatiche – conclude Chiara Casello -. Molte delle persone assistite sono arrivate in Italia dalla Libia, viaggiando in condizioni estremamente rischiose, spesso dopo lunghi periodi di detenzione. Altri sono vittime di tratta, altri ancora hanno bisogno di assistenza specializzata per affrontare dipendenze materiali e immateriali, ad esempio le ludopatie. L’esperienza che viviamo quotidianamente nei nostri sportelli ci dimostra che supportare queste persone comporta dei benefici sia per i diretti interessati, sia per la comunità valtellinese e valchiavennasca».
Come sottolinea il viceprefetto Umberto Sorrentino, responsabile del coordinamento e della gestione generale del progetto, l’idea di promuovere il percorso V.I.R. è nata nel corso delle riunioni del Consiglio territoriale per l’immigrazione, l’organismo che affronta le tematiche relative alla presenza di cittadini stranieri in provincia di Sondrio insieme a istituzioni e associazioni: «Negli incontri molti dei componenti hanno messo in risalto delle situazioni problematiche. Possiamo citare, ad esempio, le difficoltà riscontrate dai migranti nell’accesso ai servizi sanitari. Davanti a questa situazione abbiamo compreso che queste criticità avrebbero potuto essere risolte facendo squadra».
Il progetto di capacity building “F.A.M.I.”, finanziato dall’Unione Europea e dal Governo italiano, coinvolge decine di Prefetture in Italia e per Sondrio si tratta della prima adesione a un percorso di questo tipo. V.I.R. è partito all’inizio di aprile.
«Stiamo promuovendo un’analisi dei bisogni osservati, basata sulla raccolta di informazioni relative alle richieste formulate dai cittadini stranieri – spiega Sorrentino – V.I.R. non vuole essere solo un’azione spot, ma il primo di una serie di progetti efficaci, utili a trovare gli strumenti per intervenire dove è più necessario, con ricadute positive sul lavoro delle istituzioni e sui servizi offerti alla popolazione di origine straniera».