Rassegna non rassegnata: riprendiamoci il gusto di una vita senza odio e senza paura
Il bene degli uni si realizza quando i diritti di tutti, a cominciare da quelli degli ultimi, sono rispettati e onorati.
è un messaggio che si ripresenta negli articoli delle Rassegne non rassegnate proposte dal Centro di Documentazione Rigoberta Menchù nei mesi di gennaio e febbraio 2019.
Si parla del bisogno di “acque fresche”, comportamenti benevoli ed efficaci che ridiano il gusto della quotidianità senza emergenza, della comunità senza nemici, della conoscenza reciproca senza diffidenza, di una vita senza odio e senza paura. (cit. ilmanifesto.it)
Il suo curatore, Luigi Fioravanti, ci presenta notizie tratte da Il Manifesto, Nena news, Avvenire, Nigrizia, Adista, Internazionale, la Repubblica, il Corriere della Sera, la Stampa, Il Fatto quotidiano, Il Foglio, Altreconomia, L’Espresso che permettono un approfondimento su diritti umani, giustizia, democrazia, ingiustizie sociali, violenza e tolleranza, perdono, linguaggio d’odio, rancore, delusione, malevolenza e benevolenza.
Tra gli argomenti trattati: cambiamento climatico e diritti umani, integrazione, multiculturalità, legge sui migranti, produzione di armi, cooperazione allo sviluppo, acqua pubblica, lo spreco di cibo, il Discorso della Montagna di Papa Francesco, Mussolini e il fascismo.
Prendetevi il tempo di leggere i vari approfondimenti per fare un viaggio in Polonia, Thailandia, Arabia Saudita, Senegal, Francia, Libia, striscia di Gaza, Congo, Brasile, Palestina, Venezuela.
Vi segnaliamo uno dei tanti approfondimenti sulle guerre nel mondo, che sono in drammatico aumento: 378 i conflitti totali nel 2017, di cui 186 crisi violente e 20 guerre ad alta intensità. Lo scorso anno si è registrato anche il record di spesa per gli armamenti dalla Seconda guerra mondiale. I dati sono contenuti nel sesto rapporto annuale sui conflitti dimenticati ‘Il peso delle armi’, presentato a Roma da Caritas italiana, e realizzato in collaborazione con il Miur.
Allarmante il fatto che tra i sei Paesi massimi esportatori, cinque siano i membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu. In testa, gli Stati Uniti col 34,0% seguiti da Russia (22,0%), Francia (6,7%), Germania (5,8%), Cina (5,7%) e Regno Unito(4,8%). Poi Israele e Spagna con entrambi il 2,9%, quindi l’Italia col 2,5%.
Tra i principali importatori invece Arabia Saudita, Emirati Arabi, Australia, Iraq e Pakistan. Paesi che contribuiscono ad alimentare i conflitti in Yemen, Nord Africa e Medio Oriente. Il report conferma poi con forza un binomio già noto agli studiosi: la povertà è più diffusa nei Paesi in cui si combatte, così come viceversa, laddove sono più drammatici recessione, diseguaglianze e scarso accesso a fonti di reddito risulta altamente più probabile scivolare nei conflitti.
Consigli letterari:
- Stefano Allievi, “5 cose che tutti dovremmo sapere sull’immigrazione (e una da fare)”, Laterza.
- Michele Colucci, “Storia dell’immigrazione straniera in Italia. Dal 1945 ai nostri giorni”, Carocci.
- Don Lorenzo Milani, “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca”, Chiarelettere.
- Don Luigi Ciotti, “Lettera a un razzista del terzo millennio”, Edizioni Gruppo Abele
- Luigino Bruni “Capitalismo infelice. Vita umana e religione del profitto”, Giunti Slow Food Editore